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Stampa ENPAM-Feb/05-1/20

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IN-AGENZIA<br />

30<br />

I medici usano il PC<br />

per razionalizzare il lavoro<br />

Il 71,5% dei camici bianchi utilizza il computer<br />

per compilare e consultare le cartelle cliniche e il<br />

61,9% per registrare le prescrizioni farmacologiche.<br />

A 'resistere' alle nuove tecnologie restano i<br />

camici bianchi più anziani che usano il PC per le<br />

cartelle cliniche nel 43% dei casi e per le prescrizioni<br />

(36%). Lo rivela l'indagine del Censis-<br />

Forum per la ricerca Biomedica 'I medici e l'innovazione<br />

farmacologica'.<br />

Il computer e Internet sono utilizzati anche come<br />

supporto informativo al momento della diagnosi<br />

(56%), ed in questo caso sono i medici specialisti<br />

i più assidui frequentatori della rete (59%<br />

contro 55%). Circa un terzo del campione dichiara<br />

di servirsi di tecnologie informatiche per<br />

studi farmaco-epidemiologici o per partecipare<br />

a studi di questo tipo.<br />

Staminali embrionali: cresce la fiducia<br />

I medici sono i primi ad avere grande fiducia nella ricerca biomedica<br />

e biotecnologica e nei suoi risultati, ma non incondizionata.<br />

Il 66,8% e' convinto che si potrà ottenere la sconfitta delle malattie<br />

genetiche e delle altre patologie gravi, mentre solo il 21% pensa che<br />

lo sviluppo della ricerca porterà a discriminazioni sociali o non avrà<br />

effetti sul fronte terapeutico. Un atteggiamento positivo sembra abbracciare<br />

anche i temi più controversi: il 90,5% è favorevole all'uso<br />

di cellule staminali embrionali a fini terapeutici. E' quanto emerge dall'indagine<br />

condotta dal Censis e dal Forum per la ricerca biomedica.<br />

Sono stati coinvolti 1.000 medici della Penisola, per valutare il loro<br />

rapporto con l'innovazione tecnologica.<br />

Per il 59,4% è lo Stato a dover finanziare la ricerca biomedica e per<br />

il 46,3 è sempre lo Stato ad avere il compito di incrementare il proprio<br />

impegno in questo campo, seguìto dal ministero della Salute<br />

(35,3%) e dagli Istituti di ricerca pubblici (22,3%). Il 32,6% dei medici<br />

cita la destinazione dell'8 per mille per incentivare i fondi, mentre<br />

il 28,9% indica la detassazione delle donazioni dei privati.<br />

I problemi sanitari analizzati<br />

al microscopio della statistica<br />

Medici<br />

e statistiche<br />

Diamo una serie di notizie che provengono da attendibili<br />

indagini effettuate da importanti centri di ricerca.<br />

Abbiamo attinto i dati dalle Agenzie di stampa<br />

ADN-KRONOS e Ansa alle quali siamo abbonati<br />

Sono troppo vecchi<br />

gli apparecchi diagnostici<br />

In Italia le apparecchiature diagnostiche sono<br />

troppo vecchie. Ben il 69% delle 'macchine' radiologiche,<br />

il 48% dei sistemi per angiografia, e<br />

il 42% dei mammografi hanno più di 10 anni.<br />

E' quanto emerge dall'indagine <strong>20</strong>04 sulle apparecchiature<br />

di diagnostica per immagini nelle<br />

strutture pubbliche italiane, promossa da Anie-<br />

Associazione Elettromedicali,in collaborazione<br />

con la Società Italiana di Radiologia Medica (Sirm)<br />

e l'Associazione Italiana Medicina Nucleare ed<br />

Imaging Molecolare (Aimn).<br />

Lo studio, è stato realizzato attraverso il censimento<br />

delle apparecchiature di diagnostica per<br />

immagini installate dalle aziende aderenti all'Anie<br />

(che coprono la quasi totalità dell'installato<br />

negli ospedali pubblici) e in uso presso tutte le<br />

Aziende Ospedaliere pubbliche (esclusi gli ospedali<br />

privati accreditati e non), le Asl, gli Irccs e i<br />

Policlinici universitari, per un totale di 872 strutture.<br />

Dal confronto dei dati della ricerca con l'indagine<br />

svolta dal ministero della Salute nel <strong>20</strong>00,<br />

emerge inoltre che l'età media del parco 'macchine'<br />

è progressivamente aumentata in quasi<br />

tutte le classi di apparecchiature. Ad esempio,<br />

per i mammografi, l'età media è passata da 6,4<br />

a 8,7 anni; per l'angiografia da 5,9 a 9,5 anni.<br />

Influenza dei polli<br />

Dal 1° marzo il vaccino<br />

L'Italia si è assicurata una opzione sulle prime<br />

produzioni di vaccino contro il virus H5N1,<br />

la cosiddetta influenza dei polli. Lo ha spiegato<br />

il ministro della salute, Girolamo Sirchia,<br />

precisando che le prime quantità saranno già<br />

disponibili dal 1° marzo e saranno importate<br />

dall'estero. Le dosi disponibili serviranno a<br />

vaccinare il personale in prima linea, come<br />

quello sanitario qualora il livello di allarme dovesse<br />

ulteriormente salire.

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