Scuola e Cultura - Ottobre 2009 - scuola e cultura - rivista
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<strong>Ottobre</strong> <strong>2009</strong><br />
Nella sua casa inospitale<br />
si sente triste il manovale.<br />
E’ infelice e spaesato<br />
e dentro al cinema s’è rifugiato.<br />
I film a colori lo appassionano;<br />
sul grande schermo: lo emozionano!<br />
Lo fanno vivere in un’altra realtà,<br />
non nella sua brutta ed oscura città:<br />
ci son prati, fiori, ruscelli splendenti,<br />
alberi, montagne, cascate scroscianti.<br />
Li vede sempre ben due volte<br />
finché le spine non vengon tolte.<br />
Ma una sera piovigginosa<br />
accadde una cosa un po’ curiosa.<br />
Il film dal manovale ben guardato<br />
nell’India lontana era ambientato,<br />
ma all’uscita non si vedeva niente:<br />
c’era solo il ricordo<br />
dello spettacolo coinvolgente.<br />
Il buio era nebbioso,<br />
pareva triste e pensieroso.<br />
Quel vapore bianco e molto fitto<br />
aveva invaso tutto, zitto.<br />
Non c’eran luci né colori<br />
ma sol silenzi e pochi rumori.<br />
Salì sul tram un po’ contento<br />
per quello strano e stupendo evento.<br />
Le immagini dell’India e di Calcutta,<br />
s’eran diffuse per lui nella città<br />
dal bianco distrutta.<br />
Così sognando scene inebriate<br />
perse il conto delle fermate<br />
e quando scese, in mezzo alla strada,<br />
capì subito che era quella sbagliata.<br />
Intravide l’ombra d’un passante<br />
non d’aiuto né rassicurante:<br />
della sua via chiese informazione<br />
ma non capì chiaramente l’indicazione.<br />
Solo uno strascico di risposta<br />
aveva percepito<br />
e quindi non sapeva per dove<br />
avrebbe proseguito.<br />
L’insegna accesa di un bar lontano,<br />
rincuorò Marcovaldo,<br />
purtroppo invano.<br />
Era tardi, si spegneva,<br />
quel locale ormai chiudeva.<br />
Ma un po’ discosto in una via,<br />
s’illuminava l’uscio d’un’osteria.<br />
Ogni cliente era seduto<br />
peccato però: aveva bevuto.<br />
Marcovaldo chiese ancor<br />
un’informazione<br />
ma gli indicaron solo<br />
una direzione:<br />
quella del banco, quella del vino,<br />
per fargli bere un bicchierino.<br />
Bevve tanto poi uscì<br />
e più niente lui capì.<br />
Ogni idea era confusa<br />
la nebbia in testa s’era diffusa.<br />
Tutti i luoghi parean disabitati,<br />
sembravan chiusi, recintati.<br />
Il bianco tabellone<br />
con della strada il nome<br />
era sotto la luce di un lampione.<br />
Su di esso Marcovaldo si arrampicò<br />
ma lo vide chiaro, un po’ sbiadito:<br />
col tempo esso s’era scolorito!<br />
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