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Stampa ENPAM-Feb/05-1/20

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trazione degli iscritti che si tradurrà all’atto<br />

del pensionamento delle classi interessate in<br />

un notevole aumento della spesa previdenziale.<br />

Un altro elemento di aumento della spesa<br />

previdenziale, segnalato dalle statistiche ISTAT<br />

degli ultimi anni, è il forte incremento delle<br />

speranze di vita dopo i 65 e 70 anni grazie al<br />

miglioramento delle condizioni sociali ed ai<br />

progressi della medicina, in quanto comporta<br />

un aumento dei ratei di pensione.<br />

Per questo i Ministeri vigilanti hanno richiesto<br />

all’Ente, come a tutti gli Enti previdenziali<br />

privatizzati che si trovano in un’analoga si-<br />

“Abbiamo cercato<br />

di coinvolgere<br />

solo le pensioni<br />

di importo elevato<br />

tuazione, interventi di riequilibrio fino ad arrivare<br />

a modifiche strutturali nel lungo periodo.<br />

Anche i maggiori esperti in materia previdenziale,<br />

su richiesta della nostra Fondazione,<br />

hanno indicato un percorso per realizzare<br />

le misure richieste, proprio per aumentare<br />

l’entità delle riserve di capitale necessarie<br />

a far fronte in futuro alla prevista notevole<br />

crescita della spesa per pensioni.<br />

Sono stati individuati i possibili interventi correttivi<br />

che sono in sintesi: un innalzamento<br />

graduale dell’età pensionabile, una riduzione<br />

graduale delle aliquote di rendimento, un<br />

aumento delle aliquote contributive e una re-<br />

“Anche gli altri<br />

Enti previdenziali<br />

hanno effettuato<br />

pesanti correttivi<br />

visione del meccanismo di perequazione delle<br />

pensioni al fine di coinvolgere anche i pensionati<br />

nell’azione di riequilibrio delle gestioni.<br />

E’ quindi parso equo e corretto chiedere anche<br />

agli attuali pensionati il loro contributo<br />

alla stabilizzazione delle gestioni. Sono state<br />

fatte scelte precise e ponderate cercando di<br />

coinvolgere solo le pensioni di importo più<br />

7<br />

elevato ed in misura del tutto marginale sul<br />

piano economico, ma di altissimo valore simbolico<br />

di solidarietà fra le diverse generazioni<br />

di iscritti, principio base per un Ente previdenziale<br />

con gestione a ripartizione e particolarmente<br />

qualificante per un Ente professionale<br />

di categoria. Analoghe richieste di<br />

contributo alla manovra correttiva sono già<br />

avvenute, ed in maniera assai più rilevante,<br />

in altri Enti previdenziali privatizzati. Per esempio<br />

la Cassa dei Dottori Commercialisti e la<br />

Cassa dei Ragionieri nell’applicare le misure<br />

correttive hanno adottato per i calcoli previdenziali<br />

futuri il metodo contributivo e , con<br />

provvedimenti articolati, hanno ridotto le pensioni<br />

in atto di vari punti percentuali come<br />

contributo di solidarietà. Diversi i provvedimenti<br />

adottati dagli Enti previdenziali pubblici<br />

sempre ai fini del contenimento della<br />

spesa: dal 1/1/95 la quota di reversibilità della<br />

pensione dal 60% è stata ridotta al 45%,<br />

36%, 30% se il coniuge superstite ha redditi<br />

propri superiori a 3, 4, 5 volte il minimo<br />

INPS, mentre nel nostro Ente la cumulabilità<br />

dei redditi è totale e la quota di reversibilità<br />

al coniuge è del 70%.<br />

Come prima accennato, sono state coinvolte<br />

nel provvedimento solo le pensioni di importo<br />

più elevato, certamente maturate con<br />

anni di impegno e dedizione alla professione,<br />

ma anche per aver potuto godere di condizioni<br />

previdenziali e professionali più favorevoli<br />

rispetto agli attuali attivi.<br />

Non si è ritenuto necessario ridurre l’entità<br />

delle pensioni già in godimento mediante l’introduzione<br />

di un contributo di solidarietà, ma<br />

si è considerato sufficiente un marginale intervento<br />

sull’indicizzazione delle pensioni.<br />

Pertanto si è mantenuta la rivalutazione nella<br />

misura del 75% dell’indice ISTAT per le pensioni<br />

fino ad un importo annuo di 4 volte il<br />

minimo INPS (per il <strong>20</strong>04 = Euro 5.358,34x4=<br />

Euro 21.533,36) e, solo per la parte superiore<br />

a tale importo, l’indicizzazione è stata diminuita<br />

alla percentuale del 50%.<br />

Per esempio la misura adottata per una pensione<br />

di importo annuo lordo di Euro 35.000<br />

nel <strong>20</strong>04, in presenza di un tasso annuo di<br />

inflazione del 2,5%, determina un minor incremento<br />

di circa 4 euro mensili, al netto dell’attuale<br />

prelievo fiscale, per cui nel cedolino<br />

di pensione l’importo mensile netto, dopo la<br />

nuova rivalutazione ISTAT, passerebbe, nel<br />

<strong>20</strong><strong>05</strong>, a Euro 2.149,00 invece di Euro<br />

2.153,00. Marginali pure gli effetti sui trat-<br />

segue a pag. 8<br />

PREVIDENZA-IN

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