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Il primo vero editore, il fondatore della stampa moderna, fu Aldo<br />
Manuzio che a Venezia fonda una tipografia ed <strong>in</strong> breve<br />
commercializza un numero impressionante di testi <strong>in</strong> lat<strong>in</strong>o e<br />
greco. Il libro diventa un oggetto a due facce: contenitore di<br />
conoscenza, e supporto materiale di tale contenuto. Manuzio <strong>in</strong><br />
questo fu il primo, occupandosi della fabbricazione del libro <strong>in</strong><br />
tutte le sua fasi e scegliendo personalmente gli autori da<br />
pubblicare.<br />
Ben presto stampatori e scrittori si resero conto di questa nuova<br />
possibilità data dalla stampa. Gli stampatori, i tipografi, cercarono<br />
assicurarsi gli autori, e gli scrittori vedendosi sempre più richiesti<br />
<strong>in</strong>iziarono a far valere i loro diritti <strong>in</strong>tellettuali. In questo contesto<br />
nasce il concetto di “diritto di copia” una prima forma di proprietà<br />
<strong>in</strong>tellettuale.<br />
In Italia il diritto di copia nasce all’epoca delle Repubblica di<br />
Venezia, nel 1400, con esso si dava agli stampatori il privilegio<br />
esclusivo di stampare le opere di un determ<strong>in</strong>ato autore,<br />
diventando cosi editori esclusivi di quei determ<strong>in</strong>ati titoli. Non<br />
erano ancora una vera e propria forma di protezione della<br />
proprietà <strong>in</strong>tellettuale perché ad essere tutelata era la posizione di<br />
mercato degli stampatori-editori, e non degli autori.<br />
Anche allora, per eludere l’alto prezzo delle copie, i lettori<br />
ricorrevano al prestito, le copie passavano di mano <strong>in</strong> mano.<br />
S<strong>in</strong>golare fu, nel 1514, la postille che l’editore dell’Orlando<br />
Innamorato <strong>in</strong>serì a f<strong>in</strong>e di testo per scoraggiare il prestito:<br />
lettori, se havete piacer di vedere il sesto libero, non imprestate Questo a<br />
persona alcuna, ma chi lo vol fatte lo compri, accio cavar li d<strong>in</strong>ari ho spesi ne<br />
la Charta e ne la stampa; e non vogliate che, per darvi piacere riceva danno,<br />
perche cosi facendo vi prometto di dar fora il libro sesto f<strong>in</strong> un anno, più<br />
dilettevole et maggior di questo. Se tu lo non impresti, io pubblico il sesto<br />
volume 30 .<br />
Gli autori per potersi vedere riconosciuti i diritti esclusivi delle<br />
loro opere dovettero attendere f<strong>in</strong>o al 1545, quando fu imposto<br />
agli editori l’obbligo di avere una dichiarazione di permesso di<br />
stampa, rilasciata direttamente dall’autore.<br />
Lentamente <strong>in</strong> tutta Europa s’<strong>in</strong>iziò a parlare della necessità di una<br />
norma che regolamentasse il mercato editoriale e che tutelasse la<br />
52<br />
30 Matteo Maria Boiardo, Orlano Innamorato, postilla <strong>in</strong>serita da un<br />
editore anonimo nell’edizione del 1514.