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PREVIDENZA-IN<br />
I ministeri<br />
vigilanti<br />
ci chiedono<br />
interventi<br />
di riequilibrio<br />
fino ad<br />
arrivare a<br />
modifiche<br />
strutturali<br />
nel lungo<br />
periodo<br />
di Angelo Pizzini (*)<br />
6<br />
Approfondimento dopo il C.N. di novembre <strong>20</strong>04<br />
Gestione della Previdenza<br />
proiettata nel futuro<br />
Uno dei temi principali del Consiglio Nazionale<br />
tenuto a Roma il 27 novembre<br />
<strong>20</strong>04 è stato il patrimonio dell’Enpam.<br />
Sono stati evidenziati, in particolare, i positivi<br />
risultati conseguiti; infatti il patrimonio è<br />
raddoppiato di valore nell'ultimo decennio,<br />
pur mantenendo gli immobili in bilancio a valori<br />
catastali e non di mercato. Questi beni<br />
sono gestiti in funzione della previdenza, il<br />
che significa una gestione delle risorse finanziarie<br />
prudente ed orientata al lungo periodo,<br />
che privilegi la garanzia del capitale e<br />
la sua liquidabilità; inoltre comporta un oculato<br />
monitoraggio del rischio degli investimenti<br />
rifuggendo quello non sostenibile anche<br />
se con interessi più favorevoli. Fondamentale<br />
è anche la differenziazione del patrimonio<br />
con una ricerca costante di un migliore<br />
equilibrio fra immobiliare e mobiliare,<br />
entrambi indispensabili avendo il primo una<br />
maggiore efficacia di protezione contro il rischio<br />
di forte inflazione ed il secondo fruttando<br />
maggiori interessi con costi di gestione<br />
molto minori e con tassazione assai più<br />
bassa.<br />
Abbiamo sempre sostenuto che una gestione<br />
del capitale così impostata non darà mai<br />
risultati straordinari anche nell'ipotesi che i<br />
mercati raggiungano altissimi livelli, ma si otterranno<br />
comunque rendimenti soddisfacenti<br />
e con una maggiore sicurezza; comportamenti<br />
essenziali per una prudente e proficua<br />
amministrazione del patrimonio di un Ente<br />
previdenziale.<br />
Il patrimonio costituisce un capitale di riserva<br />
ed è un elemento basilare nella sua entità<br />
e con i suoi interessi, unitamente alle entrate<br />
per contributi ed alle uscite per prestazione,<br />
per la valutazione attuariale dell’equilibrio<br />
nel tempo dei Fondi. In breve l’aumen-<br />
È stato effettuato un oculato monitoraggio del rischio<br />
che comportano gli investimenti rifuggendo quelli non<br />
sostenibili anche se con interessi più favorevoli.<br />
Esperti di chiara fama ci hanno indicato i giusti percorsi<br />
per realizzare gli interventi correttivi previdenziali<br />
di riequilibrio dei Fondi<br />
to di valore del capitale accumulato contribuisce<br />
a prolungare nel tempo l’equilibrio dei<br />
Fondi stessi.<br />
Questo equilibrio viene monitorato dai bilanci<br />
attuariali che il nostro Ente deve commissionare<br />
almeno ogni triennio, rispettando un<br />
preciso obbligo di legge. Si tratta essenzialmente<br />
di un’elaborazione, fondata sui principi<br />
attuariali, che consente di valutare i vari<br />
Fondi e di stabilirne l’equilibrio nei prossimi<br />
quarant’anni, come indicato dai Ministeri di<br />
vigilanza e controllo. Come già prima accennato<br />
gli elementi di giudizio sono costituiti<br />
dalla stima delle entrate contributive degli<br />
iscritti attivi e dalle previsioni di uscita per prestazioni,<br />
tenendo conto anche della consistenza<br />
e del rendimento del patrimonio accumulato.<br />
Ben diversi sono i bilanci consuntivi annuali.<br />
L’Enpam, proprio come dimostrano i bilanci<br />
consuntivi degli ultimi esercizi finanziari, gode<br />
di buona salute. I conti sono tutti in equilibrio<br />
e anzi, secondo le previsioni, continueranno<br />
a registrarsi consistenti avanzi di gestione<br />
in questo come nei prossimi anni aumentando<br />
ulteriormente le riserve patrimoniali.<br />
I motivi di preoccupazione sono relativi al lungo<br />
periodo e derivano dagli studi attuariali<br />
prima citati. Gli ultimi, relativi all’anno <strong>20</strong>00,<br />
indicano un’inversione di tendenza che inizierà<br />
a manifestarsi, a seconda delle diverse<br />
gestioni dei Fondi, a partire dal <strong>20</strong>16 e cioè<br />
quando cominceranno a giungere all’età pensionabile<br />
le numerose classi di iscritti nati nel<br />
dopoguerra ed in particolare negli anni ‘50 e<br />
‘60. Nei nostri Fondi inoltre assumono significativa<br />
valenza fattori demografici e normativi,<br />
i quali in determinati periodi hanno portato<br />
ad un anomalo incremento e concen-