Scarica The Life and Times of DaCa$h - Rolling Stone

enissimo che lo prendano: il tumore se lo sta mangiando,
grazie ai bei proiettili all’uranio impoverito usati nel Golfo,
ma stasera sarà lui il martire, l’eroe. Farà secco il merdoso
che parla e capisce solo di puttane, coca, froci. Via, via questa
schiuma. La società deve gettare fuori la spazzatura, e lui
stasera sarà un artefice del bene, il dito di Dio sul cane del
fucile. La gente ha. Bisogno. Di un. ESEMPIO.
Qualcuno lo urta, un negro. Lui lo guarda fisso, il negrone
lo riguarda fisso, si gira, ignora questo fantoccetto scheletrico
whiteboy. Pesa trenta grammi, con questa faccia da rinsecchito:
evitiamolo, chi se ne.
Ha qualcosa che gli batte contro il fianco, sotto l’impermeabile:
è un fucile. Piccolo, mortale. Numero di serie limato,
forse a mano dai due tipi che l’hanno assunto. Merde. Si fa
avanti tra la gente che
si è andata a chiudere in un camerino. Ha acceso una candela.
Si è tolta il turbante. Sotto, i capelli sono a sorpresa
cortissimi.
È una scelta essere così. Come è stata una scelta diventare
Jamija da Eunice che era, in una vita precedente, quando era
qualunque e non conosceva la via dello spirito. Ed è difficile,
non essere qualunque, it’s an everyday struggle, una lotta di
ogni giorno. Il Suo guerriero è un bambino che gioca con
un’arma. Ha in mano una pistola, e rischia di ferirsi, o di
ferire lei a morte. Lei accende una candela ancora: a volte le
vie della spiritualità passano per gesti semplici, banali, universali,
ma proprio in quanto tali reali. Lei prega. I lwa sono
inquieti, vibrano, fremono, a volte gridano.
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