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Caratteri generali dell’elegia latina<br />

I caratteri – formali, contenutistici, ideologici – dell’elegia latina possono essere così<br />

riassunti:<br />

• composizione di maggiore lunghezza (anche di più di 100 versi) rispetto all’epigramma<br />

in distici;<br />

• central<strong>it</strong>à della vicenda privata dell’autore, il quale si esprime in prima persona,<br />

in forma di monologo oppure rivolgendosi a un interlocutore, di sol<strong>it</strong>o l’amata.<br />

Anche il patrimonio m<strong>it</strong>ologico è sfruttato in chiave soggettiva, cioè serve a nobil<strong>it</strong>are<br />

e a chiarire, nel confronto col paradigma m<strong>it</strong>ico, il sentimento del poeta;<br />

• totale dedizione alla donna e concezione della poesia come testimonianza<br />

d’amore e omaggio. L’amore si configura come serv<strong>it</strong>ium, schiav<strong>it</strong>ù spesso dolorosa.<br />

La dedizione assoluta e senza riserve preclude al poeta la partecipazione<br />

alla v<strong>it</strong>a attiva (pol<strong>it</strong>ica, affaristica, ecc.);<br />

• contrapposizione del «personale» al «sociale», cioè di un’etica del privato<br />

(otium) a un’etica dell’impegno per la res publica (negotium). Il poeta elegiaco<br />

non sa integrarsi nel progetto augusteo di ricostruzione di una società civile fondata<br />

sul mos maiorum, dopo il dramma delle guerre civili. Su questo punto è evidente<br />

la continu<strong>it</strong>à con la «rivoluzione etica» dei poetae novi;<br />

• insoddisfazione del rapporto amoroso. La rinuncia a una v<strong>it</strong>a impegnata – che di<br />

per sé genera sensi di colpa in un c<strong>it</strong>tadino romano – non è di sol<strong>it</strong>o compensata<br />

dalle gioie del rapporto amoroso. Questo è irto di ostacoli e poco appagante. Spesso<br />

è un rapporto rubato, un furtum (la donna è sposata e ben sorvegliata dal mar<strong>it</strong>o).<br />

Ma, quand’anche il vir sia di larghe vedute, è la donna stessa che in genere<br />

non ricambia l’amore del poeta, almeno non con la stessa dedizione ed esclusiv<strong>it</strong>à:<br />

spesso ha altri amanti e comunque non intende vincolarsi in un foedus troppo impegnativo.<br />

L’asimmetria del rapporto – o, forse banalizzando, l’assenza di un equilibrio<br />

tra «costi» e «benefici» nella relazione con l’amata – genera frustrazione e<br />

sofferenza. Frequenti sono pertanto le espressioni dell’amore non corrisposto o<br />

contrastato (tradimenti, l<strong>it</strong>i, gelosie) fino al discidium («rottura») e all’irreparabile divortium.<br />

Ne consegue il carattere lamentoso di «pianto in versi» (flebile carmen),<br />

quasi un r<strong>it</strong>orno dell’elegia alle sue presunte origini trenodiche (vedi p. 277);<br />

• incoerenza ideologica. Questi poeti seguono un modello di comportamento basato<br />

su valori ant<strong>it</strong>etici a quelli repubblicani tradizionali: poesia come lusus, spir<strong>it</strong>o<br />

laico, rapporti amorosi al di fuori del matrimonio, mondan<strong>it</strong>à gaudente, lusso e<br />

raffinatezza. Ma poi, come per una nostalgia inconfessata per il buon tempo antico,<br />

pretendono di uniformare la loro relazione extraconiugale, privata e galante,<br />

ai valori tipici del mos maiorum: lealtà, virtù in guerra, sincer<strong>it</strong>à, pudore, frugal<strong>it</strong>à,<br />

religios<strong>it</strong>à. Così dall’amante affascinante e disinib<strong>it</strong>a (spesso una cortigiana o<br />

una liberta) pretenderebbero lealtà assoluta (fides) e l’impegno in un foedus<br />

(«patto di fedeltà») di tipo quasi matrimoniale. Inoltre la domina beneficiaria del<br />

serv<strong>it</strong>ium amoris dovrebbe possedere anche le virtù canoniche della matrona<br />

romana (pudic<strong>it</strong>ia, cast<strong>it</strong>as, ecc.). Anche molte delle virtù tradizionali del civis<br />

Romanus, dopo essere state respinte, sono acquis<strong>it</strong>e nel nuovo modello etico e<br />

ridefin<strong>it</strong>e nella prospettiva della central<strong>it</strong>à del rapporto amoroso. Così la virtus<br />

mil<strong>it</strong>are, la patientia, lo stesso concetto di mil<strong>it</strong>ia sono trasfer<strong>it</strong>i dal miles all’amante,<br />

il quale nell’esercizio della mil<strong>it</strong>ia amoris deve possedere requis<strong>it</strong>i non<br />

troppo diversi da quelli del soldato. Di qui anche l’impiego di lessico, metafore,<br />

immagini, tratte dall’amb<strong>it</strong>o mil<strong>it</strong>are.<br />

Caratteri generali dell’elegia latina 337

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