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intero documento - Lettere e Filosofia - Università degli Studi di ...

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170 entries significano 13 titoli all’anno (si ricor<strong>di</strong> che la ricerca <strong>di</strong> Buonincontro ne calcolava statisticamente 32 per<br />

anno, comprendendovi però gli articoli <strong>di</strong> giornali vari).<br />

2. A fronte dei 170 volumi pubblicati, sorprende la <strong>di</strong>stribuzione ‘a pioggia’, ovvero la <strong>di</strong>spersione dei titoli e<br />

dei loro rispettivi autori in un numero davvero sorprendente <strong>di</strong> case e<strong>di</strong>trici. Se sommiamo alle 58 generaliste (anche<br />

se non mancano, comprensibilmente, tra <strong>di</strong> esse, alcune e<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> nicchia, quali ad esempio quelle <strong>di</strong> esplicita<br />

adesione ai valori del cosiddetto pensiero tra<strong>di</strong>zionalista: si vedano all’insegna del Veltro e Raido) le 15 <strong>di</strong> profilo<br />

universitario, arriviamo alla bella cifra <strong>di</strong> 73 case e<strong>di</strong>trici! Che statisticamente significherebbe però: poco più <strong>di</strong> due libri<br />

l’anno per ciascun e<strong>di</strong>tore!<br />

3. A parte due case e<strong>di</strong>trici <strong>di</strong> ambito universitario (Bagatto Libri, grazie all’attivismo della collega L. Valmarin,<br />

e dell’Orso, grazie all’opera <strong>di</strong> promozione culturale svolta da M. Cugno), che rientrano dunque almeno in parte in<br />

forme <strong>di</strong> e<strong>di</strong>toria assistita, potendo contare su finanziamenti ministeriali alla ricerca scientifica), si contano sulle <strong>di</strong>ta <strong>di</strong><br />

una sola mano gli e<strong>di</strong>tori che prestano un’attenzione costante alla cultura romena. Ricor<strong>di</strong>amo Adelphi e Jaca Book,<br />

che promuovono soprattutto autori dell’esilio romeno: il primo puntando esclusivamente su E. Cioran, il secondo<br />

privilegiando in particolare M. Eliade. Segue, nell’intervallo <strong>di</strong> tempo da noi considerato, Bollati Boringhieri (ancora con<br />

Eliade). Particolarmente feconda, anche se con <strong>di</strong>ffusione <strong>di</strong>fficilmente valutabile, è all’insegna del Veltro (<strong>di</strong> cui è<br />

animatore il dott. C. Mutti).<br />

4. Un caso isolato è rappresentato dalle prestigiose e<strong>di</strong>zioni del Mulino, che hanno investito per un breve<br />

periodo sulla cultura romena (grazie all’impegno profuso da parte del prof. L. Renzi, consulente della casa e<strong>di</strong>trice per<br />

le <strong>di</strong>scipline linguistiche e letterarie), pubblicando 5 titoli in soli 3 anni, ma che hanno però, abbastanza presto,<br />

raccolto i remi in barca.<br />

5. A partire dal 1996, con un ulteriore incremento poi dal 1998, si registra un numero crescente <strong>di</strong> titoli<br />

ascrivibili alla corrente ideologico-politica che abbiamo definito come ‘pensiero tra<strong>di</strong>zionale’: in considerazione del<br />

contesto culturale contemporaneo, viene da interrogarsi se un fenomeno siffatto non vada interpretato come un<br />

portato, più o meno <strong>di</strong>retto, del più generale ‘sdoganamento’ della destra in Italia.<br />

6. In particolare, sembra quanto mai opportuna l’attività promozionale che ciascuno stu<strong>di</strong>oso, accademico e<br />

non, è stato in grado <strong>di</strong> realizzare sul piano e<strong>di</strong>toriale: si veda l’intensità della produzione <strong>di</strong> Cugno, <strong>di</strong> Valmarin, <strong>di</strong><br />

Mutti etc. (va precisato che, accanto al cognome <strong>di</strong> ciascun ‘promotore’, possono trovare posto tanto rinvii a saggi<br />

critici quanto a interi libri, o a e<strong>di</strong>zioni critiche, traduzioni, prefazioni, curatele e quant’altro).<br />

7. Sarebbe auspicabile, grazie anche alle sovvenzioni all’e<strong>di</strong>toria previste dai programmi culturali dell’Unione<br />

Europea (ex-programma Arianna) e ad eventuali intese da stabilire con alcune Istituzioni romene (ad es. Unione <strong>degli</strong><br />

Scrittori, Fondazione Culturale Romena, Ministero della Cultura etc.), che si pensasse a progetti finalizzati e<br />

continuativi, per consentire una maggiore penetrazione dei valori maggiori della civiltà romena nel contesto e nel<br />

<strong>di</strong>battito culturale italiano.<br />

8. Non vanno trascurati, a tale riguardo, alcuni dati <strong>di</strong> fatto: l’Italia è il paese europeo in cui esiste il più<br />

consistente numero <strong>di</strong> cattedre d’insegnamento universitario <strong>di</strong> Lingua e letteratura romena (con una “Associazione<br />

italiana <strong>di</strong> Romenistica” e un sito de<strong>di</strong>cato agli stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> romeno: www3.humnet.unipi.it/air); l’Italia ospita un altissimo<br />

numero <strong>di</strong> romeni (<strong>di</strong> Romania, <strong>di</strong> Moldavia etc.; si ricor<strong>di</strong> che, a Torino, essi costituiscono per numero la prima<br />

minoranza etnica), e sempre più spesso nelle aule universitarie giungono studenti figli <strong>di</strong> immigrati <strong>degli</strong> anni ’70 e ’80,<br />

interessati a stu<strong>di</strong>are le proprie matrici culturali e a riappropriarsi dei propri valori identitari; gli industriali, infine, gli<br />

investitori italiani, e non solo del nord-est del Paese, sono sempre più portati alla <strong>di</strong>slocazione <strong>degli</strong> impianti <strong>di</strong><br />

trasformazione e <strong>di</strong> produzione su territorio romeno, il che non potrà non comportare una crescita della domanda<br />

culturale da parte dei quadri interme<strong>di</strong> che dovranno operare in quella realtà.<br />

9. L’ammissione della Romania, prossima ancorché non imminente, nell’Unione Europea richiede da parte <strong>di</strong><br />

tutti, noi italiani e voi romeni, un impegno teso a promuovere una politica culturale nuova, volta a illustrare i caratteri<br />

originali del sincretismo culturale romeno, cerniera reale e non solo ideale tra Oriente bizantino-slavo e Occidente<br />

romano-germanico, capace <strong>di</strong> <strong>di</strong>ffondere i valori della civiltà romena e ad affermare, pur nella <strong>di</strong>versità, la <strong>di</strong>gnità <strong>di</strong><br />

tutte le culture considerate fino ad oggi periferiche.<br />

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