Scuola e Cultura - Ottobre 2009 - scuola e cultura - rivista
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<strong>Ottobre</strong> <strong>2009</strong><br />
Da Leopardi a Petrarca lo sguardo di Rilke<br />
nello spirito dell’Amore<br />
Non viviamo tutti dentro un rebus?<br />
(G. Arpino, Anima persa)<br />
1.<br />
Silenzio e Solitudine accompagnano<br />
l’esperienza di pensiero e di creatività<br />
artistica in Rilke lungo la sua vita<br />
movimentata, anzi la costituiscono e la caratterizzano<br />
come qualcosa di fortemente assorto (Viareggio,<br />
Duino, Capri).<br />
L’Amore poi è l’idea motrice di lui che impronta, dirige<br />
la vita, Amore inteso secondo un atteggiamento<br />
mistico concreto (non aereo) e non valido se non<br />
abbondantemente sentito nel gran mistero o nel<br />
segreto sottile delle Cose, dell’Essere. Ecco<br />
animarsi su questo quadro l’Enigma, l’elemento<br />
essenziale della sua concezione di esistenza e il<br />
conseguente modo tutto suo di guardare-riflettere<br />
estatico, fatto di trasalimenti, di slanci improvvisi, di<br />
incertezze e paure, di subitanei distacchi e blando<br />
attenuarsi di entusiasmi, fatto di parole e di pause, di<br />
lontananza dagli stessi affetti (Clara Westhoff, Magda<br />
von Hattingberg) come dai luoghi fisici (Duino,<br />
assente quasi nelle Elegien), tutt’al più proclamati<br />
nella loro simbolicità emblematica (la pianura russa, il<br />
paesaggio solitario a Worpswede, il fico a Capri,<br />
l’albero nel vuoto a Duino, l’Arno e la notte, la ghiaia<br />
nel silenzio serale di Viareggio, la caduta delle stelle<br />
a Ronda, oppure il movimento delle vie di Parigi, le<br />
impressioni a Venezia fra lo stare e l’estenuarsi sulle<br />
acque, il maniero di Muzot), come ancora da quegli<br />
oggetti viceversa rilevanti nella loro significanza<br />
inconsueta (la mano sotto il tavolo nel Malte, la<br />
saponetta raccontata dalla Hattingberg, le fontane di<br />
Roma con il senso della metamorfosi, e prima fra<br />
tutte la rosa con la sua valenza emblematica di<br />
morte, un senso di morte attivo in tanta parte<br />
dell’opera e ritrovabile già in quella consistenza di<br />
morte, quale «ein bläulicher Absud / in einer Tasse<br />
ohne Untersatz»). Viaggi continui (Mittner) mai<br />
appaganti e rigoroso star solo con se stesso<br />
(Carossa).<br />
Tutta la vita è un grande mistero nel Nulla, «um<br />
Nichts», in quel venir meno del sensibile e persino<br />
del Bello, così necessario per il maturare, il suo<br />
«Reifen», nel processo continuo della Metamorfosi,<br />
un Nulla non negativo assoluto, ma riferito proprio a<br />
quanto v’è di terreno o al mondo, alla sua estensione<br />
sensibile (direbbe Giordano Bruno) e in grado di<br />
alludere alla pienezza possente del Tutto (della<br />
Natura «voll Allmacht», lui traducendo Leopardi). Qui<br />
Dio o il Divino, e l’Angelo entra come il portavoce<br />
avanzato dell’Artista, intensificato ma pure sdoppiato<br />
e competitivo, teso l’Artista a costruire «con mani<br />
tremanti», «mit zitternden Händen», proprio Dio (Das<br />
Kunst-Werke sind von einer unendlichen<br />
Einsamkeit [...]. Nur Liebe kann sie erfassen<br />
und halten […]<br />
(R.M. Rilke an Kappus, 23 April 1903)<br />
florenzer Tagebuch). Mistero, Enigma racchiudente il<br />
segreto della Cosa, di Dio<br />
fattosi Cosa. L’Amore,<br />
attivo o passivo, oggetto o<br />
linea di comportamento, nel<br />
Malte particolarmente. E<br />
l’Enigma, l’intensità solitaria<br />
delle opere d’arte, è<br />
l’obiettivo su cui si dirige,<br />
agisce l’Amore, un’operazione<br />
di primaria<br />
essenzialità in quanto «solo<br />
Amore» le può afferrare e<br />
tenere, quasi avvolgerle,<br />
«Nur Liebe kann sie<br />
erfassen und halten», quasi<br />
segreti ricoperti di amore.<br />
LETTERATURA<br />
Fabio Russo<br />
Insegna Letteratura<br />
italiana all'Università<br />
di Trieste (Facoltà di<br />
Lingue Moderne per<br />
Traduttori).<br />
Nell’insoddisfacente del vivere, visto ancora senza la<br />
grande Unità della vita e della morte, l’Amore ha<br />
questa funzione o ruolo primario di quasi adeguare<br />
l’esistenza piuttosto cieca e di muovere così verso<br />
l’Enigma, dandogli una via di sapienza fuori dal<br />
razionale quanto dall’empirico solo esterno (si pensi<br />
alla Sapienza magica per Giordano Bruno). Sicché<br />
l’enigma diventa l’elemento suggestivo principe,<br />
trainante, che attrae quel vivere povero o incompleto<br />
mentre tende a trasformarsi, a maturare nella grande<br />
Unità, nella pienezza del nostro essere, quando è<br />
ricco e interiore (liberato dal sensibile); e allora<br />
persino lo evidenzia quel vivere, gli dà tono nello<br />
spirito dell’Amore come l’elemento dinamico vitale.<br />
Sullo stesso filo dell’Amore corre il sapore e<br />
l’esigenza della Morte quale riduzione del sensibile,<br />
del vistoso, del troppo terreno (le icone russe!).<br />
Corre e si lega segretamente (già Die Weise vom<br />
Liebe und Tod des Cornets Christoph Rilke) anche<br />
con quel disagio che è la malattia, il male (di nuovo<br />
Das florenzer Tagebuch per la riflessione sul ‘poeta<br />
malato’ che è Leopardi, poi il Malte per l’idea di<br />
quella ‘gran cosa’ che è la febbre).<br />
2. Le letture come immedesimazione negli autori da<br />
lui considerati sono profonde di forti emozioni e di<br />
spunti sul lato personale, sovrapposti al testo altrui e<br />
non sempre documentabili in modo diretto, sicuro per<br />
il meccanismo della memoria/rielaborazione così<br />
sottile in Rilke. Non stanno certo in questa difficoltà<br />
nel rintracciare piste di lettura e studio invece le<br />
traduzioni, curate da lui come esercizio proprio di un<br />
segreto «Mitsingen» non «verboten» (Goethe), in<br />
quanto portatore di nuove sensazioni, di<br />
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