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oralmente a pazienti con convulsioni generalizzate da grande<br />
male, o crisi focali, due non furono mai pubblicati. Inoltre, tutti<br />
gli studi hanno esam<strong>in</strong>ato solo piccoli gruppi, mentre provare l’efficacia<br />
degli anti-convulsivanti richiederebbe un gran numero di<br />
pazienti seguiti per mesi, poiché la frequenza delle crisi è altamente<br />
variabile e la risposta alla terapia varia a seconda del tipo di convulsioni.<br />
Inf<strong>in</strong>e, anche una recentissima rassegna sugli usi terapeutici<br />
di cannabis e cannab<strong>in</strong>oidi (Robson, 2001) sottol<strong>in</strong>ea a<br />
proposito di epilessia che, se i casi aneddotici sono numerosi, i<br />
risultati della ricerca sull’uomo sono «virtualmente non esistenti».<br />
Da un altro punto di vista, Gordon e Dev<strong>in</strong>sky (2001) hanno analizzato<br />
la letteratura sui possibili problemi dell’uso di marijuana<br />
da parte di soggetti epilettici. Anche per loro la ricerca sugli effetti<br />
della marijuana sulle convulsioni non ha ancora raggiunto conclusioni<br />
né sugli animali né sull’uomo. Ci sono al momento dati<br />
<strong>in</strong>sufficienti per determ<strong>in</strong>are se l’uso occasionale o cronico di<br />
marijuana <strong>in</strong>fluenzi la frequenza delle crisi. Alcune prove suggeriscono<br />
che la marijuana e i suoi componenti attivi abbiano effetti<br />
antiepilettici, ma questi potrebbero essere specifici per le crisi parziali<br />
o tonico-cloniche. Inoltre, <strong>in</strong> alcuni modelli animali, la<br />
marijuana o i suoi costituenti possono abbassare la soglia delle crisi<br />
e qu<strong>in</strong>di facilitare le convulsioni. Studi cl<strong>in</strong>ici prelim<strong>in</strong>ari e non<br />
controllati, suggeriscono che il cannabidiolo potrebbe avere effetti<br />
antiepilettici nell’uomo. L’uso o la sospensione dell’uso di<br />
marijuana potrebbero potenzialmente scatenare convulsioni <strong>in</strong><br />
pazienti suscettibili.<br />
In conclusione, i dati scientifici a sostegno dell’uso dei cannab<strong>in</strong>oidi<br />
nel trattamento dell’epilessia sono ancora <strong>in</strong>sufficienti ed<br />
ulteriori ricerche andranno svolte prima di poterne ipotizzare l’impiego<br />
<strong>in</strong> studi cl<strong>in</strong>ici su larga scala.<br />
Un impulso alle ricerche <strong>in</strong> questa direzione potrebbe venire dal-<br />
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