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Stampa ENPAM-Feb/05-1/20

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Grosseto<br />

Incidenti domestici<br />

Gli incidenti domestici configurano, una realtà ancora<br />

oggi misconosciuta. Gli eventi che comportano un<br />

trattamento in regime di ricovero ospedaliero o di<br />

emergenza urgenza nei Presidi di Pronto Soccorso locali<br />

sono fenomeni noti, rilevabili attraverso l'analisi<br />

dei dati correnti (Schede di Dimissione Ospedaliera,<br />

Registri di Pronto Soccorso) anche se, non sempre<br />

agevoli sono le fasi di raccolta ed elaborazione dati.<br />

Si tratta comunque di eventi intelligibili nell'attività<br />

clinica ordinaria. Non ci può essere analogia con gli<br />

incidenti che per loro caratteristiche (modesta gravità,<br />

dislocazione geografica) non richiedono interventi<br />

presso i Presidi territoriali di Emergenza Urgenza né<br />

prevedono un ricovero in Nosocomio, ma sono oggetto<br />

di automedicazione, consulenza del farmacista<br />

territoriale o ricadono nella sfera di competenza del<br />

Medico di Medicina Generale o del Pediatra di Libera<br />

Scelta. Questo tipo di evento, sfugge completamente<br />

a qualsiasi tipo di rilevazione censuale e rappresenta<br />

un fenomeno sommerso indicatore di situazioni<br />

virtuali di rischio che il Dipartimento della Prevenzione<br />

dell'Azienda Asl n. 9 di Grosseto si è proposto<br />

di indagare con questo studio.<br />

Alessandria<br />

Le donne e la professione medica<br />

Quando mi laureai in medicina le donne medico erano<br />

rare. Erano l'eccezione che conferma la regola. Nell'ospedale<br />

di Alessandria c'erano una dottoressa nel reparto<br />

di medicina, di neurologia, di ginecologia, di anestesia:<br />

stop. Il resto uomini. Tra i medici di famiglia idem.<br />

Nel corso degli anni sempre più donne si sono iscritte<br />

a medicina ed oggi la situazione è molto cambiata. Le<br />

donne si sono sempre occupate di assistenza, ma mentre<br />

in passato potevano accedere alla professione di infermiera,<br />

oggi diventano medico sia grazie all'accesso<br />

ai livelli più alti della istruzione sia grazie a un cambiamento<br />

culturale che consente loro di poter toccare il<br />

corpo di un uomo per motivi sanitari. Alcune parti della<br />

professione, come la chirurgia, non sono ancora occupate<br />

dalle donne. Sono quelle aree nelle quali è necessario<br />

un più elevato impegno di carriera. Perché possano<br />

accedere a queste posizioni devono ancora compiersi<br />

profondi cambiamenti strutturali nelle regole della<br />

famiglia. La medicina cambia, la società, gli individui,<br />

le nostre vite mutano molto più di quanto spesso<br />

non ci riflettiamo sopra. La crescita delle donne nella<br />

professione medica testimonia di ciò.<br />

Mauro Cappelletti<br />

37<br />

Torino<br />

Sezione Regionale - Società Italiana<br />

Ipertensione Arteriosa Piemonte,<br />

Valle D'Aosta e Liguria<br />

Una recente indagine epidemiologica condotta in collaborazione<br />

con le autorità sanitarie della Comunità<br />

Europea e degli USA, pubblicata su JAMA nel <strong>20</strong>03,<br />

ha documentato una elevata prevalenza dell'ipertensione<br />

arteriosa in entrambi i continenti e particolarmente<br />

in quello europeo.<br />

I dati relativi all'Italia indicano che il 38% della popolazione,<br />

oltre <strong>20</strong> milioni di persone, soffre di ipertensione<br />

arteriosa. Questo aumento della pressione<br />

arteriosa causa ogni anno 216.000 casi di ictus, 90.000<br />

casi di infarto miocardico, 183.000 casi di scompenso<br />

cardiaco. Un costo umano ed economico enorme<br />

e non più accettabile. Un problema di salute pubblica<br />

da affrontare con urgenza ed efficacia.<br />

Chiave di volta della situazione è che una parte rilevante<br />

dei soggetti ipertesi ignora di esserlo e che tra<br />

quelli che lo sanno molti non sono consapevoli dei rischi,<br />

né della necessità di un controllo della pressione<br />

arteriosa.<br />

Su questa base noi della Società Italiana dell'Ipertensioni<br />

Arteriosa, in collaborazione con la Lega Italiana<br />

contro l'Ipertensioni e la Croce Rossa Italiana abbiamo<br />

concordato un piano di intervento per informare e sensibilizzare<br />

la popolazione sui rischi di una condizione<br />

passibile di cura pressoché nella totalità dei casi.<br />

La conoscenza e la comprensione del problema rappresentano<br />

il momento essenziale per la prevenzione<br />

delle complicanze cardiovascolari nel soggetto iperteso.<br />

A questo fine noi con la Lega e la CRI abbiamo<br />

promosso una "Settimana della ipertensione arteriosa"<br />

dal 22 al 27 novembre <strong>20</strong>04 che ha interessato<br />

l'intero territorio nazionale articolata su base regionale.<br />

Per l'iniziativa è stato concesso il patrocinio di<br />

Presidenza della Repubblica, Presidenza del Consiglio<br />

dei Ministri, del Ministero della Salute e della Società<br />

Europea dell'Ipertensione Arteriosa.<br />

Il progetto d'intervento è altamente innovativo, in grado<br />

di raggiungere un numero di cittadini molto elevato<br />

ed esteso a tutto il territorio nazionale, di grande<br />

rilevanza etica ed economica, capace di influenzare<br />

la conoscenza dei cittadini sul proprio stato di<br />

salute e caratterizzato da grande visibilità.<br />

Conoscendo la Vostra sensibilità ed il Vostro interesse<br />

per i problemi di salute pubblica abbiamo considerato<br />

indispensabile portare a conoscenza il progetto<br />

di intervento da noi elaborato.<br />

Prof. Franco Veglio<br />

Coordinatore Regionale<br />

Società Italiana Ipertensione Arteriosa<br />

Piemonte, Valle D'Aosta e Liguria<br />

VITA DEGLI ORDINI

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