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Scuola e Cultura - Ottobre 2009 - scuola e cultura - rivista

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<strong>Ottobre</strong> <strong>2009</strong><br />

Quando dirada e tace la vita diurna<br />

si fanno udire i rumori della città notturna:<br />

il pedalare,<br />

il lontano schiamazzare,<br />

il profondo russare,<br />

il camminare…<br />

Una notte d’estate il misero manovale,<br />

con la testa affondata nel suo guanciale,<br />

non riusciva per niente purtroppo a dormire<br />

e tutti i rumori lui stava ad udire:<br />

un tacco veloce che batteva sul selciato,<br />

il raccoglitore di ogni mozzicone buttato,<br />

il fischio di chi solo si sentiva<br />

ed un dialogo tra amici<br />

che il manovale non capiva.<br />

Amava decifrare il rumore distante,<br />

ma a volte lo interrompeva<br />

il pianto di un lattante.<br />

Lo teneva sveglio anche il gemito di un malato,<br />

oppure quello di un pendolo che batteva ritmato.<br />

In ogni presenza umana un fratello riconosceva<br />

che nella sua stessa situazione viveva.<br />

Anch’egli come lui, in tempo di ferie era inchiodato<br />

in quel forno di cemento impolverato,<br />

dal peso della famiglia schiacciato.<br />

Quella notte, ogni piccolo rumore s’era attutito<br />

e Marcovaldo percepì un corto muggito.<br />

In quel regno caldo, buio e disabitato,<br />

udì lontano d’un cane il latrato.<br />

In strada di fretta coi bimbi salì<br />

ed i vaccari urlare lui presto sentì:<br />

era una mandria che per la città passava<br />

e in montagna, per l’alpeggio, si recava.<br />

Vider le mucche che l’ odor di strame<br />

e di fiori trascinavan<br />

e che passo dopo passo più piano andavan.<br />

I mandriani invece eran impazienti,<br />

e i cani facevan il loro lavoro<br />

con musi dritti e attenti.<br />

I figlioli domandavan tutto sul bestiame,<br />

mentre Michelino, il più grande,<br />

già sapendo, stava solo ad osservare.<br />

E, per verificar che ciò<br />

che sapeva era vero,<br />

seguì la mandria trotterellando<br />

come un cane severo.<br />

Marcovaldo, mentre a casa ritornava,<br />

s’accorse che Michelino con loro non stava.<br />

Andò per le strade veloce a cercarlo,<br />

purtroppo però non riusciva a trovarlo.<br />

Così in caserma si recò<br />

e la scomparsa ne denunciò.<br />

Al commissario espose la situazione<br />

ed egli espresse la sua opinione:<br />

in vacanza, in montagna,<br />

Michelino sarebbe andato<br />

e grasso e abbronzato sarebbe tornato.<br />

Di ciò, giorni dopo, ebbe conferma<br />

da un impiegato<br />

che dalle ferie era tornato:<br />

il ragazzo a un passo di montagna<br />

aveva incontrato<br />

e in gran forma l’aveva trovato.<br />

Marcovaldo lo invidiava<br />

e all’ombra di un abete e in un prato<br />

lo immaginava.<br />

Alla mamma, che non si dava pace,<br />

tanto mancava<br />

anche se averne uno in meno a tavola<br />

molto la sollevava.<br />

Intanto tutti i giorni il manovale,<br />

era a udire i rumori della strada dal davanzale,<br />

finché all’alba della nuova settimana,<br />

sentì un rumore di campanacci e aprì la persiana:<br />

vide Michelino al collare d’ una mucca aggrappato,<br />

che dondolava, addormentato,<br />

come la bestia su cui era posato.<br />

La famiglia lo abbracciò.<br />

Lui, stanco e affaticato, si svegliò<br />

“Ho lavorato senza sosta!!”<br />

ai cari spiegò<br />

ed un po’ deluso a dormire andò.<br />

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