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il silenzio come stile di dio - CRISTIANI EVANGELICI

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anzi è preferib<strong>il</strong>e tacere 14 se non si ha nulla <strong>di</strong><br />

davvero valido da <strong>di</strong>re. E' preferib<strong>il</strong>e ascoltare ed<br />

imparare invece <strong>di</strong> forzare <strong>il</strong> <strong>di</strong>scorso solo per "<strong>di</strong>re<br />

la propria". Imparare è possib<strong>il</strong>e solo se si ascolta,<br />

ma ascoltare risulta davvero impossib<strong>il</strong>e se prima non<br />

si fa vero s<strong>il</strong>enzio.<br />

In questa <strong>di</strong>rezione è volto anche <strong>il</strong> terzo<br />

versetto-chiave al nostro esame, che si trova in<br />

Giobbe 13:5. Qui <strong>il</strong> protagonista dell'intero libro<br />

stigmatizza i suoi interlocutori, che gli stanno<br />

facendo perdere la pazienza, ed esclama: "Oh, se<br />

faceste s<strong>il</strong>enzio! Esso vi sarebbe contato <strong>come</strong><br />

saggezza!". I tre "amici" <strong>di</strong> Giobbe riuscirono a<br />

serbare <strong>il</strong> s<strong>il</strong>enzio per sette giorni e sette notti<br />

<strong>di</strong>nanzi al suo dolore (cfr. Gb. 2:13), ma certo<br />

avrebbero fatto meglio a continuare a tacere, evitando<br />

così dolori ancora maggiori a loro stessi ed agli<br />

altri.<br />

Il valore del s<strong>il</strong>enzio è riscontrab<strong>il</strong>e anche in<br />

questo: esso è la saggezza <strong>di</strong> evitare fac<strong>il</strong>i parole <strong>di</strong><br />

circostanza che risultano vuote e, talvolta, invece <strong>di</strong><br />

lenire le ferite producono ulteriori sofferenze 15 . Si<br />

tratta <strong>di</strong> parole <strong>di</strong> circostanza o <strong>di</strong> falsa saggezza<br />

che poi rischiano <strong>di</strong> provocare l'ira <strong>di</strong> Dio, <strong>come</strong><br />

successe agli "amici" <strong>di</strong> Giobbe (cfr. Gb. 42:7-8).<br />

A conclusione <strong>di</strong> quest'introduzione, ci<br />

apprestiamo dunque a scoprire quanto <strong>il</strong> s<strong>il</strong>enzio sia<br />

apprezzato dalla Bibbia, quanto esso sia parte<br />

integrante della natura dell'Eterno, e quanto sia<br />

necessario per cambiare in meglio la nostra vita su<br />

questa terra.<br />

14 In questo passo <strong>il</strong> verbo ebraico ut<strong>il</strong>izzato è invece vrx<br />

(=charàsh), che ha <strong>il</strong> significato forte <strong>di</strong> un s<strong>il</strong>enzio<br />

attivo e deliberato da parte <strong>di</strong> chi sceglie <strong>di</strong> non parlare<br />

pur potendo e sapendo <strong>di</strong>re la propria.<br />

15 Probab<strong>il</strong>mente per porre in evidenza tale aspetto, l'Autore<br />

ispirato usa qui <strong>il</strong> verbo tecnico charàsh, che rende un<br />

significato più specifico <strong>di</strong> "scegliere <strong>il</strong> s<strong>il</strong>enzio anche<br />

laddove si sarebbe capaci <strong>di</strong> parlare".<br />

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