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il silenzio come stile di dio - CRISTIANI EVANGELICI

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nutriamo la nostra fiducia in un Dio onnisciente ed<br />

onnipotente, che ha pazienza coi peccatori solo perché<br />

li chiama al ravve<strong>di</strong>mento, finché verrà <strong>il</strong> tempo della<br />

Sua ira e del Suo giu<strong>di</strong>zio.<br />

Sempre <strong>il</strong> maestro cantore Asaf, stavolta nel<br />

salmo 50, esprime queste realtà <strong>di</strong>rettamente dal punto<br />

<strong>di</strong> vista del Santo. Nel parlare con l'uomo empio,<br />

infatti, YHWH stesso descrive alcune caratteristiche<br />

salienti del comportamento <strong>di</strong> tal genere <strong>di</strong> persona<br />

(vv.16-20), concludendo <strong>il</strong> Suo <strong>di</strong>re con queste parole:<br />

"Tu hai fatto queste cose, ed Io ho taciuto; tu hai<br />

pensato che Io fossi del tutto <strong>come</strong> te, ma Io ti<br />

riprenderò, e ti metterò tutto davanti agli occhi"<br />

(v.21). E' vero, l'Eterno aveva taciuto per un po' <strong>di</strong><br />

tempo, perfino <strong>di</strong>nanzi alle iniquità più palesi, ma<br />

questo non legittimava nessuno a pensare che Egli<br />

avesse <strong>di</strong>menticato <strong>il</strong> peccato ed <strong>il</strong> peccatore, <strong>come</strong><br />

spesso facciamo noi uomini. Il suo temporaneo s<strong>il</strong>enzio<br />

non era in<strong>di</strong>fferenza o, peggio ancora, approvazione 29 :<br />

Dio guardava dalla Sua <strong>di</strong>mora e annotava ogni cosa sul<br />

Suo libro, fino al momento in cui sarebbe esplosa la<br />

Sua ira contro l'iniquità e contro chi l'aveva<br />

commessa.<br />

Il s<strong>il</strong>enzio del Signore, allora, è una realtà<br />

visib<strong>il</strong>e e tangib<strong>il</strong>e nella storia dell'umanità, che<br />

dev'essere intesa per quello che è: una caratteristica<br />

peculiare dell'unico vero Dio, i cui pensieri e le cui<br />

vie sono molto <strong>di</strong>versi e molto più alti dei nostri<br />

pensieri e delle nostre vie (cfr. Is. 55:8-9).<br />

Verso <strong>il</strong> popolo d'Israele<br />

29 Van Gameren (op. cit., p.377) sostiene che "troppo spesso <strong>il</strong><br />

s<strong>il</strong>enzio <strong>di</strong> Dio viene interpretato <strong>come</strong> approvazione del<br />

peccato da parte Sua (Mal. 2:17; 3:14-15). Non si comprende<br />

così che YHWH è <strong>il</strong> Completamente Altro, libero nel Suo<br />

giu<strong>di</strong>zio <strong>come</strong> nella Sua grazia".<br />

Allo stesso modo, Spurgeon (op. cit., vol.1, p.390) fa<br />

parlare Dio stesso nel commentare <strong>il</strong> passo e Gli fa <strong>di</strong>re<br />

all'empio: "Tu saprai che se Io sono stato zitto, non era<br />

perchè fossi sordo o muto: ti farò conoscere quello che tu<br />

hai tentato <strong>di</strong> <strong>di</strong>menticare, lascerò lo sgabello della<br />

misericor<strong>di</strong>a e mi metterò sul trono del giu<strong>di</strong>zio e <strong>di</strong> là ti<br />

farò vedere quale grande <strong>di</strong>fferenza c'è fra Me e te..."<br />

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