il kimmeridgiano delle prealpi veneto-trentine: fauna e biostratigrafia
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Il KIMMERIDGIANO DEI LE PRF.ALPI VENETO-TRENTINE: FAUNA E BIOSTRATIGRAFIA<br />
7) Monte Rust 2 (Lavarono. TN)<br />
8) Cima Campo (Luscrna. TN)<br />
9) Cava Voltascura (Ghclpach. Asiago)<br />
10) Cava Cortese (Monte Kabcrtaha. Asiago)<br />
11 ) Cava Bellcvue (Monte Kabcrbba. Asiago)<br />
12» Colle Oro (Monte Grappa: margine orientale<br />
del plateau)<br />
F.' stata campionata inoltre una breve successione.<br />
13) Monte Timarolo. vicino a Grezzana (VR). che<br />
si trova sul margine meridionale <strong>delle</strong> <strong>prealpi</strong> <strong>veneto</strong>-<strong>trentine</strong>.<br />
Le successioni stratigrafiche studiate possono essere<br />
grosso modo distinte in due gruppi convenzionalmente<br />
denominate successioni di "tipo A" e di<br />
"tipo B" (Sarti, 1985).<br />
Nelle successioni di tipo A si interpone solitamente.<br />
tra l'Unità nodulare massiccia inferiore e l'Unità<br />
nodulare superiore, un hard ground ferronungancsifero.<br />
Nelle successioni di tipo B invece<br />
si interpone tra le due Unità nominate un complesso<br />
di rocce calcaree a radiolari. caratterizzate<br />
dalla presenza costante, più o meno abbondante,<br />
di selci (unità media del Rosso Ammonitico).<br />
Questa unità selcifera si presenta con diversi spessori<br />
che sul "Trento plateau" possono oltrepassare<br />
i 10 metri. Intercalati a questi calcari selciferi sono<br />
alcuni livelli di arg<strong>il</strong>le bcntonitichc. prodotti di alterazione<br />
vulcanica (Bcmoulli & Pclcrs, 1970.<br />
1974).<br />
Martire (1989) ha suddiviso questa unità selcifera<br />
intermedia in tre litofacics. che dal basso verso l'alto<br />
sono:<br />
11 Litofacics stratificata calcarea, caratterizzata<br />
dalla totale assenza di nodularità e s<strong>il</strong>icizzazione.<br />
in strati sott<strong>il</strong>i da 3 a 20 cm di spessore: le super<strong>il</strong>a<br />
di stratificazione sono ben marcate. Questa litofacies<br />
poggia direttamente sul Rosso Ammonitico<br />
Inferiore. 2) Litofacics stratificata selcifera, si differenzia<br />
dalla precedente per la presenza di noduli e<br />
liste di selce. Questa litofacics è suddivisib<strong>il</strong>e in due<br />
parti: una porzione inferiore, la più potente, con<br />
selci nettamente prevalenti sugli strati calcarei: una<br />
supcriore in cui <strong>il</strong> rapporto tra calcare e selce t di<br />
circa 1:1. 3) l-itofacies subnodularc. costituisce b<br />
parte sommitalc dell'unità intermedia: si tratta di<br />
calcari per lo più massicci solcati da numerose superici<br />
st<strong>il</strong>oiitiche ondulate che conferiscono un<br />
aspetto quasi nodulare. Sono presenti nel calcare<br />
noduli di selce, talvolta molto grossi e non si riscontrano<br />
altri indizi di s<strong>il</strong>icizzazione.<br />
Per quanto riguarda l'Unità Supcriore. Martire<br />
(ib.) ha distinto tre litofacics. ciot:<br />
I) Litofacies stromatolitica, facies calcaree massicce.<br />
con evidente laminazione intema lievemente<br />
ondubta. lui facies stromatolitica è presente in due<br />
diverse situazioni: al nelle successioni di tipo "A" è<br />
sv<strong>il</strong>uppata nella parte basale dell'Unità Superiore,<br />
b) nelle successioni "A" e "B" b facies £ occasionalmente<br />
alternata alle facies nodubri. 2) Litofacies<br />
nodulare. i noduli calcarei passano più o meno<br />
transizionalmcntc alla matrice arg<strong>il</strong>losa che li circonda.<br />
La differente composizione fa si che l'azione<br />
meteorica eserciti una azione selettiva accentuando<br />
<strong>il</strong> contrasto nodulo-matrice, conferendo <strong>il</strong><br />
tipico aspetto nodulare alle superici affioranti. All'interno<br />
della litofacics nodulare Martire (ib.) distingue<br />
b "sottofacies flaser-nodulare". con noduli<br />
più scarsi e in cui b matrice t prevalente. 3) Litofacics<br />
pscudonodulare. facies calcaree massicce in<br />
cui <strong>il</strong> contrasto nodulo-matrice e molto meno sv<strong>il</strong>uppato<br />
di quello delb facies nodulare. All'interno<br />
dello strato si può osservare una pscudostratificazionc<br />
data da st<strong>il</strong>oliti.<br />
Nella descrizione <strong>delle</strong> successioni adotteremo<br />
queste terminologie introdotte da Martire (1989).<br />
con lo stesso significato.<br />
Rispetto a questa schematizzazione esistono due<br />
eccezioni rappresentate dalle successioni di I)<br />
Monte Giovo e di 2) Col Santo sul M.Pasubio.<br />
A Monte Giovo ove l'Unità superiore poggia direttamente<br />
sulla Oolite di San Vig<strong>il</strong>io (in facies "Giallo<br />
di Mori") di età liassica. si ha lo hyatus più consistente<br />
(dal Baiociano all' Oxfordiano medio) sino<br />
ad ora documentato per le successioni di Rosso<br />
Ammonitico.<br />
Nelb successione di Col Santo si rinvengono, come<br />
di norma, i calcari selciferi dell'Unità medb.<br />
Fatto però insolito per le <strong>prealpi</strong> <strong>veneto</strong>-<strong>trentine</strong>, a<br />
partire da circa m 2,50 dalla base dell'Unità superiore<br />
riprendono ad intcrcabrsi. sporadicamente<br />
negli strati del Kimmeridgiano e regolarmente negli<br />
strati litoniani. dei letti di selce di circa 10 cm di<br />
spessore non legati in alcun modo ai calcari selciferi<br />
dell'Unità media. Questi livelli selciferi, cosi ran<br />
sul "Trento Plateau", sono invece molto diffusi nel<br />
Rosso Ammonitico <strong>delle</strong> Alpi Feltrine