il silenzio come stile di dio - CRISTIANI EVANGELICI
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tacquero 65 e non riferirono in quei giorni ad alcuno<br />
nulla <strong>di</strong> ciò che avevano visto" (9:36).<br />
Molto <strong>di</strong>verso fu l'atteggiamento dei farisei<br />
e dei sadducei. All'inizio del ministero pubblico del<br />
Cristo, essi furono messi più volte a tacere dal<br />
Figlio <strong>di</strong> Dio. Per esempio, nell'episo<strong>di</strong>o dell'uomo<br />
dalla mano secca: alla domanda <strong>di</strong> Gesù se fosse<br />
lecito, in giorno <strong>di</strong> sabato, fare del bene o del male,<br />
essi "tacquero 66 ", provocando l'in<strong>di</strong>gnazione e la<br />
tristezza del Maestro (Mc. 3:4-5 e par.). In<br />
quest'occasione, <strong>il</strong> s<strong>il</strong>enzio fu segnale <strong>di</strong><br />
vigliaccheria e d'impotenza: davanti all'autorità del<br />
Figlio <strong>di</strong> Dio è un bene che anche le nostre bocche<br />
umane si chiudano, ma talvolta questo non è un sintomo<br />
<strong>di</strong> um<strong>il</strong>tà.<br />
Al culmine del conflitto tra i religiosi del<br />
tempo e l'Id<strong>di</strong>o incarnato, alcuni sadducei andarono<br />
invece da Gesù per metterlo alla prova sul tema della<br />
resurrezione. Il Signore <strong>di</strong>ede loro un'in<strong>di</strong>menticab<strong>il</strong>e<br />
lezione <strong>di</strong> uso ed interpretazione delle Scritture (Mt.<br />
22:23-32 e par.), dopo alla quale alcuni farisei si<br />
radunarono insieme "avendo u<strong>di</strong>to che Egli aveva chiusa<br />
la bocca ai sadducei" (v.34). Anche in questo caso, la<br />
vanagloria degli uomini si infranse sugli scogli della<br />
sapienza <strong>di</strong>vina, davanti alla quale l'unica reale<br />
possib<strong>il</strong>ità era quella <strong>di</strong> osservare <strong>il</strong> più assoluto<br />
s<strong>il</strong>enzio.<br />
In un altro episo<strong>di</strong>o <strong>di</strong> questo periodo della<br />
vita <strong>di</strong> Gesù, i capi religiosi mandarono da Lui delle<br />
spie che gli chiesero se fosse lecito o no per un<br />
giudeo pagare <strong>il</strong> tributo a Cesare (Lc. 20:20-22 e<br />
par.), ma anche in quest'occasione la celebre risposta<br />
del Cristo (v.24-25) produsse una conseguenza: "essi<br />
non poterono coglierlo in parola davanti al popolo e<br />
meravigliati della Sua risposta, tacquero 67 " (v.26).<br />
65 E' significativo, a tal proposito, che <strong>il</strong> testo originale<br />
riporta qui <strong>il</strong> verbo greco sigào, che rende <strong>il</strong> senso <strong>di</strong> "non<br />
<strong>di</strong>re nulla" nell'accezione specifica <strong>di</strong> "trattenersi dal<br />
parlare". Per i <strong>di</strong>scepoli, cioè, fu una precisa e forse<br />
<strong>di</strong>ffic<strong>il</strong>e scelta quella <strong>di</strong> non riferire niente <strong>di</strong> quanto<br />
avevano visto.<br />
66 In quest'occasione, invece, troviamo nell'originale <strong>il</strong><br />
verbo siopào, che significa anche "<strong>di</strong>ventare s<strong>il</strong>enzioso, non<br />
<strong>di</strong>re neppure una parola" (cfr. nota n.7 a pag.6 <strong>di</strong> questo<br />
stu<strong>di</strong>o).<br />
67 In questo versetto riscontriamo la presenza del verbo greco<br />
sigào, da intendersi qui nella sua accezione generale <strong>di</strong><br />
"non <strong>di</strong>re niente, trattenre la propria lingua".<br />
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