Scarica The Life and Times of DaCa$h - Rolling Stone

far partire a spada tratta il nemico di ogni sera.
“Che ha detto?” chiede etereo il Maestro, come ama autodefinirsi.
Paul Michael finisce di spingere nelle proprie fauci il bolo di
aperitivi ostili e scandisce a voce alta, con studiata magniloquenza:
“PER QUELLI DI VOI ANZIANI COME L’ATTEMPA-
TO BERNARDI CHE NON CAPISCONO COSA STO
DICENDO, IO, PAUL MICHAEL EPSTEIN, AFFER-
MO CHE QUESTO DISCO È UNA MERDA”.
Un tipo dall’aria mediorientale accanto ad Epstein ridacchiando
gli fa: “ma chi è che canta?”
“Ma che ne cazzo ne so, neanche stavo ascoltando” grufola
Epstein ricominciando a deglutire vagonate di salatini.
Con studiata eleganza il Maestro alza il suo corpo candido
e scheletrico dalla poltrona catturando l’attenzione di tutti i
presenti (“si è alzato!” “da solo? pensavo fosse impagliato!”) e,
con voce flebile ma ferma, carica di cultura e postmodernismo
tipicamente destrutturato (ci mancherebbe, eh), levando
al cielo una mano con ieratica lentezza, asserisce:
“No”
risiedendosi subito dopo con serafica, imperturbabile calma.
La torma di modelle ed efebi che lo circondano applaudono
gai levando garrule risatine verso il soffitto a mo’ di educati
coriandoli di festa.
Epstein rialza il muso dalla ciotola tenendo dentro la mano:
47