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Di qui anche la sostanziale sincer<strong>it</strong>à dell’adesione al programma augusteo da parte<br />

di Orazio, le cui odi civili riflettono sentimenti radicati nella società contemporanea<br />

e non sono liquidabili come propaganda in versi. E se talora, leggendo le odi<br />

civili, si ha l’impressione del contrario, è solo che il sublime poco s’accorda con la<br />

sua ispirazione più autentica, come egli stesso chiarisce nella recusatio a cantare<br />

Augusto nello stile elevato di Pindaro (IV 2): «Forti colpi di vento in alto levano per<br />

le distese delle nubi il cigno Tebano. Io, come l’ape che il grad<strong>it</strong>o timo in Apulia coglie<br />

a fatica … modulo carmi modesti a prezzo di gran pena».<br />

Lo stile<br />

Stilisticamente disuguali in rapporto alla varietà degli argomenti e delle s<strong>it</strong>uazioni tipica<br />

del giambo, gli Epodi si caratterizzano negativamente, rispetto alla produzione<br />

seguente, per i toni aspri ed enfaticamente «espressionistici», per il linguaggio teso<br />

e carico, per la molteplic<strong>it</strong>à degli echi letterari non bene assimilati. L’esuberanza<br />

giovanile, l’imperizia letteraria e, in parte minore, le necess<strong>it</strong>à del genere, spiegano<br />

l’assenza di misura e la ridondanza espressiva nei versi di quello che sarà il poeta<br />

della misura classica e della brev<strong>it</strong>as.<br />

Lo stile delle Odi presuppone, come s’è già detto, la duplice esperienza tecnica dei<br />

lirici greci arcaici e dei poeti ellenistici, a cui Orazio imprime il marchio inconfondibile<br />

del classicismo augusteo.<br />

All’effetto di sobrietà e limpidezza classica concorrono il tono medio – corrispettivo<br />

linguistico della mediocr<strong>it</strong>as – lontano dal realismo espressionistico degli epodi, ma<br />

anche, di norma, dal pindarismo; la dizione poetica essenziale, levigata;<br />

l’accuratezza e n<strong>it</strong>idezza plastica delle immagini, di luminos<strong>it</strong>à trasparente e serena;<br />

la struttura, progettata in modo un<strong>it</strong>ario, per lo più simmetrica, funzionale alla ripartizione<br />

e allo sviluppo dei contenuti (l’arch<strong>it</strong>ettura dell’ode I 1 è esemplare).<br />

Insomma, «se per classicismo intendiamo la forma artistica come espressione perfetta<br />

… come sapiente disegno dell’immagine in r<strong>it</strong>mi non ag<strong>it</strong>ati … Orazio deve r<strong>it</strong>enersi<br />

della letteratura latina l’esempio più alto di poeta classico» (Cetrangolo).<br />

Poeta di suggestioni rapidissime, Orazio sa condensare la propria saggezza in poche<br />

formulazioni n<strong>it</strong>ide, incisive, pregnanti, frutto di una ricerca linguistica operosa<br />

condotta più sull’asse della combinazione che della selezione: cioè rivolta alla ricerca<br />

di accostamenti di parole ined<strong>it</strong>i, piuttosto che all’impiego di un lessico inusuale o<br />

raro. Ciò significa economia di mezzi linguistici, uso parsimonioso di neoformazioni,<br />

massima attenzione all’energia espressiva che la parola sprigiona in virtù della posizione<br />

nella catena metrico-r<strong>it</strong>mica o per effetto dell’interazione semantica con altra<br />

parola vicina. Così vocaboli consueti, valorizzati dalla collocazione strategica e dalle<br />

associazioni insol<strong>it</strong>e, perdono la patina dell’ab<strong>it</strong>udine, riprendono v<strong>it</strong>al<strong>it</strong>à e sono percep<strong>it</strong>i<br />

come nuovi: dixeris egregie, notum si callida verbum / reddider<strong>it</strong> iunctura novum,<br />

«ti esprimerai in modo originale se un abbinamento accorto renderà nuovo un<br />

vocabolo usuale» (Ars 47 ss.). Basterà come esempio la iunctura (davvero callida)<br />

simplex mund<strong>it</strong>iis, «semplice e insieme elegante», rifer<strong>it</strong>a a una giovane donna (I 5,<br />

5): pare un ossimoro, in realtà tra i due termini c’è tensione ma non opposizione, infatti<br />

cooperano a definire un concetto chiave dell’estetica, e dell’etica, oraziana.<br />

In questa tendenza a vedere il maggiore lumen poeticum nella dislocazione delle<br />

parole, Orazio deve forse qualcosa ad Alceo.<br />

Dalla lezione callimachea e neoterica dipendono la cura paziente dello stile e<br />

l’ideale della brev<strong>it</strong>as, di una scr<strong>it</strong>tura senza ridondanze, di una rappresentazione<br />

Gli Epodi<br />

Il classicismo delle Odi<br />

La callida iunctura<br />

Callimachismo e culto<br />

della brev<strong>it</strong>as<br />

Orazio lirico 329

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