Scarica The Life and Times of DaCa$h - Rolling Stone

e la coca, siamo d’accordo. E ci sono, le puttane e la coca,
siamo d’accordo. Ma lui in questa festa si sente il tacchino
del giorno del ringraziamento, e tutti lo guardano come a
volerne mordere una fetta, con una risata, una foto strappata,
un sorriso, un bacio con la lingua spinta giù per la gola,
l’ennesima richiesta di featuring da parte di qualche ingenuo
con gli occhi grandi da fan, che verrà puntualmente ignorata.
Le punanny fanno a gara per strusciarglisi addosso, e non è
che la cosa dispiaccia, dispiacere è un’altra cosa, ma anche
il caviale a pranzo e a cena e a colazione stufa. Ogni notte
una pussy diversa; tutte con manie di protagonismo, pronte
a scoparlo in pose plastiche a favore di una telecamera che si
spera esista solo nella loro testa. Tutte pronte a sussurrare nel
suo orecchio robe che farebbero arrossire una pornostar, tutte
pronte a dire “ti farò provare delle cose che nessuna ti ha mai
fatto provare” e poi la minestra è più o meno quella, rantolo
più mugolio meno.
Si continua a ripetere che è figo, continua ad accettare tutto
l’accettabile di: cocaina, alcolici, droghe, fumo, crack; tanto
ogni due mesi gli garantiscono il tagliando al sangue come
a Keith Richards e comunque gli eccessi fanno gangsta sulla
stampa, persino T-Bone li incoraggia.
È all’ennesima di queste feste che gli si presenta davanti
questa dea. Sì, dea, perché questa non ha le bocce di fuori
protese verso di lui come due testate nucleari, strizzate in un
dolore mascherato da sensualità, né le cosce sudaticce pronte
a sedersi sopra di lui. Questa dea ha un bellissimo copricapo
africano colorato di stoffa (“batik” potrebbe giustamente
dire se ne conoscesse la parola) e due occhi immensi e torridi.
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