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Riassunto Penco - Appunti Unict

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Lo stesso senso può essere espresso in vari modi, con diverso tono ad esempio (per tono<br />

intendiamo coloritura grammaticale: la pula ha beccato il compare). Le differenti forme<br />

grammaticali o stilistiche non devono far dimenticare il “contenuto concettuale”, che resta<br />

costante da una lingua all’altra o anche nei diversi modi di esprimersi nella stessa lingua.<br />

Frege fornisce una definizione di “identità di senso”: possiamo attribuire lo stesso senso a<br />

enunciati da cui derivano le stesse conclusioni. Il senso o contenuto concettuale di un<br />

enunciato è il suo potenziale inferenziale. Per potenziale inferenziale si intende la capacità di<br />

un enunciato di permettere diverse inferenze, cioè di far derivare un certo insieme di<br />

conseguenze. Capire un enunciato significa conoscere le principali inferenze che sono<br />

connesse ad esso. Il senso di un enunciato non si distingue solo dalla forza ma anche dal tono<br />

o colorazione retorica associata ad esso. Il tono ha la funzione di comunicare quelle intenzioni<br />

dei parlanti che non sono riconducibili al contenuto cognitivo esplicito e diretto, ma<br />

dipendono dal rapporto del parlante con le circostanze e l’uditorio. Non sempre il contenuto<br />

letterale corrisponde con quello che vogliamo far intendere. Quindi il senso è il contenuto<br />

diretto, il tono è il contenuto indiretto.<br />

In enunciati del tipo "questo albero è coperto di foglie" Frege rileva che la semplice sequenza<br />

di parole non è l'espressione completa del pensiero. L'enunciato esprime a volte non di più ma<br />

di meno rispetto a un pensiero completo:<br />

• da una parte una enunciazione spesso esprime qualcosa di più che un pensiero,<br />

esprime sia la forza sia la colorazione e il tono che vanno al di là del mero contenuto<br />

cognitivo dell'enunciato, valutabile come vero o falso<br />

• dall'altra spesso la mera sequenza delle parole di un enunciato non basta a esprimere<br />

un pensiero, ma lo esprime solo se completata da aspetti temporali e da altre<br />

circostanze concomitanti date dal contesto (sguardi o altri aspetti del comportamento).<br />

Nel primo caso, parlando di tono si vanno a toccare le intenzioni dei parlanti (psicologia), nel<br />

secondo è necessario considerare la presenza di circostanze concomitanti, il tempo e il luogo<br />

di proferimento, le intenzioni dei parlanti. Sembra che il pensiero dipenda da situazioni<br />

occasionali e rapporti tra parlanti e perda quella oggettività che Frege voleva riservare al<br />

regno del Senso in quanto contrapposto alla rappresentazione oggettiva.<br />

Frege quindi colloca il pensiero in un "terzo regno" (platonismo fregeano):<br />

" i pensieri appartengono ad un regno che non è costituito né da entità fisiche (cose del<br />

mondo esterno) né da entità psichiche (rappresentazioni mentali), ma è un terzo regno, il<br />

regno dei pensieri".<br />

I pensieri hanno validità atemporale. Ad esempio il teorema di Pitagora: se fosse un'entità<br />

psichica ognuno avrebbe il "suo" teorema di Pitagora. Il teorema di Pitagora è vero<br />

indipendentemente dal fatto che qualcuno lo comprenda in un modo e altri in un altro.<br />

"accediamo ai pensieri con il processo mentale del comprendere, che è collocato nel tempo e<br />

nello spazio e nella psicologia del parlante, ma la verità dei pensieri non dipende dalla nostra<br />

comprensione". Bisogna scindere il processo mentale del comprendere dal contenuto di ciò<br />

che si comprende. Comprendere è un processo misterioso perché mette in contatto l'azione<br />

psichica soggettiva e una realtà oggettiva (il pensiero atemporale).<br />

Cap. 9 -­‐ Significato e uso: il secondo Wittgenstein<br />

Il Tractatus è l'opera giovanile di Wittgenstein, scritto tra il 1914 e il 1918. influenzato dalle<br />

opere di Frege, verso cui nutriva grande ammirazione, Wittgenstein sviluppa una tormentata<br />

critica della sua opera giovanile. In una lettera di commento, Frege gli suggeriva di produrre<br />

più esempi, cosa che Wittgenstein realizzerà nelle "Ricerche Filosofiche", pubblicate postume

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