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“Stanno puntando<br />
all’abolizione<br />
delle liste<br />
di attesa<br />
non le ha spaventate,<br />
e hanno<br />
messo sul<br />
tappeto le<br />
“atout” per vincere.<br />
“La nostra mission<br />
- ha spiegato<br />
Laura Venturi<br />
- è risolvere i<br />
problemi dei pazienti che chiedono assistenza.<br />
Vogliamo diventare un punto di riferimento per<br />
informazione, formazione e terapia”.<br />
Come? Ad esempio riunendo piccoli gruppi di<br />
pazienti diabetici od obesi per insegnargli – anche<br />
attraverso l’ausilio di specialisti del settore -<br />
a gestire la propria malattia. Oppure fornendo<br />
informazioni complete sulla medicina omeopatica<br />
e sulla fitoterapia che negli ultimi anni hanno<br />
visto crescere il loro appeal tra gli italiani.<br />
Di certo in questi quattro anni hanno fatto parlare<br />
di loro.<br />
Ispirate dal motto alfieriano “volli fortissimamente<br />
volli” hanno organizzato con il placet del<br />
Direttore (donna) della Asl Roma E, una campagna<br />
di informazione sulle donazioni di sangue<br />
e organi. Hanno convocato tutti i loro assistiti;<br />
pubblicizzato (a loro spese) l’evento con locandine<br />
affisse in posti strategici del distretto<br />
quali negozi, scuole, edicole, università di zona,<br />
supermercati; e ottenuto<br />
una sala<br />
“La grande<br />
passione per<br />
la Medicina<br />
di famiglia<br />
della parrocchia.<br />
Qui il coordinatore<br />
del centro donazione<br />
e trapianti<br />
d’organo (donna)<br />
e il responsabile<br />
del centro trasfusionaledell’ospedale<br />
Santo Spi-<br />
rito (“ça va sans dire” donna) hanno risposto alle<br />
domande delle oltre seicento persone intervenute.<br />
Risultati? Nel territorio della Asl E il numero delle<br />
donazioni di sangue e delle dichiarazioni di<br />
volontà di donazione di organo è cresciuto notevolmente.<br />
Ora stanno puntando all’abbattimento delle liste<br />
d’attesa. Da luglio è iniziata una collaborazione<br />
con il Dipartimento di cardiologia dell’ospedale<br />
San Filippo Neri, diretto da Massimo<br />
Santini,<br />
Al team Andromeda è stato fornito un apparecchio<br />
di telecardiografia che consente la rilevazione<br />
e la comunicazione di tracciati elettrocardiografici<br />
sia per richieste routinarie che non<br />
accedono all’ambulatorio di cardiologia, sia per<br />
la valutazione immediata in caso di precordialgia<br />
e/o aritmia. “Il paziente con un problema<br />
emergente – ha chiarito Maria Grazia Tullo –<br />
viene valutato in tempo reale dal cardiologo, e<br />
27<br />
in caso di necessità viene ricoverato immediatamente<br />
senza il passaggio al pronto soccorso,<br />
accorciando il tempo di intervento, ed evitando<br />
così anche richieste di ricovero inappropriate”.<br />
È sicuramente la grande passione verso la medicina<br />
di famiglia il motore che le muove.<br />
Nonostante ognuna abbia una specializzazione<br />
nelle aree più disparate. “Più esercito questa<br />
attività e più mi piace – ha detto Elena Gogosi<br />
-. Consente di avere un contatto con le<br />
persone, non solo da un punto di vista professionale,<br />
ma anche umano”. Anche se, ha aggiunto<br />
con ironia Carla Petrucci “questo lavoro<br />
è stata rovinato da chi l’ha esercitato alla Tersilli”.<br />
Il trucco per vivere bene la medicina di famiglia<br />
è non considerarla un ripiego, ma un’occasione<br />
di arricchimento professionale. Peccato, hanno<br />
aggiunto provocatoriamente, che qualche<br />
collega sembra averlo dimenticato; forse anche<br />
a causa delle troppe incombenze burocratiche,<br />
e dei pochi incentivi economici che di certo non<br />
aiutano, tant’è che negli ultimi anni, secondo i<br />
dati del ministero della Salute, il numero dei generalisti<br />
presenta un trend in costante calo.<br />
Le donne, in questo scenario con luci e ombre,<br />
sembrano superare meglio le criticità. “Abbiamo<br />
una maggiore capacità di comunicazione.<br />
Che racchiude intuito, sensibilità - ha commentato<br />
Laura Venturi – . Ci concentriamo di<br />
più sul messaggio che invia il paziente. Questa<br />
attenzione verso l’altra persona fa parte del nostro<br />
bagaglio culturale. Ciò non significa che i<br />
maschi non siano sensibili o non approfondiscano<br />
il rapporto con gli assistiti, tutt’altro, ma<br />
sicuramente noi ci riusciamo con maggior naturalezza<br />
e traiamo quindi il meglio da questa<br />
attività”.<br />
A proposito di uomini, come sono i rapporti con<br />
i colleghi? “Ottimi, ma con pochissimi e selezionati”<br />
hanno risposto in coro. “Normalmente<br />
il primo commento che arriva dai colleghi è<br />
di carattere estetico”. E dalla donna? “Anche”.<br />
Ma se l’altra metà del cielo superato il primo<br />
approccio fondato sull’esteriorità cerca rapidamente<br />
un rapporto professionale, il “sesso forte”<br />
tende, di norma, a non confrontarsi.<br />
Insomma sono tutte perfette queste donne?<br />
Macché, nella tagliola dell’“abbrutimento” professionale,<br />
e non solo, sono rimaste intrappolate<br />
in molte. Per uscirne la chiave giusta è proprio<br />
quella dell’associazionismo. “Il lavoro di<br />
squadra – ha sottolineato Claudia Felici - è un<br />
toccasana: incentiva a migliorare le performance<br />
professionali, supporta nei momenti di difficoltà,<br />
costringe ad uscire dalle negatività dell’isolamento”.<br />
Per il futuro? “Su questo punto non abbiamo<br />
intenzione di anticipare nulla” hanno detto all’unisono.<br />
Perché? “I colleghi uomini si potrebbero<br />
ingelosire”. ■<br />
PROFESSIONE