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Scuola e Cultura - Ottobre 2009 - scuola e cultura - rivista

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<strong>Ottobre</strong> <strong>2009</strong><br />

Marcovaldo un mattino<br />

dal silenzio fu svegliato<br />

e il paesaggio trovò<br />

completamente trasformato.<br />

La città era sparita<br />

ed in qualcosa si era smarrita.<br />

Luci, suoni e colori<br />

rubati forse come tesori.<br />

Tutto bianco era divenuto<br />

ed il caos si era perduto.<br />

Marcovaldo provò a gridare,<br />

ma nessun suono poté emanare.<br />

Una magia si era compiuta:<br />

sui suoni la neve era caduta!<br />

Si sentì libero il manovale:<br />

nell’andare al lavoro a piedi<br />

poteva finalmente zig-zagare<br />

ed una città diversa sognare.<br />

Non c’eran né strada né ferrovia<br />

e il manovale urlava<br />

“la città è tutta mia”.<br />

I suoi passi invece in ditta<br />

lo portarono<br />

dove la spalatura del marciapiede esterno<br />

gli affidarono.<br />

Marcovaldo la pala imbracciò<br />

e all’esterno tornò.<br />

La neve come un’ amica<br />

sentiva<br />

e a gran palate il centro della via<br />

riempiva.<br />

Anche il disoccupato Sigismondo<br />

per la neve, di riconoscenza<br />

ne aveva un mondo:<br />

per un po’ di lavoro<br />

assicurato<br />

negli spalatori del Comune<br />

si era arruolato.<br />

A far carriera mirava<br />

e mettersi in buona luce<br />

col caposquadra desiderava.<br />

Ma ad un certo punto si voltò<br />

e una cosa notò:<br />

la carreggiata da lui sgomberata<br />

dalla neve tornava<br />

ad esser nuovamente occupata.<br />

Così a Marcovaldo si avvicinò<br />

e ad ammucchiare la neve<br />

sul bordo insegnò.<br />

L’opera compiuta stettero<br />

poi a contemplare<br />

prima di mettersi a fumare,<br />

ma un’auto spazzaneve<br />

percorse la strada<br />

e di neve nuovamente<br />

riempì il marciapiede.<br />

Marcovaldo si rimise al lavoro<br />

e sognò di crear con la neve<br />

un capolavoro.<br />

L’automobile<br />

del commendator Alboino<br />

completamente bianca,<br />

scorse solo un pochino.<br />

Ciò gli fece venire l’ ispirazione<br />

e dell’automobile,<br />

con la neve,<br />

cominciò la creazione.<br />

Alboino, il presidente,<br />

miope ed efficiente,<br />

per la sua auto la scambiò<br />

e nel mucchio di neve si infilò.<br />

Marcovaldo si allontanò<br />

e a spalare nel cortile tornò<br />

ma mentre un pupazzo di neve<br />

ammirava<br />

un carico di neve addosso,<br />

dal tetto,<br />

gli piombava.<br />

53<br />

Lui stesso un pupazzo di neve<br />

ad un bambino sembrò<br />

che per creargli il naso,<br />

una carota in bocca gli ficcò.<br />

Marcovaldo la masticò<br />

e il bambino spaventò.<br />

Dopo aver ingoiato anche<br />

un peperone<br />

provarono a fargli il naso<br />

con il carbone.<br />

Marcovaldo lo sputò<br />

e il gruppo di ragazzi scappò.<br />

Per sciogliere la neve<br />

che addosso aveva<br />

andò vicino a una nube<br />

di calore<br />

ma già intasato era<br />

dal raffreddore.<br />

Per scaldarsi riprese a spalare<br />

ma uno starnuto violento<br />

lo fece sbatacchiare.<br />

Una tromba d’aria<br />

lo starnuto provocò<br />

e tutta la neve<br />

del cortile sollevò:<br />

dal cielo fu risucchiata<br />

per essere poi polverizzata.<br />

Agli occhi di Marcovaldo<br />

il cortile di sempre si ripresentò<br />

e le cose di tutti i giorni,<br />

spigolose e nemiche ritrovò.

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