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IL PROIETTORE<br />
Ho paura<br />
che ogni<br />
tanto il<br />
corpo non<br />
mi sostenga.<br />
Mi vengono<br />
sempre<br />
cose curiose<br />
60<br />
Intervista “seria-seria” al grande comico romano<br />
Al “dottor” Verdone<br />
gli fischia l’orecchio<br />
Si considera un grande diagnostico dal momento che<br />
questa sua qualità gli è stata riconosciuta da medici<br />
importanti. Ha azzeccato il farmaco per far tornare<br />
la voce ad un amico e ha “salvato” un depresso<br />
di Maricla Tagliaferri<br />
In un modo o nell’altro c’è sempre un medico<br />
nei suoi film. Quasi non te ne accorgi, perché<br />
spesso stanno sullo sfondo, come in “Un sacco<br />
bello”. A volte sono terribili come quel pedante<br />
che in “Viaggi di nozze” spinge la povera Veronica<br />
Pivetti ad un gesto estremo. E più di un malato<br />
la fa da protagonista: Regina Orioli è cieca in<br />
“Gallo cedrone”, Asia Argento è sulla sedia a rotelle<br />
in “Perdiamoci di vista”.<br />
Perché, signor Carlo Verdone?<br />
Perché la malattia, la precarietà della vita fa parte<br />
di noi. Odio quelli perfettini sempre pimpanti<br />
che la negano. Poi vai a casa loro e hanno gli scaffali<br />
pieni di medicine. Del resto mi considero un<br />
medico mancato.<br />
In che senso?<br />
La medicina mi ha sempre appassionato. Sono un<br />
grande diagnostico, come mi è stato riconosciuto da<br />
medici importanti. So individuare a prima vista un<br />
helicobacter, una diverticolite, un colon irritato. Ho<br />
in cura, diciamo così, una quarantina di amici, che<br />
mi telefonano a qualunque ora. E io rispondo come<br />
un vero medico: “Non mi disturbi affatto”. Ascolto<br />
e consiglio il medicinale giusto. Li conosco alla perfezione,<br />
quasi tutti li ho sperimentati su di me, perché<br />
ho avuto un sacco di magagne. Certo, quando<br />
il problema è serio mi fermo. Coi bambini neanche<br />
ci provo. Però ho avuto le mie brave soddisfazioni.<br />
Per esempio?<br />
Ho azzeccato il farmaco per far tornare la voce ad<br />
un amico attore che aveva provato di tutto. Ho risolto<br />
la depressione di un altro. Quello è stato davvero<br />
difficile. Anche lui aveva bussato a tutte le porte,<br />
finché gli ho detto: fidati di me. L’ho seguito per<br />
sei mesi, consultandomi ogni sera con un neurologo<br />
bravo. Alla fine ne è uscito: è stata una grande<br />
vittoria.<br />
Come le è venuta questa passione?<br />
Dal nostro medico di famiglia, il professor Gerardo<br />
D’Agostino, istopatologo primario al Regina Elena di<br />
Roma, che per amor nostro ci faceva da medico generico.<br />
Ero affascinato da quest’uomo che ti guariva<br />
solo guardandoti. S’era formato negli anni ’60,<br />
aveva un grande occhio clinico. Così mi sono appassionato.<br />
Leggo regolarmente riviste medico-scientifiche,<br />
consulto enciclopedie e manuali.<br />
Cosa l’affascina della medicina?<br />
La conoscenza del corpo. Per me è un andare a fondo<br />
nella conoscenza delle persone, oltrepassare la<br />
pura psicologia. Mi spiace vedere la gente soffrire, se<br />
riesco a togliere qualche fastidio sono davvero felice.<br />
E poi il mio mestiere è quello di far sorridere e il<br />
sorriso fa bene alla salute, perciò mi considero un<br />
medico a tutti gli effetti.<br />
Che qualità deve avere un buon dottore?<br />
Soprattutto il buon senso. Deve essere un bravo psicologo,<br />
comunicare serenità e avere tanta pazienza.<br />
Lei ha spesso ironizzato sulla sua ipocondria. In<br />
“Maledetto il giorno che t’ho incontrato”, mette<br />
in scena irresistibili gag sulla dipendenza dai<br />
medicinali. Autobiografia?<br />
Sono ipocondriaco come quasi tutti, sto nella media<br />
e ho i miei buoni motivi. Ma mi considero sostanzialmente<br />
sano. Semplicemente ho paura che ogni<br />
tanto il corpo non mi sostenga. Il fatto è che mi vengono<br />
sempre cose curiose, lipomatosi, impurità del<br />
vitreo, di recente gli acufeni, cioè i fischi nelle orecchie.<br />
Le hanno mai dato della “pecetta”, come si dice<br />
a Roma di qualcuno che è sempre malaticcio?<br />
Guardi, secondo me quelli che non si lamentano mai,<br />
sono quelli che muoiono prima. Negano malesseri,<br />
sfidano il corpo oltre i limiti, forse esorcizzano, così<br />
non si accorgono per tempo se qualcosa non va.<br />
Delle sue “magagne”, come le chiama lei, quale<br />
le dà meno fastidio?<br />
Gli acufeni, contro i quali non si può far nulla. Ci vivo<br />
in pace, li ho accolti come il rumore del mio silenzio.<br />
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