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l’esperienza, la conoscenza, le leggi, le direttive, le sentenze<br />

giudiziarie, le parole, i nomi, i simboli, le grammatiche. Un<br />

caleidoscopio di generi e <strong>in</strong>formazioni a disposizione di tutti allo<br />

stesso modo, che rientrano nel senso più ampio di bene pubblico.<br />

Un’enorme risorsa culturale di opere a cui att<strong>in</strong>gere, legalmente,<br />

per creare nuova conoscenza, per studiare e per l’accrescimento<br />

della cultura personale.<br />

Il pubblico dom<strong>in</strong>io è stato rilanciato dalle nuove tecnologie che<br />

ne ampliato le funzioni e le applicazioni, la rete dà l’opportunità di<br />

creare, condividere, e mettere <strong>in</strong> contatto gli utenti con le opere,<br />

l’accesso alle <strong>in</strong>formazioni e alle opere creative è libero e gratuito.<br />

Uno spazio semiotico libero, non commerciale, <strong>in</strong>dispensabile ad<br />

una società democratica.<br />

Ci si deve allontanare dall’idea che il pubblico dom<strong>in</strong>io sia solo un<br />

archivio di materiali con brevetti e diritti d’autore scaduti. L’idea<br />

che si sta imponendo è quella di bene comune, di opere che sono<br />

<strong>in</strong> costante circolazione, un flusso d’<strong>in</strong>formazioni <strong>in</strong> crescendo,<br />

vive e attive. Soprattutto con Internet la proprietà <strong>in</strong>dividuale dei<br />

contenuti è rimessa <strong>in</strong> discussione. Con i media analogici le opere<br />

create avevano un contenuti fisico ben riconoscibile e non<br />

modificabile. Parole, immag<strong>in</strong>i, testi sono fortemente legati al loro<br />

supporto materiale (il libro, il disco, il film <strong>in</strong> cassetta) e la<br />

paternità di tali creazioni è facilmente r<strong>in</strong>tracciabile. Le cose<br />

cambiano con il digitale, dove gli stessi contenuti sono sv<strong>in</strong>colati<br />

da un supporto fisico, e diventano immediatamente e fedelmente<br />

riproducili <strong>in</strong> copie perfettamente simili all’orig<strong>in</strong>ale, e sv<strong>in</strong>colate<br />

da v<strong>in</strong>coli geografici. Internet ha qu<strong>in</strong>di dato una svolta decisiva<br />

alla circolazione di tali opere, ma i proprietari del copyright non<br />

sono stati a guardare e sono corsi ai ripari per tutelare i loro<br />

contenuti con tecniche per limitare l’accesso alle opere e alle<br />

<strong>in</strong>formazioni.<br />

Una prima forma di limitazione legale all’espansione del pubblico<br />

dom<strong>in</strong>io è stata creata negli Stati Uniti, nel 1998, quando è stata<br />

promulgata la legge denom<strong>in</strong>ata Digital Millennium Copyright Act<br />

(DMCA), la prima normativa che limita fortemente la circolazione<br />

di contenuti digitali <strong>in</strong> rete. Una nuova arma nelle mani delle<br />

mult<strong>in</strong>azionali che, da questo momento, possono esercitare un<br />

potere di controllo ancora più forte nei confronti delle opere <strong>in</strong><br />

circolazione. Controllare le <strong>in</strong>formazioni che si muovono nelle reti<br />

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