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il kimmeridgiano delle prealpi veneto-trentine: fauna e biostratigrafia

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IL KIMMERIDGIANO DELI E PREALPI VENETO-TRENTINE: FAUNA E BIOSTRATIGRAFIA 37<br />

primi strati marcatamente nodulari della successione<br />

potrebbe essere indicativa della Zona ad<br />

Acanthicum o della parte più alta della Zona a<br />

Herbichi. Quaranta cm sopra questi ritrovamenti,<br />

la presenza di Aspidoceras longispinum conferma<br />

in questo caso la presenza della Zona ad Acanthicum.<br />

A 570 cm dalla base della successione è stato<br />

raccolto Hybonoticeras pressulum, indicativo della<br />

Zona a Beckeri/Pressulum.<br />

GREZZANA (VR),<br />

SUCCESSIONE DI MONTE<br />

TIMAROLO<br />

(fig.12)<br />

Litostratigrafia: la breve successione inizia con calcari<br />

stromatolitici, leggermente nodulari, in strati<br />

di circa 20 cm, appartenenti all'Unità superiore del<br />

Rosso Ammonitico. Questi calcari si fanno via via<br />

più nodulari verso l'alto e sono francamente nodulari<br />

a partire da 80 cm dalla base. A 100 cm si<br />

osserva <strong>il</strong> tetto della successione. I foss<strong>il</strong>i sono sempre<br />

ricoperti, sul fianco rivolto verso l'alto della<br />

successione, da cupole stromatolitiche.<br />

Biostratigrafia: la base della Zona a S<strong>il</strong>enum è posta<br />

in coincidenza con la scomparsa di Subnebrodites<br />

spp. e presenza di Lissoceratoides sp.aff. erato,<br />

Par aspidoceras mam<strong>il</strong>lanum e Aspidoceras sesquinodosum,<br />

che sono comunque specie già presenti<br />

nell'Oxfordiano superiore. Il criterio della scomparsa<br />

di taxa oxfordiani viene quindi ad assumere<br />

significato discriminatorio. Poco prima del tetto<br />

della successione abbiamo Physodoceras wolfi,<br />

P.altenense e Taramelliceras (M.) strombecki. La<br />

comparsa di Taramelliceras (M.) strombecki permette<br />

di riconoscere con sicurezza la Zona a<br />

Strombecki.<br />

SPESSORI DELLE BIOZONE NELLE<br />

SUCCESSIONI<br />

La presenza nel Rosso Ammonitico Veronese di<br />

condensazioni e lacune (queste ultime comuni nell'unità<br />

superiore) rende molto variab<strong>il</strong>i gli spessori<br />

<strong>delle</strong> successioni e quindi <strong>delle</strong> biozone sul "Trento<br />

Plateau"; in effetti tutto <strong>il</strong> R.A.V. è interessato da<br />

lacune più o meno grandi e ciò "appiattisce" i dati<br />

biostratigrafici. Lo spessore di una biozona, che<br />

può variare di potenza anche su brevi distanze, è<br />

O*<br />

ero<br />

co CD<br />

Fig. 12 - Successione lito- e biostratigrafica di M. Timarolo<br />

(Grezzana, VR). Per la descrizione dei litotipi si veda <strong>il</strong> testo.<br />

pure legato al fatto di trovarsi in presenza di una<br />

successione di tipo "A" o di tipo "B" (v. pag. 17).<br />

Zona a S<strong>il</strong>enum: è misurab<strong>il</strong>e solo nelle successioni<br />

di tipo "A". Presenta <strong>il</strong> massimo spessore a Col<br />

Santino e a M.Timarolo (30 - 35 cm). A Cima<br />

Campo di Luserna, dove per lacuna manca tutta la<br />

porzione inferiore e media della biozona, si estende<br />

per soli 5-7 cm.<br />

Zona a Strombecki: è fortemente ridotta nelle successioni<br />

di tipo "A" del Col Santino e di Cima<br />

Campo di Luserna (circa 15 cm di spessore), e<br />

molto più sv<strong>il</strong>uppata nelle successioni di tipo "B" (<br />

questo è evidente nelle successioni di Col Santo ,<br />

M.Rust 2 e, grazie ai dati di Martire (1989), di<br />

Cava Cortese) anche se comunque lo spessore non<br />

è ben precisab<strong>il</strong>e data l'estrema scarsità di ammoniti<br />

nella parte inferiore e media della biozona.

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