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BOAZ, IL RISCATTATORE - CRISTIANI EVANGELICI

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prossimo (del quale non conosciamo praticamente nulla 63 ) è lapidaria ed<br />

apparentemente senza indugi: "Farò valere il mio diritto" (v.4).<br />

Boaz però non si perde d'animo e mette in azione la seconda fase<br />

contrattuale. Egli era un uomo fermo e determinato, e probabilmente anche<br />

esperto in contratti ed affari: dopo aver fatto sbilanciare il suo parente, gli pone<br />

dinanzi l'altra faccia della medaglia e riesce a metterlo in difficoltà. La sua<br />

seconda proposta è celata dietro l'evidenza di un corollario giuridico: chi<br />

"acquisterà il campo dalla mano di Naomi" dovrà anche "acquistare Ruth la<br />

moabita, moglie del defunto, per far rivivere il suo nome nella sua eredità" (v.5).<br />

Ovviamente si tratta di una sorta di riedizione della proposta originaria, arricchita<br />

da una nuova clausola, la quale però modifica il contenuto sostanziale del<br />

contratto. Non si trattava solo di allargare il proprio patrimonio immobiliare, ma<br />

anche di prendere moglie per dare una discendenza al primogenito di Elimelec.<br />

Conosciuta l'intera portata della proposta di Boaz, la seconda risposta del parente<br />

più stretto svela la sua volontà di desistere per lasciare campo libero al nostro<br />

personaggio: "Io non posso far valere il mio diritto - egli afferma - perchè rovinerei 64<br />

la mia propria eredità" (v.6).<br />

A questo punto l'accordo è pressocchè raggiunto, visto che il parente<br />

più stretto, senza saperlo, rivolge a Boaz proprio il tipo di controproposta che<br />

questi voleva ascoltare: "Subentra tu nel mio diritto di riscatto perchè io non posso<br />

valermene" (v.6). L'accordo vero e proprio, che concludeva la procedura<br />

contrattuale, prevedeva però ulteriori formalità in uso a quei tempi.<br />

3. <strong>IL</strong> RITO FINALE E LA CONCLUSIONE<br />

Nel v.7 del capitolo quarto del libro di Ruth troviamo una sorta di<br />

parentesi che descrive un'usanza "antica" ancora in voga a quei tempi65 in Israele:<br />

"per rendere valido un contratto di riscatto e66 di cessione della proprietà uno si<br />

63 E' interessante, a tal proposito, notare il tipo di saluto che Boaz rivolge al parente più<br />

prossimo nel v.1. Si tratta dell'espressione ebraica iynmla ynlp (=p'lonì 'almonì) che Luzzi<br />

rende bene con "Tu, tal dei tali" dal momento che questo idioma è altrove adoperato<br />

nell'AT quando non si reputa indispensabile rivelare il nome della persona o del luogo<br />

(es. 2 Re 6:8). L'uso di tale espressione non significa, però, necessariamente che Boaz<br />

non conoscesse il nome del parente più prossimo (così Huey, op. cit., p.541; Enns, op.c<br />

it., p.60).<br />

64 Si tratta qui del verbo ebraico txv (=shachàt), che significa "spogliare, danneggiare,<br />

rovinare". Non sappiamo se il parente più prossimo fosse o meno facoltoso, ma la sua<br />

risposta sembra frutto di un mero calcolo economico: le terre avrebbero accresciuto il<br />

suo patrimonio, mentre l'eventuale primogenito avuto con Ruth sarebbe diventato<br />

unico erede di quelle stesse terre, sottraendole così al suo diretto dominio (in questo<br />

senso Enns, op. cit., p.62s.; Huey, op. cit., p.542).<br />

65 Sia Enns (op. cit., p.63) che Huey (op. cit., p.544) affermano che il tenore del v.7 è nel<br />

senso che tale usanza non fosse più in voga quando il libro di Ruth fu scritto. Huey, in<br />

particolare, aggiunge che l'espressione ebraica mynpl (=l'panìm) può indicare un<br />

periodo passato da poco tempo (es. Gb.42:11) come da secoli (es. Sal.102:25); egli<br />

ricorda anche che in Ger.32:9-12 c'è scritto che, almeno nei tempi pre-esilici, in Israele<br />

le proprietà di terreni venivano trasferite con documenti scritti e sigillati.<br />

66 Luzzi e la Revisione 1994 riportano qui non una congiunzione copulativa "e" ma piuttosto<br />

la disgiuntiva "o", al contrario di quanto fanno Diodati, la Nuova Diodati, la KJV e la<br />

NIV. Riteniamo che quest'ultima soluzione sia più conforme al testo ebraico che riporta<br />

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