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to l’unico manoscritto da cui derivano tutti i codici completi di Tibullo. Ma restano
vari Florilegi più antichi, cioè antologizzazioni per l’uso scolastico.
La fortuna riprende nel Cinquecento, quando soprattutto in Francia Tibullo è considerato
il modello del genere elegiaco, e perdura fino al Settecento. In questo secolo
è considerato il classico dell’elegia sentimentale e della malinconia, un modello
delle pastorellerie galanti e rococò dell’Arcadia.
Dopo avere suscitato l’interesse del Gœthe delle Elegie romane, la fortuna di Tibullo
declina in età romantica, con l’eccezione del Carducci e del giovane D’Annunzio,
che canta «Il ritmo sereno di Albio Tibullo, ove ride/ l’immensa pace de la campagna
in fiore,/ ove ridon gli azzurri del cielo latino ed i soli/ flavi e le nuvole come in
un terso rio» (Canto novo). In tempi recenti Tibullo ha goduto di buona fortuna come
autore scolastico, proposto agli studenti soprattutto per la sua accessibilità. Ma
la vera importanza di questo poeta nella cultura contemporanea sta nell’avere elaborato,
insieme con Catullo e gli altri elegiaci, una concezione nuova e ancora attuale
del rapporto di coppia: «Attraverso Catullo, Orazio e gli elegiaci si viene configurando
una concezione della donna e dell’amore che presenta molti aspetti in
comune con la nostra mentalità: essa fa riferimento a un rapporto libero, diverso
sia dal matrimonio sia dalla frequentazione di compagne occasionali, regolato
esclusivamente dall’amore … Non a caso l’elegia erotica latina diverrà nei secoli il
modello di tutta la poesia d’amore occidentale, dalla lirica provenzale ai Fiori del
male di Baudelaire » (G. Pontiggia).
Tibullo e il Corpus Tibulliano 345
Rinascimento e Settecento
Otto-, Novecento