03.06.2013 Views

Stampa ENPAM-Feb/05-1/20

Stampa ENPAM-Feb/05-1/20

Stampa ENPAM-Feb/05-1/20

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

CONGRESSI<br />

LA TERAPIA FOTODINAMICA: DISTRUGGERE<br />

IL TUMORE RISPARMIANDO IL TESSUTO SANO<br />

58<br />

La terapia fotodinamica (PDT, acronimo dell’inglese PhotoDynamic Therapy) è una particolare forma di fototerapia in<br />

grado di distruggere qualsiasi tipo di tessuto neoplastico, risparmiando al contempo quello sano, impiegando radiazioni<br />

luminose non ionizzanti. Si tratta della prima terapia selettiva dei tumori, basata sull’attivazione di una sostanza fotosensibilizzante<br />

attraverso la luce. Privo di qualsiasi tossicità intrinseca sia per i tessuti sani che per quelli malati, il fotosensibilizzante<br />

ha la prerogativa di localizzarsi con grande selettività, appunto, nei tessuti malati. L’ultima generazione<br />

di PDT, grazie ad una fotosensibilizzazione estremamente breve, consente al paziente di esporsi tranquillamente alla<br />

luce solare diretta già pochi giorni dopo il trattamento. Un'ulteriore applicazione della selettività dei fotosensibilizzanti<br />

è rappresentato dal loro utilizzo come marcatori delle cellule neoplastiche quando si deve procedere ad escissione chirurgica<br />

con la guida di microscopio intraoperatorio. Non solo: la PDT può essere impiegata anche in pazienti che rifiutano<br />

l’intervento, oppure che non possono sopportarlo perché sono ad esempio portatori di pace-maker o affetti da diatesi<br />

emorraggica con una patologica tendenza al sanguinamento. Allo stesso modo, consente di intervenire sulle recidive<br />

di tumori primitivi nei quali erano già falliti precedenti trattamenti di chirurgia o di chemioterapia e non si poteva<br />

intervenire nuovamente utilizzando le medesime metodiche o altre oggi disponibili. È utile inoltre nel trattamento di lesioni<br />

localizzate in sedi difficilmente aggredibili chirurgicamente e può essere ripetutamente impiegata senza che si verifichi<br />

alcuna tossicità cumulativa, né è mai stato segnalato fino ad oggi lo sviluppo progressivo di resistenza al trattamento.<br />

Gli studi internazionali indicano una remissione completa del 13% in pazienti che non avevano più nessun'altra<br />

possibilità di trattamento ’tradizionale’, evidenti benefici clinici in termini di “qualità di vita” nel 59% e nel 26% miglioramento<br />

complessivo con una sopravvivenza mediana di 487 giorni, mentre il 74% dei pazienti con risposta terapeutica<br />

parziale, o con nessuna risposta, ha avuto comunque una sopravvivenza mediana di 214 giorni. La PDT ha recentemente<br />

ottenuto l'approvazione EMEA per il trattamento di pazienti con carcinoma a cellule squamose della testa<br />

e del collo in fase avanzata che hanno fallito precedenti terapie e non sono adatti ad un trattamento di radioterapia,<br />

chirurgia o chemioterapia sistemica.<br />

DALLA PUGLIA LA ‘RETE NAZIONALE<br />

DI EMERGENZA VASCOLARE AORTICA’<br />

a cura di Andrea Sermonti<br />

Nasce la prima ‘Rete Nazionale di Emergenza Vascolare Aortica’, con centri di soccorso disposti su parte del territorio<br />

nazionale e pronti ad intervenire con assoluta tempestività in casi di emergenze legate alle lesioni all’aorta. Secondo<br />

i dati di uno studio statunitense recentemente presentato a Roma nella sede della Regione Puglia, risulta infatti<br />

che la rottura dell’aorta è causa di mortalità negli incidenti stradali nel 21% dei casi e la seconda causa di morte<br />

nei casi di traumi. Il network italiano sarà la partenza di una vasta rete europea che verrà formata a Bruxelles entro<br />

la fine dell’anno. La nascita della nuova rete si deve al progetto finanziato dal MIUR (Ministero dell’Istruzione, dell’Università<br />

e della Ricerca) per volontà della Regione Puglia e all’organizzazione dell’Istituto di Cardiologia del Policlinico<br />

di Bari. Sono l’Azienda Ospedaliera Universitaria Ferrarotto di Catania, l’Istituto Cardiologico Monzino di Milano,<br />

il Policlinico Universitario Federico II e l’Azienda Ospedaliera Monaldi di Napoli, insieme al Policlinico Universitario<br />

di Bari, i centri nevralgici che formano la Rete Emergenza e che sono collegati tra loro da un sito web (www.aorticare.org)<br />

e da un Call Center nazionale (Numero Verde 800 955 155). “In caso di emergenza aortica o di incidente<br />

stradale ci si può collegare alla nostra rete con una telefonata o connettendosi al nostro sito – sottolinea Luigi De<br />

Luca Tupputi Schinosa, Direttore dell’Istituto di Cardiologia dell’Università di Bari – sapendo inoltre che il Call Center<br />

sarà potenziato durante il sabato sera”. “Lo scopo sarà quello di costituire una Rete che possa in futuro coprire in<br />

maniera capillare tutto il territorio nazionale” spiega Luigi De Luca Tupputi Schinosa. Il Policlinico Universitario di Bari<br />

sta infatti lavorando alacremente con la Regione Puglia per formare la prima Unità Aortica Italiana su modello delle<br />

esistenti Unità Coronariche. Entro l’anno, infine, il Network di Emergenza Aortica si estenderà ad altri paesi europei:<br />

Tolosa per la Francia, Barcellona per la Spagna e Rostock per la Germania oltre a Baltimore e Standford negli Stati<br />

Uniti d’America. (St. Ser.)

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!