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Quando la musica è libera: l’etichetta discografica<br />
Anomolo e la radio onl<strong>in</strong>e Elativo<br />
La musica è stata sempre protagonista nel mondo di Internet, s<strong>in</strong><br />
da subito la perfetta riproducibilità tecnica faceva delle opere<br />
musicali uno dei maggiori oggetti di scambio onl<strong>in</strong>e. Il file-shar<strong>in</strong>g,<br />
il download illegale da piattaforme di condivisione di file è stato<br />
uno delle pratiche più diffuse onl<strong>in</strong>e.<br />
All’<strong>in</strong>izio fu Napster a permettere alle persone di identificarsi<br />
reciprocamente e scambiarsi file musicali. Il funzionamento di<br />
Napster era semplice: esisteva un database centrale di chi aveva<br />
cosa, e di chi <strong>in</strong> un dato momento era onl<strong>in</strong>e. Il servizio Napster<br />
verificava che un determ<strong>in</strong>ato utente aveva un determ<strong>in</strong>ati file, e<br />
trasferiva il file all’utente che lo richiedeva. All’<strong>in</strong>izio del 2000 gli<br />
utenti che utilizzavano Napster erano circa 5 milioni, mentre verso<br />
la f<strong>in</strong>e dello stesso anno arrivarono a toccare i 75 milioni, per un<br />
totale di quasi un miliardo di MP3 <strong>in</strong>dividuabili attraverso i<br />
database condivisi. Il fenomeno si diffuse tra gli studenti con una<br />
velocità talmente elevata che i server delle università americane si<br />
ritrovarono sovraccarichi di files MP3, dando <strong>in</strong>izio ai primi<br />
provvedimenti del caso: molte università <strong>in</strong>fatti, tra cui quella della<br />
California e di New York, proibirono l’utilizzo di Napster ai propri<br />
studenti. Col passare del tempo però le vendite di CD nei negozi<br />
di musica calarono drasticamente. Con il diffondersi di<br />
connessioni veloci ad Internet, di masterizzatori, e forse anche a<br />
causa del sempre più elevato prezzo dei CD musicali, l’utenza di<br />
Napster <strong>in</strong>iziò a preferire il download gratuito ed illegale piuttosto<br />
che l’acquisto di CD orig<strong>in</strong>ali. Circa il 90% dei brani presenti su<br />
Napster erano prelevati gratuitamente, violando tutte le norme sul<br />
diritto d’autore. Questa situazione sfocerà nel caso Napster:<br />
un’arena dove si scontrano gli <strong>in</strong>teressi delle Major discografiche<br />
<strong>in</strong> contrapposizione alla comunità Internet, che lotta per una rete<br />
dove condividere e scambiare liberamente <strong>in</strong>formazioni e file<br />
musicali di ogni tipo e senza v<strong>in</strong>coli. Senza scendere nei dettagli<br />
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