il kimmeridgiano delle prealpi veneto-trentine: fauna e biostratigrafia
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Il KIMMERIDGIANO DEI LE PRF.ALPI VENETO-TRENTINE: FAUNA E BIOSTRATIGRAFIA<br />
Nicolis e Parona ( 1885). individuano le Zone: I) a<br />
Transversarium. 2) di intervallo e 3) ad Acanthicum.<br />
Del Campana (1903. 1904 e 1905). dedica un ampio<br />
studio sistematico alle faune raccolte per lo<br />
più nei Sette Comuni (VI) e conservate presso i<br />
Musei di Firenze. Vicenza. Bassano. Asiago. Padova<br />
e Pisa; alcune di queste collezioni (ad cs.<br />
quelle dei musei di Vicenza ed Asiago) sono oggi<br />
totalmente perdute, altre (come ad es. le raccolte<br />
dei musei di Firenze e Padova) risultano ancora<br />
del tutto integre.<br />
Dopo Del Campana ricordiamo ancora un breve<br />
lavoro sistematico di Boden ( 1907) sulle faune <strong>delle</strong><br />
Prcalpi venete. In seguito non t stata più pubblicata<br />
nessuna opera di carattere sistematico per circa<br />
80 anni sul Rosso Ammonitico del Malm.<br />
Vari lavori stratigrafici invece sono stati successivamente<br />
pubblicati, a partire dagli studi sulla classica<br />
successione di "Cima Campo di Luscrna"<br />
(TN): nel 1931 Parona studia questa successione<br />
sulla hasc <strong>delle</strong> due note di Trener del 1910 e del<br />
1913, concepite in occasione della costruzione de!<br />
forte austro- ungarico di Cima Campo. I foss<strong>il</strong>i raccolti<br />
da Trener e dal capitano del forte. l-aakom.<br />
furono poi studiati da Parona, che vi riconosce una<br />
<strong>fauna</strong> appartenente al "... Calloviano. Oxfordiano<br />
e agli strati con Aspidoccras acanthicum". Parona<br />
deduce che la formazione si è deposta con una :<br />
"sedimentazione lenta, uniforme e a notevole profondità"<br />
(p.12) e. cosa piuttosto sorprendente, accenna<br />
ad una sorta di "annegamento della piattaforma";<br />
egli infatti parla di : "lenta sommersione,<br />
nell'area <strong>veneto</strong>-trentina, dal Calloviano al Titoniano"<br />
(p.13). Parona esamina poi, per la prima<br />
volta, i noduli dell' hard ground tra Rosso Ammonitico<br />
inferiore e supcriore ( oggetto di studio circa<br />
50 anni dopo: Drittenbass 1979. Seyfricd 1981.<br />
etc... ) riconoscendo la composizione prevalentemente<br />
ferro- manganesifera dei noduli.<br />
Nel 1964, in occasione di un ampio studio stratigrafico<br />
sulla "Successione <strong>delle</strong> faune ad ammoniti<br />
nelle formazioni medio-giurassiche <strong>delle</strong> <strong>prealpi</strong><br />
venete occidentali". Sturani suddivide informalmente<br />
<strong>il</strong> Rosso Ammonitico Veronese in : membro<br />
inferiore (massiccio), e membro supcriore (più<br />
nodulare e con interstrati marnosi). Secondo Sturani<br />
i due membri sono sempre separati da un hard<br />
ground con hiatus Calloviano sup.- Oxfordiano<br />
medio : talvolta e presente un pacco di strati a selci.<br />
ctcropico della porzione basale del membro superiore.<br />
I lavori di Bernoulli & Pctcrs (1970.1974) si soffermano<br />
in particolare sui livelli a bentonite intercalati<br />
entro questa litofacies a selci, dimostrandone la<br />
natura vulcanica.<br />
Odin ( 1985) traccia una breve storia dei giacimenti<br />
bcntonitici <strong>delle</strong> Alpi Meridionali descrìtti in letteratura.<br />
a partire dalla segnalazione di Bcrnoulli e<br />
Peter» nella gola del Ghclpach (Asiago) e descrive<br />
diversi giacimenti a bentoniti del Veneto e Trentino<br />
inediti.<br />
Bosellini & SVintercr (1975) e Wintcrer A Bosellini<br />
( 1981 ) ricostruiscono la "storia della profondità dei<br />
fondi marini" <strong>delle</strong> Alpi Meridionali durante <strong>il</strong><br />
Giurassico. Essi reputano che <strong>il</strong> primo sedimento<br />
di Rosso Ammonitico Veronese si depositasse tra<br />
500 e 800 m di profondità.<br />
Ferrari (1982 a) studia la successione condensata di<br />
M.Giovo tratuta nel 1971 anche da Sturam e sulla<br />
quale Hollmann (1962. 1964) aveva effettuato i<br />
classici lavori sui fenomeni di subsoluzionc nel<br />
Rosso Ammonitico. Sempre Ferrari (1982 b) fornisce<br />
un quadro stratigrafico generale dell'area <strong>veneto</strong>-trentina<br />
dal Triassico superiore al CreUcico.<br />
Nel 1984 Sarti (1986a) suddivide per la prima volta<br />
parte dell'unità superiore del Rosso Ammonitico<br />
Veronese in otto biozonc dal Kimmeridgiano<br />
inferiore al Titoniano medio. Ancora Sarti (1985)<br />
allarga la <strong>biostratigrafia</strong> a buona parte dcll'uniU<br />
superiore e a parte degli strati attribuib<strong>il</strong>i al Biancone.<br />
individuando 12 biozonc per <strong>il</strong> Kimmeridgiano<br />
e <strong>il</strong> Titoniano; lo stesso autore (I986b) descrive<br />
brevemente la successione di Col Santino<br />
(M.Pasubio. TN) e la confronta con le successioni<br />
di Lavorone e di Cima Campo di Luscrna. ipotizzando<br />
condensazioni e lacune all'interno dell'unità<br />
nodulare superiore.<br />
Sarti (I988a) precisa la denominazione <strong>delle</strong> due<br />
biozonc fino ad allora chiamate informalmente "di<br />
intervallo I e 2". riconoscendole come Z.a Cavouri<br />
e Z.a Richtcri e prosegue la <strong>biostratigrafia</strong> fino al<br />
limite Giurassico/Cretacico.<br />
Pavia. Bcnctti & Minctti (1987) studiano le associazioni<br />
faunistiche provenienti dall'Oxfordiano<br />
medio c supcriore e «lai Kimmeridgiano inferiore<br />
dei Monti Lessini veronesi, riconoscendo 9 biozo-