Scuola e Cultura - Ottobre 2009 - scuola e cultura - rivista
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<strong>Ottobre</strong> <strong>2009</strong><br />
Marcovaldo, dalla prosa ai versi, al fumetto<br />
In equilibrio tra sogno e realtà<br />
Marcovaldo, una delle opere più<br />
rappresentative di Italo Calvino non delude<br />
mai. Si presenta istruttiva e bella: un<br />
binomio difficile da trovare altrove!<br />
E’ la storia di un manovale e delle sue avventure in<br />
una città sopraffatta dal cemento, abitata da gente<br />
particolarmente aggressiva, che non apprezza le<br />
piccole cose, tanto meno qualunque “segno”<br />
superstite di quel “verde” che è stato cancellato.<br />
E’ un libro che si legge piacevolmente, grazie allo<br />
stile semplice, chiaro, poetico, che caratterizza<br />
l’autore.<br />
Le novelle sono divertenti, anche se con un<br />
“retrogusto” malinconico, hanno un che di fumettistico<br />
e suscitano nel lettore sentimenti diversi: simpatia,<br />
delusione, amarezza…<br />
Queste sono le peculiarità dell’opera che hanno<br />
indotto a sceglierla quale libro di narrativa da<br />
proporre ai ragazzi, ponendola al centro di una serie<br />
di attività di lettura, riscrittura, trasposizione.<br />
Con facilità il testo si è, infatti, prestato a motivare<br />
alla comunicazione, nelle sue diverse espressioni.<br />
Naturalmente ha sollecitato il coinvolgimento degli<br />
alunni in quello che è l’aspetto “motorio” della stessa<br />
motivazione, che spinge ad ascoltare o a parlare, a<br />
leggere o a scrivere, per soddisfare un desiderio<br />
personale, in quello che è l’aspetto “rappresentativo”,<br />
nella misura in cui ha suscitato “curiosità, meraviglia<br />
ed ha indotto a procedere nella lettura, in quello che<br />
è l’aspetto “affettivo”, per il quale gli alunni sono stati<br />
spinti a parlare o a scrivere con piacere, ed infine in<br />
quello che è l’aspetto “sociale”, legato alla<br />
valorizzazione che il gruppo – classe ha accordato al<br />
loro raccontare oralmente, alle loro produzioni di<br />
versi e di fumetti.<br />
Sicuramente si ritiene che la scelta ricaduta sul libro<br />
“Marcovaldo”, quale testo di narrativa da proporre ai<br />
ragazzi della <strong>scuola</strong> secondaria di 1° grado, sia stata<br />
abbastanza valida, in quanto l’opera, per la sua<br />
ricchezza di idee e di vocabolario che, senza dubbio,<br />
non è presente nel linguaggio parlato dei<br />
preadolescenti, si presenta quale strumento efficace<br />
per avviare alla formazione del gusto del leggere e<br />
all’arricchimento naturale del patrimonio interiore e<br />
linguistico- espressivo di ciascuno.<br />
Conoscere, comprendere, apprezzare un libro,<br />
significa, inoltre, anche aver la capacità di smontarlo,<br />
manipolarlo, per poi giungere ad un testo che, per<br />
quanto simile al primo, è sempre un testo “nuovo”.<br />
Questa consapevolezza ha indotto a proporre ai<br />
ragazzi un’attività di trasposizione in versi delle<br />
novelle di “Marcovaldo”, che ha presupposto tutto un<br />
lavoro sulla lingua, ha significato per gli alunni un<br />
dover scomporre in sequenze, un dover enucleare<br />
informazioni, un doversi sottoporre, per riuscire a<br />
“versificare”, ad alcune restrizioni di natura fonetica e<br />
ritmica, a scelte lessicali, ecc.<br />
Tale attività ha,<br />
però, voluto essere<br />
anche e, forse,<br />
soprattutto, uno<br />
sprone per i<br />
ragazzi ad operare,<br />
successivamente, il<br />
passaggio dalla<br />
“poesia”. al “poetico”.<br />
DIDATTICA<br />
29<br />
Rita Stanca<br />
Vicedirettore di <strong>Scuola</strong> e <strong>Cultura</strong><br />
Infatti, spesso, è la consapevolezza di pos-sedere gli<br />
strumenti tecnici che consentono di “masticare” la<br />
materia sonora della lingua che permette al ragazzo<br />
di esprimere il “poetico”, cioè l’emozione indefinita<br />
che alimenta la fantasticheria e tutto ciò che<br />
trasforma soggettivamente la realtà, attraverso la<br />
poesia che è essenzialmente un fatto di lingua.<br />
Trasversali a tutte le attività sono stati il piacere, il<br />
divertimento, il coinvolgimento generale degli alunni!<br />
Rita Stanca