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Breve sguardo sulla diaspora romena in Italia del secolo scorso Difficile impresa è quella di passare in rassegna i nomi di quelli che hanno lasciato, per motivi spesso analoghi, il proprio paese per arrivare in Italia nel corso dei decenni del secolo passato, soprattutto per paura di dimenticare qualche personalità di rilievo. Questo lavoro però mi consentirà di apprezzare non soltanto la ricezione e l’impatto degli scrittori romeni e delle loro opere letterarie sul terreno dell’alta cultura italiana, bensì di cogliere e valutare quel tessuto di relazioni, di scambi, di intese, ora più fitto, ora più rado, che ha marcato l’interesse reciproco dei nostri due Paesi, in tutti i campi del sapere, ma in primo luogo nell’ambito delle scienze umane, dalla storia alla politica, dal folclore alla religione, dalla lingua alla letteratura, nel corso del secolo che ci siamo lasciati alle spalle. Mi occuperò di alcuni casi, di quelli più emblematici, per poter trarre le conclusioni che saranno sempre di ordine generale e che, in quanto tali, daranno un giudizio soggettivo sull’attività di questi personaggi, della loro opera e della loro vita. I casi citati saranno disposti in ordine alfabetico. Gheorghe Caragaţă, nato nel 1907 in Romania e deceduto a Firenze nel 1978, è stato filologo, professore di lingua e letteratura romena all’Università di Firenze. Borsista della Scuola Romena di Roma (1993-1995), poi Dottore presso l’Università di Roma nel 1935 sotto le direttive del professor Giglio Bretoni, con una tesi in filologia romanica (I plurali romeni e italiani in -ora), Gheorghe Caragaţă è, dopo Claudiu Isopescu, il secondo romeno che tiene corsi di lingua e letteratura romena in Italia, prima come ricercatore, poi come professore supplente fino alla fine della sua vita. Prima della guerra ha pubblicato una tesi sulle Formulale de salutare in limba româna 5 e ancora una ricerca sulle relazioni linguistiche romeno-albanesi 6 . Durante la guerra ha offerto ai suoi studenti italiani un’esposizione della letteratura romena – Breve sguardo sullo sviluppo della letteratura romena, 1943. Richiamato nel paese dopo il 1945, decide di rimanere in Italia, dove passa l’esame di dottorato in lingua e letteratura romena. Nella rivista Suflet 5 Gheorghe Caragaţă, Formulale de salutare in limba româna, 1939, pubblicato nel Buletinul Institutului de Filologie Româna “Al. Philippide”, Iasi, VI. 6 Gheorghe Caragaţă, 1939, Permbij marrdhanjet gjuhesore shqipetare-rumune, in Hylli i Drites, Scutari, n. 3-7. 6
omânesc 7 pubblica il saggio Linguistica si critica literară in cui cerca di conciliare le teorie di Karl Vossler, Ch. Bailly e Leo Spitzer. Nel 1955 pubblica un compendio di storia della letteratura romena 8 . In occasione del VIII Congresso di studi di romanistica (Firenze, 1956) ha pubblicato una brochure sull’unità della lingua romena (includendo la lingua moldava, considerata da alcuni linguisti sovietici come lingua romanza a se stante) intitolata Alcuni documenti sull’Unità della lingua romena. Nel 1970 edita una ricerca sul termine Dunăre (“Danubio”) nella linguistica romena (Sul romeno “Dunăre”) nella rivista La Colombaria di Firenze. E’ stato membro fondatore della Società Accademica Romena di Roma. Ha rivisto la Romania nel 1977. Comnène N. P. (Nicolae Petrescu) è stato un poeta, memorialista, giornalista e diplomato che ha vissuto nella prima metà del secolo scorso, con un impegno in Italia che reputo significativo dal punto di vista del contributo portato alle istanze interculturali. E’ nato a Bucarest nel 1881 ed è deceduto nel 1958 a Firenze. Ha svolto un’attività importante sia in Romania che in Italia, però mi soffermerò meno sul periodo romeno per dar più spazio alla fase italiana della sua vita e al suo sforzo teso a intensificare i rapporti romeno-italiani. Ha studiato giurisprudenza e scienze sociali a Bucarest e Parigi ed ha esercitato la professione di avvocato dell’Ordine degli Avvocati di Bucarest e di magistrato presso il Tribunale di Bucarest. Insegna alla Facoltà di Giurisprudenza, pubblica una tesi sull’intervento dello Stato tra il capitale e il lavoro nel 1910. Durante la prima guerra mondiale crea a Berna un’Agenzia Romena di Stampa e pubblica a Parigi e Losanna diversi studi storici e propagandistiche coi cui prepara l’opinione pubblica internazionale per l’atto dell’unità della Transilvania con la Romania 9 Allo stesso scopo stampa e scrive la premessa del libro di Aurel C. Popovici, La question roumaine en Transylvanie et en Hongrie, accompagnato da una mappa che è stata utilizzata durante i trattativi di pace di Versailles. Svolge una carriera diplomatica a Berna, Berlino, e Vaticano (1931). E’ stato delegato permanente della Lega delle Nazioni di Ginevra (1923-1929) e ministro degli Esteri tra il ’39-’39. Un elemento importante della sua biografia è rappresentato proprio dal suo soggiorno in Italia, dove poi resterà fino al termine della sua vita: durante la seconda guerra mondiale darà il suo contributo alla difesa della città di Firenze cui gli Alleati riconosceranno lo statuto di “città aperta”. Rimane quindi in Italia fino al 1958 e riceve il titolo di cittadino onorario della città di Firenze. Esordirà come poeta nel circolo (Liberatorul) di uno dei maggiori poeti romeni, 7 Rivista Suflet românesc, 1951, Roma, III, n.4. 8 Letteratura romena, 1955, Ed. Vallardi, coll. Istoria literaturilor străine ale Europei şi Americii. 9 Comnène N. P., 1917 - Notes sur la guerre roumaine, 1918 - La Dobrogea, 1919 – Les Revendications de la nationalité roumaine, 1919 – La Terre roumaine à travers les âges : atlas historique et politique. 7
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