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Stampa ENPAM-Feb/05-1/20

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PERCHÈ?<br />

5<br />

EDITORIALE di Eolo Parodi<br />

Il mio ultimo editoriale su una lettera anonima che avevo ricevuto ha provocato un giusto, corretto e<br />

da me auspicato dibattito con molti colleghi. Tralascio i desideri di coloro che mi chiedono il significato<br />

di parole dialettali genovesi in quanto interessavano solo il mio anonimo amico.<br />

Da parecchio tempo mi sto chiedendo: perché accadono queste cose? Perché esiste la voglia di disconoscere<br />

il lavoro svolto da chi o da coloro, chiunque siano, in democrazia, che hanno il compito di guidare<br />

la categoria e ancor più di difendere la professione? Perché aumenta ed impera la “gestione dell'invidia”?<br />

Tutti sono prevenuti contro tutti.<br />

Ognuno guarda sempre nella bisaccia degli altri, ma mai nella sua.<br />

Il problema è all'attenzione di tutti, di tutti coloro che perlomeno rispettano la professione: i medici non<br />

partecipano alle elezioni ordinistiche, i medici non accettano una “Polizza Sanitaria” che in questi giorni<br />

viene abbondantemente copiata in Francia, in Gran Bretagna, e in Germania.<br />

I medici buttano via le nostre lettere e i nostri giornali.<br />

Noi comunichiamo con difficoltà, a sentire i colleghi: ciò mi preoccupa enormemente, io giro l'Italia, parlo<br />

con i medici, li ascolto, li capisco, ma quasi sempre trovo persone adirate con se stesse e contro la società,<br />

professionisti stanchi di essere accusati di tutto e da tutti, tenendo presente che oggi, posso affermarlo<br />

decisamente, noi non contiamo nulla ma subiamo tutto.<br />

Ci denunciano e ci dileggiano. Coloro che lo fanno non hanno capito che fare il medico deve essere sempre<br />

un atto di umiltà e di coraggio.<br />

Mettere paura ai medici significa soltanto far del male ai nostri malati e interrompere quello stare insieme,<br />

quel rinnovato dialogo che deve ridare fiducia e speranza a noi, ma soprattutto a loro.

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