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Scuola e Cultura - Ottobre 2009 - scuola e cultura - rivista

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<strong>Ottobre</strong> <strong>2009</strong><br />

Quando finalmente non si sta più male<br />

si può lasciare felici l’ospedale:<br />

un guarito le dimissioni aspetta<br />

girando nei corridoi in tutta fretta<br />

mentre incoraggia i ricoverati,<br />

che al suo contrar sono ammalati<br />

Di città luci e suoni<br />

del tempo fuor le condizioni,<br />

lui ascolta vede e sente,<br />

ma il regno è solito e permanente.<br />

Niente cambia, nulla muta,<br />

mentre egli tutto scruta.<br />

Tutto è uguale, consueto,<br />

niente è bello o un poco lieto.<br />

Per Marcovaldo, finalmente,<br />

dall’ospedale l’uscita è ormai imminente<br />

ma, per lasciar quel posto torvo<br />

e un po’ tombale<br />

deve ancora aspettare<br />

fra i bianchi mobili<br />

di uno studio dell’ospedale.<br />

Carote ed erba s’un bel banco,<br />

un coniglio chiuso in gabbia e stanco,<br />

Marcovaldo sta a osservare<br />

prima che il medico possa arrivare.<br />

È un coniglio molto bello<br />

a cui decide di aprire lo sportello<br />

mentre il muso muove affamato<br />

per quel pasto assai agognato.<br />

Ma per qualche vision a lui remota<br />

esita prima di mangiar la carota,<br />

per poi divorarla per la fame<br />

mangiando anche il verde strame<br />

Il dottore in fretta giunge:<br />

una soluzione presto urge!<br />

L’incappo viene subito risolto<br />

e nel giubbotto il pelo involto.<br />

Dalla pancia alla schiena<br />

Dal cappotto nulla trapela<br />

E Marcovaldo,<br />

il dottor ringraziando,<br />

se ne va,<br />

zufolando.<br />

Il suo capo, quando lo vede<br />

che abbia un impacco lui presto crede<br />

e lo rimanda alla sua casetta<br />

per riposare qualche oretta.<br />

Giunge a casa il manovale,<br />

con la sorpresa proprio speciale.<br />

Ma la moglie non l’accetta<br />

E al marito non dà retta,<br />

mentre dai figli è acclamato<br />

come un cacciatore fortunato.<br />

Al lavoro il dì seguente,<br />

per un capo un po’ tagliente,<br />

porta fuori delle piantine<br />

e strappa lor le foglioline.<br />

Son per il tenero coniglietto,<br />

purtroppo ossuto e un po’ magretto.<br />

All’improvviso vien chiamato<br />

da quel dottore derubato:<br />

il coniglio è velenoso,<br />

altro che bello e un po’ curioso:<br />

dei germi gli hanno iniettato<br />

e sarebbe morto chiunque per caso<br />

l’avesse mangiato.<br />

Di corsa salgon su un’ambulanza<br />

che fuori aspetta<br />

e che verso la casa di Marcovaldo<br />

già ululando saetta.<br />

La moglie Domitilla, intanto, il coniglio<br />

decide di cucinar<br />

e alla figlia Isolina ordina<br />

di ammazzar.<br />

Ma lei si rifiuta fermamente:<br />

gli vuol ben sinceramente.<br />

Allor ordina a ogni figlioletto<br />

di portar fuori il coniglietto.<br />

La vicina della famiglia<br />

avrebbe ucciso la meraviglia.<br />

Quando Marcovaldo conduce<br />

I medici alla gabbia<br />

Prova una gran rabbia.<br />

Essa è vuota, che tormento!<br />

Così, dalla signora Diomira<br />

Riprende l’inseguimento.<br />

Tutto però si fa inutilmente:<br />

essa del coniglio non sa niente.<br />

I tre bambini la piccola bestia<br />

da lei non hanno portato<br />

perché,<br />

dopo averci un po’ giocato,<br />

sul terrazzo, fino a tetti l’han lasciato<br />

per poi raccontare alla madre<br />

che è scappato.<br />

50<br />

Lui però non fugge, ha timore,<br />

è un coniglio un po’ fifone:<br />

nato in cattività,<br />

non conosce il desiderio della libertà.<br />

La bestiola inosservata non può passare,<br />

e ben presto, gli umani,<br />

di carote e insalata i terrazzi<br />

iniziano ad ornare.<br />

Sa sicuro: è una frode!<br />

Ma ormai niente, lui non ode<br />

né il dolore, né la morte.<br />

Ormai questa è la sua sorte.<br />

Si avvicina agli abbaini,<br />

ma… tutti ritiran cibo e catini<br />

La notizia s’è diffusa,<br />

ogni finestra in seguito è chiusa.<br />

Intanto il cavalier Ulrico, vecchio cacciator<br />

vuol diventare, della città, il liberator:<br />

sui tetti s’apposta<br />

ed al coniglio spara.<br />

Per la bestiola è una grande delusione<br />

perché di guerra è dichiarazione.<br />

È brutta e oscura questa città,<br />

tutto l’ha privato della sua dignità.<br />

Non ha più senso la sua vita<br />

E allora decide di farla finita.<br />

Nel vuoto si lascia cadere<br />

per poi finire nelle mani<br />

di un pompiere<br />

All’ospedale viene portato<br />

Dopo che sull’ambulanza<br />

è caricato.<br />

A bordo ci sono anche<br />

Marcovaldo, Domitilla e i suoi piccini.<br />

ricoverati in osservazione<br />

e per una serie di prove e vaccini,

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