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il silenzio come stile di dio - CRISTIANI EVANGELICI

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così oggi <strong>il</strong> <strong>di</strong>scepolo <strong>di</strong> Cristo può scegliere anche<br />

<strong>il</strong> s<strong>il</strong>enzio, <strong>come</strong> risposta dall'Alto ad un mondo che<br />

rifiuta <strong>di</strong> ascoltare <strong>il</strong> messaggio <strong>di</strong> salvezza e si<br />

ostina a non voler cambiare la propria vita 60 . Il<br />

cristiano, anche oggi, è chiamato ad essere messaggero<br />

<strong>di</strong> salvezza e <strong>di</strong> giu<strong>di</strong>zio, ma <strong>di</strong> fronte alla reiterata<br />

ribellione degli uomini increduli, non deve sentirsi<br />

in colpa o sconfitto se sceglie <strong>il</strong> s<strong>il</strong>enzio e, <strong>di</strong><br />

conseguenza, continua unicamente a pregare per la<br />

salvezza degli uomini, confidando nell'onnipotenza del<br />

Signore degli eserciti...<br />

Altre volte, nella storia d'Israele, <strong>il</strong><br />

s<strong>il</strong>enzio è stato piuttosto sintomo <strong>di</strong> ubbi<strong>di</strong>enza e <strong>di</strong><br />

sottomissione a YHWH ed agli uomini da Lui scelti. Ad<br />

esempio, circa settant'anni dopo Amos, quando già le<br />

tribù <strong>di</strong> Efraim erano state deportate in Assiria per<br />

le loro ribellioni all'Eterno, anche alle porte <strong>di</strong><br />

Gerusalemme si presentò <strong>il</strong> potente esercito assiro,<br />

che asse<strong>di</strong>ò la capitale <strong>di</strong> Giuda ai tempi <strong>di</strong> Ezechia<br />

(intorno al 701 a.C.). Il generale assiro Rabshakè<br />

parlò con arroganza a tutto <strong>il</strong> popolo, cercando <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>ssuaderlo dall'avere fiducia nella liberazione<br />

dell'Eterno per mano <strong>di</strong> Ezechia (2 Re 18:28-35). Ma,<br />

sta scritto, "<strong>il</strong> popolo tacque e non gli rispose<br />

nulla, poiché <strong>il</strong> re aveva dato quest'or<strong>di</strong>ne: -Non gli<br />

rispondete!-" (v.36; par. Is.36:21) 61 .<br />

60 Da notare che in Amos 5:13 troviamo <strong>il</strong> verbo ebraico damàm,<br />

che significa anche "s<strong>il</strong>enzio in situazioni <strong>di</strong> <strong>di</strong>fficoltà".<br />

McComiskey, nel suo commentario a questo libro biblico, ha<br />

sostenuto che la scelta del profeta è stata forse<br />

determinata dalla considerazione che "la protesta avrebbe<br />

solo peggiorato la situazione; Amos comprese che l'innocente<br />

non avrebbe mai trovato la giustizia nel corrotto sistema<br />

giuri<strong>di</strong>co del tempo e pertanto era meglio evitare qualsiasi<br />

recriminazione che avrebbe piuttosto portato ad ulteriori e<br />

più gran<strong>di</strong> ingiustizie" ("Amos", in The Expositor's Bible<br />

Commentary, Zondervan, vol.7, p.313).<br />

61 Un altro episo<strong>di</strong>o - per certi tratti singolare - in cui <strong>il</strong><br />

s<strong>il</strong>enzio fu sintomo <strong>di</strong> ubbi<strong>di</strong>enza ad un'autorità, è quello<br />

che troviamo in Gdc. 3:19. Qui <strong>il</strong> giu<strong>di</strong>ce Ehud aveva ideato<br />

uno stratagemma per assassinare <strong>il</strong> re moabita Eglon, e per<br />

far questo doveva rimanere solo con lui. Eglon gli consentì<br />

<strong>di</strong> avere un <strong>di</strong>alogo privato ed al suo or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> star zitti,<br />

rivolto a tutti quelli che gli stavano vicini, questi ultimi<br />

"uscirono", ubbidendo all'or<strong>di</strong>ne del re, che fu poi ucciso<br />

dal giu<strong>di</strong>ce d'Israele, <strong>il</strong> quale liberò la sua nazione<br />

dall'oppressore straniero (siamo intorno al XIV secolo<br />

a.C.).<br />

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