il kimmeridgiano delle prealpi veneto-trentine: fauna e biostratigrafia
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42 CARLO SARTI<br />
na a Strombecki, dove però mancherebbe T.(M.)<br />
strombecki. Infatti la Zona a Divisum distinta ad<br />
es. da Pavia et Al. (1987) viene ad iniziare più alta,<br />
con alla base la prima comparsa di Crussoliceras<br />
tenuicostatum: P.stenonis contraddistinguerebbe la<br />
parte alta della Z.a Strombecki. Secondo <strong>il</strong> criterio<br />
qui esposto è invece la parte basale della Zona a<br />
Herbichi che viene distinta come Subzona a Stenonis.<br />
Nella sezione "Bocca di Selva" descritta da Pavia<br />
et Al.( 1987), la presenza contemporanea di<br />
T.(M.) strombecki e P.stenonis marca quindi con<br />
sicurezza l'ultimo strato della Z.a Strombecki.<br />
L'inserimento di una Subz. a Stenonis come parte<br />
inferiore della Zona a Herbichi permette inoltre<br />
una migliore correlazione con le biozonature europee,<br />
ad es. con quella di Oloriz (1978), dove P.serra-opima<br />
(= P.stenonis) è distribuito nella Z.a Divisum<br />
oltre che nella Z. a Strombecki.<br />
La parte superiore della Z.a Herbichi è distinta come<br />
Subz. a Uhlandi, con <strong>il</strong> concetto allargato proposto<br />
da Pavia et Al. (1987). Rimane una parte<br />
media che corrisponde più o meno alla distribuzione<br />
di Crussoliceras divisum, ma che probab<strong>il</strong>mente<br />
non corrisponde al range totale di distribuzione<br />
della specie. Infatti i Crussoliceras sono rappresentati<br />
in abbondanza nella biozona e C. divisum è<br />
distribuito nella parte centrale, dove si trova probab<strong>il</strong>mente<br />
l'acme della specie, che essendo rara<br />
sulla piattaforma atesina, non è stata ancora ritrovata<br />
nè nella Subzona a Stenonis, nè in quella a<br />
Uhlandi.<br />
La base della biozona è ben definib<strong>il</strong>e per la scomparsa<br />
di Metahaploceras strombecki e comparsa<br />
dei Presimoceras. Essa inoltre coincide con la<br />
scomparsa di vari Orthosphinctes e di Progeronia<br />
triplex. Lungo la zona, con scomparsa alla base<br />
della Subz.a Uhlandi riconosciamo poi Metahaploceras<br />
nodosiusculum, che compare nella parte alta<br />
della sottostante Z.a Strombecki e che si può porre<br />
f<strong>il</strong>ogeneticamente sulla linea di M. strombecki. Ben<br />
individuab<strong>il</strong>e è la parte alta della biozona,cioè la<br />
Subz.a Uhlandi, caratterizzata da Orthaspidocercis<br />
uhlandi e alla base da Orthaspidoceras ziegleri e<br />
Progeronia gr. pseudolictor. Il tetto della biozona è<br />
caratterizzato dall'ultima presenza di O. uhlandi e<br />
Sowerbyceras s<strong>il</strong>enum e dalla comparsa di S.loryi.<br />
Nella biozona abbiamo anche alcuni Nebrodites:<br />
N.cafìsii e N.hospes nella porzione inferiore, mentre<br />
nella subz.a Uhlandi compaiono molti Nebrodites<br />
che si sv<strong>il</strong>upperanno nella biozona successiva:<br />
N.peltoideus, N.agrigentinus, N.favaraensis, N.lavaronensis.<br />
I Taramelliceras della biozona sono rappresentati<br />
da T.trachinotum (che scompare al tetto), T.pseudoflexuosum<br />
(che compare a metà biozona), T. pug<strong>il</strong>e<br />
pseudopug<strong>il</strong>e nov.subsp. (che compare poco<br />
sotto la base della subz.a Uhlandi) oltre a Metahaploceras<br />
nodosiusculum, M.semibarbarum, Metahaploceras<br />
sp., presenti lungo quasi tutta la biozona.<br />
Tra gli Aspidoceras abbiamo le comparse, alla<br />
base, di A.linaresi e A.uninodosum; a metà zona la<br />
comparsa di A.acanthicum. Si ha inoltre <strong>il</strong> LAD di<br />
Physodoceras wolfi entro la Subz.a Divisum e di<br />
P.altenense entro la Subz.a Stenonis. Per quanto<br />
riguarda gli Idoceras, I.balderum largiombelicatum<br />
nov.subsp. è già presente nella parte bassa della<br />
biozona, insieme a Lmalletianum e I.sautieri, che<br />
scompare al tetto.<br />
Sezione di riferimento: Monte Rust 2. La Zona a<br />
Herbichi è ben rappresentata, oltre che nella sezione<br />
di riferimento, pressoché in tutte le successioni<br />
prese in considerazione non presentando sostanziali<br />
variazioni faunistiche e di spessore nelle successioni<br />
di tipo "B", mentre nelle successioni di<br />
tipo "A" sono individuab<strong>il</strong>i lacune che comprendono<br />
anche intere subzone (a Col Santino ad es.<br />
manca tutta la Subz.a Stenonis).<br />
SUBZONA A STENONIS ( Partial-Range Subzone,<br />
Pavia et al. 1987 emend.), corrisponde alla parte<br />
inferiore della biozona. La base è definita dalla<br />
comparsa dei Presimoceras e presenza di Pseudosimoceras<br />
stenonis, oltre che dalla scomparsa di<br />
T. (T.) strombecki. Il tetto è definito dalla scomparsa<br />
di P. stenonis e Lessiniceras ptychodes.<br />
La subzona è ben riconoscib<strong>il</strong>e, per la presenza di<br />
P.stenonis, a Cima Campo (15 cm di spessore) e a<br />
Cava Cortese (35 cm di spessore). La scomparsa di<br />
L.ptychodes e la comparsa di numerose specie (v.<br />
Tab. 2) indica chiaramente <strong>il</strong> tetto della subzona<br />
anche dove non siano presenti P.stenonis.<br />
Nella sezione "Bocca di Selva" descritta da Pavia<br />
et Al. (1987), <strong>il</strong> limite superiore della subzona, con<br />
<strong>il</strong> significato che qui le viene dato, è chiaramente<br />
indicato dal LAD di L.ptychodes e si trova al tetto<br />
dello strato "12".<br />
SUBZONA A DIVISUM (Acme Subzone, Geyer<br />
1961 sensu Sarti, questo lavoro ), corrisponde alla<br />
parte media della biozona. La base è definita dalla<br />
presenza di Crussoliceras divisum e dei Crussoliceras<br />
in genere, che in questa subzona raggiungono <strong>il</strong><br />
loro acme.<br />
La Subzona a Tenuicostatum proposta da Pavia et<br />
Al. (1987) è quasi coincidente con questa a Divisum,<br />
anche se la base della Subz.a Tenuicostatum