Scarica The Life and Times of DaCa$h - Rolling Stone

Ha paura. Sì, ha paura. E
nel camerino DaCa$h si alza, tira un respiro profondo, finge
due jab davanti allo specchio, abbozza un sorriso. Hmm.
Comincia a stargli simpatico, ‘sto cugino suo homo. Esce, il
gruppo è fuori. Lo guardano tutti come il tacchino a Natale.
Non lo sanno, eh, pensa. Però lo so io. Lo so e basta: hanno
scelto oggi per farmi la festa, dai, è un’occasione assolutamente
troppo ghiotta. Vorrebbe fare qualche “discorso alle
truppe”, ma dai, non è capace. Tira un po’ di cinque a due
o tre strumentisti che gli sono simpatici, poi arriva davanti
a Big P, si ferma, gli sorride. Big P lo scruta per un attimo
interrogativo tipo “cazzo mi sorridi a fare scimmione”. E non
è meno interrogativo il suo sguardo quando si accorge - con
un secondo di ritardo - che DaCa$h gli ha afferrato il pisellone
e gli sta dando una strizzata di palle mortale. Gli altri
ragazzi ridono, acclamano DaCa$h, fanno casino, ah cazzo,
che simpatico. Ma DaCa$h non gli sta dando una virile
strizzata di coglioni: gli sta veramente facendo male, stringe
forte tanto da stritolare. Urla, cade per terra, gli altri gridano
che frocio, quanta scena, sei un pussy, non fare il fotocopia,
qualcuno, accattivandosi la simpatia di DaCa$h lo chiama
mangiaverdure da dietro. Un po’ il nervoso un po’ questo si
trova che ride forte. Big P sta per terra, stringe le ginocchia e
pesta i piedi per terra, ma nessuno lo tira su. Il gruppo è tutto
con lui. Che strana senzazione per
sta per salire sul palco! signore e signori, ci siamo davvero! Sul
palco, del Madison, Square, Garden, di New York, accom-
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