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ANTONELLA GANDOLFO LIMA RAMPOLLA

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investire tale innocua bestiola di facili credenze popolari che le mettono addosso lugubri vesti e<br />

nefasti presagi. Pertanto dirò: “Con la penna di... di un filo telefonico!...”. Ecco, mi spiego: questo<br />

libro è nato su un incontro di voci al telefono: “Pronto ? Buon giorno, Signor Sindaco...”. Proprio<br />

così! È nato da una mia iniziale telefonata al Sindaco di Martone, dottor Giorgio Imperitura.<br />

Com’è impensabile e romanzesca, a volte, la vita! A me è bastato sentire quella calda voce<br />

proveniente da un pugnetto della mia Calabria, da quel paesino, Martone, che io, in verità non ho<br />

mai veduto, ma che il mio cuore conosce a menadito, per riascoltare essenze, canzoni, ricordi della<br />

terra mia.<br />

Così, anche se il treno della vita mi ha portato tanto lontano, ho risentito quel profumo dolce<br />

e intenso di un passato per me non passato. E com’è tenero e struggente veder animarsi attorno le<br />

lucciole di occhi, di sorrisi, di volti cari e di voci mai scordate!... L’anima, che non vuol aver<br />

vecchiaia, per restar bambina sogna di udire ancora le storie vere che Rosa mi raccontava.<br />

Ascoltavo, incredula e rapita, vivendo in prima persona, e allora tempo e luoghi diventavan polvere<br />

incantata a cui davo colori, accordi e la stregata forma che fantasia mi dettava. Sì, Rosa narrava e<br />

narra a me d’allora, giovane fiore, a me di adesso, foglia d’autunno, per bussare alla porta di<br />

Calabria.<br />

Ora, come se scomponessi i giochi di un sottil raggio di sole sul filo d’acqua che cola giù<br />

dalla fontana, ho voluto chiudere in queste pagine, caleidoscopio di vite scheggiate, questi racconti;<br />

ecco perché ho scritto con i pennelli e con la mandola del cuore storie di storie vere... Ho chiuso gli<br />

occhi ed ho lasciato che la vecchia e stanca voce di Rosa mi parlasse ancora. In queste righe, son<br />

riapparse pallide ombre e stinti visi, nomi, ciascuno con la candela del suo destino. Ma io non ho<br />

voluto che solo questi fantasmi sian gli attori dei miei racconti, anzi, poiché questa penna è il grido<br />

ardente della mia Calabria, ho voluto che qui abbian voce, quali personaggi vivi, l’ulivo e il fico<br />

d’India, il mar dei gelsomini e quello viola, città e paesi, le casette e la campana di un vecchio<br />

campanile... A tutti, però, ho messo il cappuccio della favola modificando, talvolta, nomi e luoghi.<br />

Solo così son paga e vorrei espandermi sulla terra bruna, tra un ammucchiarsi di mura<br />

vecchie, sempre più solitarie e silenti. Sulla polvere d’oro della sabbia inseguo lune di mela acerba,<br />

basse e sfacciate sul davanzale del firmamento in una notte d’estate, tutta fremiti, quieti e suadenti,<br />

che con pause complici velano incontri d’amore... Le onde intonano in canone un salmo<br />

propiziatorio, poi, a sacrificio compiuto, s’infrangono, esauste, sulla spiaggia ancor calda.<br />

Vorrei... Vorrei... E mettendo un punto a queste pagine vere, le offro a Rosa, la mia teneratata<br />

schietto gelsomino della mia terra e selvaggio e dolce fico d’India pungente, e le dono ai miei<br />

boschi, braccia coperte di foglie che attorno mi farebbero cancello protettivo.<br />

Sogno e parlo con le piccole cose che mi sanno udire : lo scoiattolo fulvo raccoglie il mio<br />

messaggio e la mia nostalgia e al picchio lo passa affinché ne faccia silvano tamburo. Poi squittisce<br />

e, cercando per me altri colloqui, porta il mio cuore da ramo a ramo... La civetta, dagli occhi lucenti<br />

di sapiente feticcio sacrale, ha udito e pian piano a sé ripete le storie... (vere). Indi, solidale con le<br />

bizzarrie di chi gioca ad indossare la toga di scrittrice, mi dona la penna che cercavo !<br />

Così questa prima pagina affettuosamente dedico :<br />

A ROSA CANDIDO,<br />

figura dolcissima della mia vita che con tenero cuore di mamma e dedizione infinita mi fu accanto.<br />

Rosa; vigile anima, sacrificio senza pretesa alcuna, in silenzio, in un silenzio fatto di pazienza,<br />

rispetto, partecipazione, mai passiva accettazione... Rosa : amore senza limiti, pelle di lupo-cuore di<br />

colomba. E con lei e per lei questo mio libro di autentici racconti calabresi dedico a Martone,<br />

piccolo sasso della mia terra...<br />

E canto: Le perle di donna Calabria.

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