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L’intens<strong>it</strong>à del sentimento d’amore, la sant<strong>it</strong>à dell’amicizia, la profond<strong>it</strong>à degli affetti<br />
familiari sono i temi fondamentali del canzoniere catulliano, da cui non sono però<br />
esclusi tutti gli altri aspetti della movimentata v<strong>it</strong>a nella cap<strong>it</strong>ale del giovane poeta<br />
cisalpino: gli scherzi tra amici (cc. 2 a, 6,13, ecc.), le polemiche letterarie, altre donne,<br />
che però non reggevano al confronto con Lesbia, e anche una relazione omosessuale,<br />
con il giovane e timido Giovenzio (cc. 15, 21, 24 ecc.).<br />
La donna che rappresentò per Catullo oggetto di desiderio e passione, fonte di dolcezza<br />
e speranza, causa di disillusione, disperazione e dolore, cantata con lo pseudonimo<br />
di Lesbia per la sua cultura e intelligenza, bellissima e spregiudicata, molto<br />
più matura di lui, apparteneva alla più alta aristocrazia. Era la seconda delle tre sorelle<br />
del tribuno P. Clodio Pulcro, fautore dei populares e nemico di Cicerone, moglie<br />
di Q. Metello Celere, governatore della Gallia Cisalpina all’epoca del primo incontro<br />
tra Catullo e Lesbia, poi console. Frequentava i salotti della cap<strong>it</strong>ale, sosteneva<br />
l’attiv<strong>it</strong>à pol<strong>it</strong>ica del fratello – a cui secondo Cicerone era legata da rapporti incestuosi<br />
–, con grande abil<strong>it</strong>à e spregiudicatezza, servendosi della sua bellezza e del<br />
suo fascino. Niente di più lontano dal modo di sentire di Catullo, concentrato nel suo<br />
mondo interiore, che era dominato e tormentato da questo amore, fatto di baci, di<br />
dolcezza e di giorni splendidi, ma anche di tradimenti, di l<strong>it</strong>igi, di promesse infrante.<br />
L’aspirazione del poeta era un legame basato sulla fides e sulla totale dedizione che<br />
fosse più saldo e passionale del matrimonio, ma di cui conservasse tutte le caratteristiche<br />
di sacral<strong>it</strong>à. Il poeta anticonformista non faceva gran conto del mar<strong>it</strong>o di Lesbia,<br />
ma a lei richiedeva la fedeltà e la dedizione dalla tradizione richiesta al matrimonio.<br />
Non era il legame coniugale di Lesbia a tormentarlo, ma i suoi tradimenti,<br />
che si fecero più numerosi e scoperti proprio dopo la morte di Metello. Così Catullo,<br />
costretto a constatare l’impossibil<strong>it</strong>à di realizzare il suo sogno di un amore duraturo<br />
ed esclusivo, si dibatte tra la disperazione e l’accettazione apparentemente spregiudicata<br />
dei tradimenti (c. 68), tra il lamento (c. 75) e il disprezzo (c. 58), fino al desiderio<br />
di liberarsi dall’insana passione e alla speranza di una pace defin<strong>it</strong>iva (c. 76).<br />
La stessa profond<strong>it</strong>à di sentimenti e la stessa lealtà che cerca nella sua donna Catullo<br />
richiede agli amici, per i quali sa trovare intense parole di affetto, come nei carmi<br />
dedicati a Fabullo e Veranio (cc. 9, 13, 28, 47) o a Licinio Calvo (cc. 14, 50, 96), o<br />
anche ad Allio, il caro amico nella cui casa forse avvenne il primo incontro con Lesbia<br />
(c. 68 a); a tanti altri giovani amici Catullo si rivolge con accenti di intim<strong>it</strong>à scherzosa<br />
e con chiari riferimenti a una consonanza di interessi e gusti artistici. Sono i<br />
poetae novi con cui condivide il culto per il lepos e la venustas, le dispute letterarie,<br />
ma anche le cene, gli scherzi, le battute (cc. 13, 53 ecc.). Se però gli amici non rispettano<br />
il patto basato sulla fides, se il loro comportamento non risponde al modello<br />
di lealtà che il poeta ha in diverse occasioni delineato, il tono diventa sprezzante e<br />
aggressivo, molto simile a quello che riserva ai nemici (cc. 29, 57, 94 ecc.) ai rivali in<br />
amore (cc. 37, 39, 40, 74, 80, 88 ecc.), ai cattivi poeti (cc. 22, 36, 95). Gli accenti sono<br />
propri dell’invettiva, l’aggressiv<strong>it</strong>à è quella giambica, talvolta anche nell’ultima sezione<br />
del liber, dove la battuta rapida e feroce risponde alla tecnica epigrammatica.<br />
Oltre i legami dell’amicizia Catullo sente con intens<strong>it</strong>à gli affetti familiari: anche se<br />
l’unico riferimento personale in questo senso è quello alla morte del fratello (cc. 65,<br />
66, 67, 101), la profond<strong>it</strong>à e la sacral<strong>it</strong>à dei vincoli familiari emergono in più luoghi dei<br />
carmi, che fanno della famiglia uno dei cardini della v<strong>it</strong>a sociale e individuale, come<br />
nei cc. 9 e 72, ma anche nel c. 64, dove «Catullo … indica appunto la colpa degli uomini<br />
in una serie di violazioni delle leggi che regolano le relazioni familiari» (Bettin).<br />
L’amore per Lesbia<br />
L’amicizia e gli affetti<br />
familiari<br />
Catullo 317