il kimmeridgiano delle prealpi veneto-trentine: fauna e biostratigrafia
il kimmeridgiano delle prealpi veneto-trentine: fauna e biostratigrafia
il kimmeridgiano delle prealpi veneto-trentine: fauna e biostratigrafia
You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
IL KIMMERIDGIANO DELLE PREALPI VENE"]<br />
Sezione della spira al diametro di 153 mm (A) e 108 mm (B) (x 1 ).<br />
cale,con <strong>il</strong> fianco che non forma un vero angolo<br />
ombelicale. La camera d'abitazione occupa quasi<br />
tutto l'ultimo giro di spira.<br />
Ornamentazione data da coste che nei giri interni<br />
sono regolarmente biforcate, con le biforcazioni<br />
sul margine ventrolaterale. Sull'ultima spira le coste<br />
si biforcano sul margine ventrolaterale o leggermente<br />
più in basso e si osservano anche coste intercalari<br />
e triforcate (v. fig. 27 ). Le coste ombelicali<br />
sono tutte molto forti e r<strong>il</strong>evate e in prossimità<br />
del punto di divisione presentano <strong>il</strong> loro maggior<br />
r<strong>il</strong>ievo, risultando quasi bulliformi. Costrizioni<br />
strette e profonde sono presenti nei giri interni e<br />
assenti sull'ultima spira.<br />
Confronti: seguendo <strong>il</strong> lavoro di Oloriz, Schairer &<br />
Zeiss (1985) si può collocare la nuova specie nel<br />
gruppo A2a "acer" e :<br />
<strong>il</strong> lectotipo di C.acre (Neumayr, 1873, Tav.38,<br />
fig.l, qui figurato a Tav.8, fig.l ) ha le coste più<br />
rade, ha due costrizioni sull'ultima spira, ha i fianchi<br />
più rigonfi nei giri interni e non ha un numero<br />
così elevato di coste intercalari.<br />
L'esemplare descritto da Canavari come C.acre<br />
(1897, Tav.23, fig.la-b), ha troppe coste triforcate<br />
e nessuna, o quasi, intercalare.<br />
L'olotipo e i paratipi di C.aceroides Geyer (1961,<br />
Tav.3, fig.3) hanno l'ombelico più piccolo e la spira<br />
più alta, hanno meno coste nell'ultima spira e<br />
molte più coste triforcate, inoltre la sezione della<br />
spira è più reniforme.<br />
"Katroliceras (Katroliceras)" n.sp. Geyer, ( 1961,<br />
Tav.4, fig.4) e Crussoliceras crussoliense in Geyer<br />
1961, Tav.3, fig.6, sono fragmoconi che a diametri<br />
piuttosto piccoli hanno le coste già molto rade e<br />
con st<strong>il</strong>e di biforcazione diverso.<br />
(-TRENTINE: FAUNA E BIOSTRATIGRAFIA 83<br />
i i<br />
Fig. 27 - Ornamentazione di poco più dell'ultimo mezzo giro di<br />
spira del Crussoliceras zeissi nov. sp., n. inv. LU77. Le due linee<br />
tratteggiate indicano i margini ventro-laterali dell'esemplare.<br />
"Katroliceras" geyeri (Oloriz, 1978, Tav.35, fig.l)<br />
ha un diametro piccolo e un numero molto basso<br />
di coste ombelicali.<br />
Attribuzioni biostratigrafìche: gli esemplari della<br />
nuova specie sono stati raccolti a metà della Z. a<br />
Strombecki.<br />
CRUSSOLICERAS gr. ACRE (Neumayr, 1873)<br />
Fig.28G-H n.t.<br />
Materiale: n. inv. V220-80, V222-82, ME654.<br />
Misure:<br />
N. inv. D H 0 S H/D H/D O/D<br />
Neum. 1873 144 41 75,6 -- 0,284 0.525 --<br />
T.38,f.l<br />
V222-82 113,8 32 59 -- 0.281 0.518 --<br />
-- 85 25,5 44 24.8 0,30 0,517 0,291<br />
V220-80 75,7 22,5 38 -- 0.297 0.501 --<br />
Neumayr 225 62 117,7 -- 0,275 0.523 --<br />
1873, T.27, f.l