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Grosseto<br />
Incidenti domestici<br />
Gli incidenti domestici configurano, una realtà ancora<br />
oggi misconosciuta. Gli eventi che comportano un<br />
trattamento in regime di ricovero ospedaliero o di<br />
emergenza urgenza nei Presidi di Pronto Soccorso locali<br />
sono fenomeni noti, rilevabili attraverso l'analisi<br />
dei dati correnti (Schede di Dimissione Ospedaliera,<br />
Registri di Pronto Soccorso) anche se, non sempre<br />
agevoli sono le fasi di raccolta ed elaborazione dati.<br />
Si tratta comunque di eventi intelligibili nell'attività<br />
clinica ordinaria. Non ci può essere analogia con gli<br />
incidenti che per loro caratteristiche (modesta gravità,<br />
dislocazione geografica) non richiedono interventi<br />
presso i Presidi territoriali di Emergenza Urgenza né<br />
prevedono un ricovero in Nosocomio, ma sono oggetto<br />
di automedicazione, consulenza del farmacista<br />
territoriale o ricadono nella sfera di competenza del<br />
Medico di Medicina Generale o del Pediatra di Libera<br />
Scelta. Questo tipo di evento, sfugge completamente<br />
a qualsiasi tipo di rilevazione censuale e rappresenta<br />
un fenomeno sommerso indicatore di situazioni<br />
virtuali di rischio che il Dipartimento della Prevenzione<br />
dell'Azienda Asl n. 9 di Grosseto si è proposto<br />
di indagare con questo studio.<br />
Alessandria<br />
Le donne e la professione medica<br />
Quando mi laureai in medicina le donne medico erano<br />
rare. Erano l'eccezione che conferma la regola. Nell'ospedale<br />
di Alessandria c'erano una dottoressa nel reparto<br />
di medicina, di neurologia, di ginecologia, di anestesia:<br />
stop. Il resto uomini. Tra i medici di famiglia idem.<br />
Nel corso degli anni sempre più donne si sono iscritte<br />
a medicina ed oggi la situazione è molto cambiata. Le<br />
donne si sono sempre occupate di assistenza, ma mentre<br />
in passato potevano accedere alla professione di infermiera,<br />
oggi diventano medico sia grazie all'accesso<br />
ai livelli più alti della istruzione sia grazie a un cambiamento<br />
culturale che consente loro di poter toccare il<br />
corpo di un uomo per motivi sanitari. Alcune parti della<br />
professione, come la chirurgia, non sono ancora occupate<br />
dalle donne. Sono quelle aree nelle quali è necessario<br />
un più elevato impegno di carriera. Perché possano<br />
accedere a queste posizioni devono ancora compiersi<br />
profondi cambiamenti strutturali nelle regole della<br />
famiglia. La medicina cambia, la società, gli individui,<br />
le nostre vite mutano molto più di quanto spesso<br />
non ci riflettiamo sopra. La crescita delle donne nella<br />
professione medica testimonia di ciò.<br />
Mauro Cappelletti<br />
37<br />
Torino<br />
Sezione Regionale - Società Italiana<br />
Ipertensione Arteriosa Piemonte,<br />
Valle D'Aosta e Liguria<br />
Una recente indagine epidemiologica condotta in collaborazione<br />
con le autorità sanitarie della Comunità<br />
Europea e degli USA, pubblicata su JAMA nel <strong>20</strong>03,<br />
ha documentato una elevata prevalenza dell'ipertensione<br />
arteriosa in entrambi i continenti e particolarmente<br />
in quello europeo.<br />
I dati relativi all'Italia indicano che il 38% della popolazione,<br />
oltre <strong>20</strong> milioni di persone, soffre di ipertensione<br />
arteriosa. Questo aumento della pressione<br />
arteriosa causa ogni anno 216.000 casi di ictus, 90.000<br />
casi di infarto miocardico, 183.000 casi di scompenso<br />
cardiaco. Un costo umano ed economico enorme<br />
e non più accettabile. Un problema di salute pubblica<br />
da affrontare con urgenza ed efficacia.<br />
Chiave di volta della situazione è che una parte rilevante<br />
dei soggetti ipertesi ignora di esserlo e che tra<br />
quelli che lo sanno molti non sono consapevoli dei rischi,<br />
né della necessità di un controllo della pressione<br />
arteriosa.<br />
Su questa base noi della Società Italiana dell'Ipertensioni<br />
Arteriosa, in collaborazione con la Lega Italiana<br />
contro l'Ipertensioni e la Croce Rossa Italiana abbiamo<br />
concordato un piano di intervento per informare e sensibilizzare<br />
la popolazione sui rischi di una condizione<br />
passibile di cura pressoché nella totalità dei casi.<br />
La conoscenza e la comprensione del problema rappresentano<br />
il momento essenziale per la prevenzione<br />
delle complicanze cardiovascolari nel soggetto iperteso.<br />
A questo fine noi con la Lega e la CRI abbiamo<br />
promosso una "Settimana della ipertensione arteriosa"<br />
dal 22 al 27 novembre <strong>20</strong>04 che ha interessato<br />
l'intero territorio nazionale articolata su base regionale.<br />
Per l'iniziativa è stato concesso il patrocinio di<br />
Presidenza della Repubblica, Presidenza del Consiglio<br />
dei Ministri, del Ministero della Salute e della Società<br />
Europea dell'Ipertensione Arteriosa.<br />
Il progetto d'intervento è altamente innovativo, in grado<br />
di raggiungere un numero di cittadini molto elevato<br />
ed esteso a tutto il territorio nazionale, di grande<br />
rilevanza etica ed economica, capace di influenzare<br />
la conoscenza dei cittadini sul proprio stato di<br />
salute e caratterizzato da grande visibilità.<br />
Conoscendo la Vostra sensibilità ed il Vostro interesse<br />
per i problemi di salute pubblica abbiamo considerato<br />
indispensabile portare a conoscenza il progetto<br />
di intervento da noi elaborato.<br />
Prof. Franco Veglio<br />
Coordinatore Regionale<br />
Società Italiana Ipertensione Arteriosa<br />
Piemonte, Valle D'Aosta e Liguria<br />
VITA DEGLI ORDINI