Scuola e Cultura - Ottobre 2009 - scuola e cultura - rivista
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<strong>Ottobre</strong> <strong>2009</strong><br />
Marcovaldo, andando<br />
la mattina a lavorare,<br />
spesso gli ippocastani<br />
si metteva a guardare<br />
e, sentendo gli uccelli<br />
cinguettare,<br />
con quella melodia<br />
si voleva svegliare.<br />
Che gioia vivere<br />
in quella meraviglia<br />
e non tra i rumori della famiglia!<br />
Questi pensieri al lavoro<br />
lo tenevano impegnato,<br />
lui che era un manovale<br />
non qualificato.<br />
In una notte d’estate,<br />
in cui dal caldo si sudava,<br />
la fresca panchina<br />
appartata della piazza<br />
già pregustava.<br />
Purtroppo, una volta arrivato,<br />
trovò, ahimè, il posto occupato:<br />
due innamorati erano intenti<br />
a litigar<br />
e Marcovaldo capì che la cosa<br />
per le lunghe sarebbe potuta<br />
andar.<br />
Col guanciale sotto il braccio,<br />
girò un po’ intorno<br />
sperando di trovare il posto libero<br />
al suo ritorno.<br />
Ma essi eran così infervorati<br />
che della sua presenza<br />
non eran affatto disturbati.<br />
Alla fine, però,<br />
tenendosi per mano,<br />
se ne andarono pian piano<br />
e Marcovaldo corse alla panchina<br />
con l’intenzione di farsi<br />
una bella dormitina.<br />
Però, un semaforo<br />
intermittente,<br />
che ammiccava<br />
continuamente,<br />
lo infastidiva<br />
terribilmente.<br />
Marcovaldo pensò:<br />
“ Dalla mia vista lo toglierò”.<br />
S’alzò e fino al monumento<br />
vicino andò.<br />
Ai suoi piedi una corona<br />
d’alloro trovò,<br />
sul piedistallo s’arrampicò,<br />
la corona issò<br />
e sulla sciabola del generale la infilò.<br />
Il vigile notturno Tornaquinci<br />
in perlustrazione<br />
non capì chiaramente<br />
la situazione<br />
e Marcovaldo per non farsi da lui<br />
scoprire<br />
in una via vicina andò a finire.<br />
Lì a una squadra di operai si avvicinò<br />
e il bagliore dei saldatori osservò.<br />
Poi ritornò alla panchina<br />
per farsi finalmente<br />
una dormitina.<br />
Ma il ronzio cupo ed aspirante<br />
lo sfregoliò assordante<br />
il suono struggente<br />
del saldator<br />
gli impedì ancor di far<br />
un sonno ristorator.<br />
Per potersi assopir<br />
e finalmente dormir<br />
dell’acqua il mormorio<br />
doveva percepir nel suo io.<br />
Aprì così il rubinetto<br />
di una fontana<br />
che come l’ organo di un coro<br />
gli suonava.<br />
Ecco, adesso era come<br />
sul ciglio di un torrente<br />
e sulla panchina<br />
dormiva finalmente.<br />
43<br />
Ma… Marcovaldo,<br />
che aveva olfatto sol<br />
per la natura,<br />
sentì all’improvviso<br />
una puzza oscura<br />
che proveniva dal camion<br />
della spazzatura.<br />
Per quel puzzo<br />
non più sentire<br />
raccolse dei ranuncoli<br />
per poi sparire.<br />
Tornato alla panchina,<br />
il loro profumo annusò.<br />
Si addormentò<br />
e all’alba… si svegliò...<br />
Gli schizzi di un idrante<br />
lo fecero saltar su<br />
e intorno scalpitante<br />
tutto era ancor di più.<br />
Coi suoi rumori la città<br />
si svegliava<br />
e Marcovaldo dolorante<br />
al lavoro andava.