Scuola e Cultura - Ottobre 2009 - scuola e cultura - rivista
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<strong>Ottobre</strong> <strong>2009</strong><br />
Il giardino dei gatti ostinati<br />
Pochi sono i gatti che ricordano a malincuore,<br />
il tempo in cui umani passavano con loro, insieme, le ore.<br />
Ricordano quando la città degli uomini<br />
era dei gatti la stessa<br />
mentre ora dei gatti nessuna traccia più resta.<br />
Solo il manovale, con un po’ di attenzione,<br />
nella pausa pranzo<br />
scorgeva sempre un gattone:<br />
era un soriano, con al collo un fiocco blu,<br />
che portava il manovale su e giù.<br />
Lo portava in vie strette assai,<br />
dove lui passava e il manovale non passava mai,<br />
non perché non volesse, ma perché non riusciva,<br />
ma la cosa bella era che<br />
comunque nuovi posti scopriva.<br />
Un giorno sgattaiolando e per di più con il gatto,<br />
finì sulla cupola di un ristorante, esterrefatto.<br />
Si sporse e vide di lusso un’ infinità:<br />
ormai era salita alle stelle la sua felicità.<br />
Colpì la sua attenzione uno splendente lucernario,<br />
ma soprattutto un gigante acquario:<br />
vide aragoste e tanti bei pescioni,<br />
così prese esca e amo per pescarli<br />
con molte attenzioni.<br />
Mentre pescava, non fu visto affatto,<br />
ma il pesce lo vide il gatto.<br />
Prontamente l’ animale,<br />
il pesce al manovale rubò<br />
e per le sue vie,<br />
col pesce ancora legato all’ amo,<br />
scappò.<br />
52<br />
Marcovaldo riuscì a seguirlo,<br />
finché dietro ad un cancello nel MONDO DEI GATTI,<br />
riuscì a scoprirlo.<br />
Vide gatti di ogni razza e colore,<br />
che sicuramente passavano insieme le ore;<br />
scorse uccellini che cinguettavano<br />
e tante rane che gracidavano.<br />
Ma vide anche che quegli animaletti,<br />
vivevano in spazi molto stretti.<br />
Intanto il suo pescione,<br />
se lo stava per mangiare l’ affamato gattone.<br />
Dopo un po’ arrivò tanta gente,<br />
che di dar da mangiare alle bestiole era esigente.<br />
Cominciò un dibattito per costruire<br />
in quell’ unico posto per gatti della città,<br />
un grattacielo alto un’ infinità.<br />
C’ era chi diceva che farlo non bisognava<br />
e c’era chi a volerlo fare non esitava,<br />
ma c’ era anche chi sapeva di chi quello spazio era<br />
e che quindi lì costruire non si poteva.<br />
Era di una marchesa che si lamentava<br />
perché di lì se ne voleva andare,<br />
ma ogni volta che stava un contratto per firmare,<br />
tutti gli animali glielo impedivano<br />
e le facevano del male.<br />
Marcovaldo poi si ricordò<br />
di dover tornare al lavoro.<br />
Che durante l’ inverno la marchesa era morta<br />
lo seppe da loro,<br />
lo seppe dai gatti che più in giro non incontrava,<br />
perché ci stavano costruendo un grattacielo,<br />
cosa che Marcovaldo non accettava.