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to questo periodo le crisi arrivavano e si impadronivano della mia<br />

vita. Nessuno era stato <strong>in</strong> grado di <strong>in</strong>dividuare il disturbo e gli unici<br />

rimedi prescritti erano ant<strong>in</strong>fiammatori molto potenti che non avevano<br />

nessun effetto. La malattia peggiorava, il fegato si <strong>in</strong>tossicava.<br />

Quando trovavo un farmaco abbastanza potente da annientare il<br />

dolore, arrivavo all’assuefazione dopo pochi mesi. E i dolori peggioravano.<br />

Dopo aver scoperto quale fosse il mio problema <strong>in</strong>iziò il calvario al<br />

centro cefalee. Avevo 27 anni. Psicofarmaci, antidepressivi triciclici,<br />

sumatriptani. Mi sentivo drogata, ma era una droga legale. Gli effetti<br />

collaterali erano terribili. Non potevo guidare, lavorare, concentrarmi<br />

(i sumatriptani vanno usati sotto stretta sorveglianza). La matt<strong>in</strong>a<br />

mi svegliavo con un peso fortissimo alla testa: la bocca sempre<br />

amara, per tutto il giorno. Il cibo non aveva più nessun gusto. Non<br />

potevo svolgere nessun tipo di attività che richiedesse un m<strong>in</strong>imo di<br />

attenzione. Mi sentivo <strong>in</strong>ebetita, non riuscivo a parlare senza perdere<br />

il filo del discorso. Chi mi conosceva bene diceva che sembravo<br />

un’altra: gli occhi sembravano spenti ed io sembravo distaccata dal<br />

mondo reale. E i dolori aumentavano.<br />

In quel periodo le crisi aumentarono di frequenza, durata ed <strong>in</strong>tensità.<br />

Smisi di lavorare: sei mesi di aspettativa. Sei mesi <strong>in</strong> cui non<br />

ricordo di aver vissuto. La cura non aveva effetto: al centro cefalee mi<br />

prescrissero ulteriori farmaci: betabloccanti per abbassare la pressione<br />

sanguigna. Chiesi spiegazioni, soffro di pressione bassa. Mi dissero<br />

che abbassando la pressione anche il dolore pulsante doveva cessare.<br />

Non mi sembrò una buona idea. Gli effetti furono disastrosi:<br />

oltre agli effetti collaterali degli altri farmaci ero anche debolissima e<br />

ormai facevo fatica ogni giorno ad alzarmi. La neurologa mi disse che<br />

quello era il Protocollo Sanitario nazionale di terapia del dolore.<br />

Non c’erano alternative a quei farmaci. Potevano variare le dosi, le<br />

modalità di somm<strong>in</strong>istrazione, ma la sostanza sarebbe rimasta quella.<br />

Ricordo che mi colpì moltissimo quello che mi dissero riguardo<br />

ai sumatriptani (farmaco “rivoluzionario” per l’emicrania). Sono farmaci<br />

s<strong>in</strong>tomatici, da assumere all’<strong>in</strong>sorgere della crisi. Ma possono<br />

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