il kimmeridgiano delle prealpi veneto-trentine: fauna e biostratigrafia
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40 CARLO SARTI<br />
sspp. Inoltre, come ricorda Melendez (1989): "in<br />
accordo con Atrops (1982) l'insieme degli Ataxioceratini<br />
della Subz.a Galar e della parte inferiore<br />
della Zona a Platynota è praticamente indistinguib<strong>il</strong>e,<br />
perciò , in assenza <strong>delle</strong> rispettive specie indice<br />
le due subzone risultano praticamente impossib<strong>il</strong>i<br />
da separare" (p.22).<br />
Pavia et Al.( 1987) ricorda che, sulla base dei dati<br />
degli AA., S.platynota è poco frequente in tutte le<br />
successioni di pertinenza mediterranea; Sapunov<br />
(1977) vi ha sostituito la Zona a Desmoides e anche<br />
per la Spagna Melendez afferma che : "non è<br />
mai possib<strong>il</strong>e tracciare con precisione <strong>il</strong> limite Galar/Platynota"<br />
perchè in Spagna la Sutneria platynota<br />
"è sempre scarsa" (Melendez, ib., p.22).<br />
La associazione tra Lithacosphinctes del gr. evolutus<br />
e Lith. gigantoplex indica in Aquitania la parte<br />
terminale della Z.a Planula (Hantzpergue, 1989).<br />
Questa associazione, riconosciuta anche nelle successioni<br />
studiate al limite Oxfordiano / Kimmeridgiano,<br />
permette una correlazione piuttosto sicura<br />
con le successioni di Hantzpergue (ib.) e indica una<br />
certa omogeneità faunistica per quanto riguarda i<br />
perisphinctinae del limite Oxfordiano / Kimmeridgiano.<br />
La Zona a Platynota individuata da Pavia et Al.<br />
(1987) è correlab<strong>il</strong>e quasi esattamente con la Zona<br />
a S<strong>il</strong>enum, ma con <strong>il</strong> tetto leggermente più alto di<br />
quest'ultima. In effetti l'ultimo strato (<strong>il</strong> n. 7) della<br />
Zona a Platynota dei suddetti Autori contiene come<br />
elemento diagnostico Progeronia progeron che<br />
è una specie più indicativa della Zona a Strombecki;<br />
<strong>il</strong> criterio ut<strong>il</strong>izzato da Pavia et Al. per porre <strong>il</strong><br />
limite tra la Z.a Platynota e la Z.a Strombecki successiva<br />
è esclusivamente <strong>il</strong> FAD di Lessiniceras<br />
ptychodes;<br />
La Zona a Loryi proposta da Benetti & Pezzoni<br />
(1985) e ut<strong>il</strong>izzata da Massari, Benetti, C<strong>il</strong>ia & Pezzoni<br />
(1988), coincide parzialmente con la Zona a<br />
S<strong>il</strong>enum. I suddetti Autori correlano la Z.a Loryi<br />
esattamente con la Z.a Planula di Enay et Al. in<br />
Mouterde (1971), ma la parte alta della Z.a Loryi<br />
appartiene sicuramente alla Z.a S<strong>il</strong>enum del Kimmeridgiano,<br />
per la presenza di Trenerites evolutus<br />
e perchè le numerose specie di Subnebrodites citate<br />
{planula, schroederi, laxevolutus, tonnerensis)<br />
scompaiono tutte, quasi simultaneamente, prima<br />
della comparsa di T. evolutus.<br />
La base della zona a S<strong>il</strong>enum è contraddistinta dalla<br />
comparsa di Sowerbyceras s<strong>il</strong>enum e dalla presenza<br />
di Benetticeras vaii, specie che compare al<br />
tetto della Z.a Planula, è distribuita lungo tutta la<br />
biozona e che con <strong>il</strong> suo LAD e con i LAD di<br />
Trenerites e Benacoceras indica <strong>il</strong> tetto della biozona.<br />
Al limite tra Z.a Planula e Z.a S<strong>il</strong>enum abbiamo<br />
Subnebrodites tonnerensis, Lithacosphinctes del gr.<br />
evolutus e Lithacosphinctes cfr. gigantoplex. Entro<br />
la biozona si osservano i taxa Epaspidoceras mam<strong>il</strong>lanum<br />
(abbondante nella parte alta), E.ruepellense<br />
e Phylloceras plicatum, che scompaiono, insieme<br />
a B. vaii, al tetto. Compaiono verso <strong>il</strong> tetto<br />
della Zona Physodoceras wolfì e P.altenense\ è presente<br />
anche "Aspidoceras" fontannesi.<br />
Molto importante è poi la presenza nella biozona<br />
dei generi Trenerites nov.gen. e Benacoceras, rappresentati<br />
da diverse specie. Trenerites e Benacoceras<br />
paiono caratterizzare la porzione media e superiore<br />
della biozona; spesso queste forme sono in<br />
associazione con E.mam<strong>il</strong>lanum. Diverse specie di<br />
Lessiniceras compaiono nel primo terzo della biozona<br />
e L.raschii poco sopra metà zona. Aspidoceras<br />
sesquinodosum è presente poco sopra la base<br />
della biozona (proseguirà fino al tetto della Z.ad<br />
Acanthicum) insieme a Sowerbyceras s<strong>il</strong>enum.<br />
Lungo tutta la zona sono presenti Orthosphinctes<br />
polygyratus.<br />
Sezione di riferimento: Col Santino sul M.Pasubio.<br />
Lo spessore della Zona nella sezione di riferimento<br />
è di quasi 30 cm.<br />
SUBZONA A TRENERITES (Assemblage Subzone,<br />
nov.) : corrisponde alla seconda metà della biozona.<br />
La base è caratterizzata dalla comparsa di<br />
diverse specie di Trenerites e di Lessiniceras raschìi.<br />
Entro la subzona si osservano anche Benacoceras<br />
di diverse specie. Benacoceras e Trenerites<br />
scompaiono al tetto della subzona che coincide<br />
con <strong>il</strong> tetto della biozona.<br />
Sezione di riferimento: Col Santino sul M.Pasubio.<br />
Lo spessore della subzona nella sezione di riferimento<br />
è di 15 cm. La subzona a Trenerites è riconoscib<strong>il</strong>e<br />
inoltre a Cima Campo di Luserna, dove<br />
lo spessore è di 7 cm, manca infatti tutta la metà<br />
inferiore della Z.a S<strong>il</strong>enum e probab<strong>il</strong>mente anche<br />
la parte bassa della Subz. a Trenerites. A Cima<br />
Campo non sono stati trovati Benetticeras vaii,<br />
mentre la presenza di Lessiniceras raschìi insieme<br />
a Trenerites, associazione caratteristica della subzona,<br />
è osservab<strong>il</strong>e in entrambe le successioni.<br />
ZONA A STROMBECKI (Taxon Range Zone,<br />
Karvè Corvinus, 1966 emend.): la biozona è stata<br />
ridefinita da Oloriz (1978) come acme-zone, quasi