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BOAZ, IL RISCATTATORE - CRISTIANI EVANGELICI

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determinato: nel dare ordini ai suoi servitori (2:9,15,16), nel rassicurare la giovane<br />

moabita (3:11,13) e nella procedura per l'esercizio del diritto di riscatto (cap. 4)<br />

egli dimostra in particolare queste sue doti di carattere.<br />

Anche il Signore Gesù Cristo, nel suo breve ministero terreno, ebbe<br />

modo in diverse occasioni di manifestare qualità analoghe. Egli non diede mai<br />

ordini a dei servitori umani perchè non aveva denaro per permetterseli, ma<br />

quante volte sgridò gli spiriti maligni affinchè abbandonassero una creatura<br />

umana (es. Mat. 17:18; Mc. 1:25) oppure sgridò gli elementi naturali affinchè si<br />

piegassero al Suo volere (es. Mt. 8:26; Lc. 4:39) ? Dall'episodio del centurione di<br />

Capernaum, inoltre, sappiamo che Gesù era ben cosciente (quale Dio incarnato)<br />

di avere una particolare autorità sugli spiriti malvagi, e questo era talvolta<br />

riconosciuto anche dagli uomini intorno a Lui (Lc. 7:8).<br />

Se Boaz dimostrò la sua autorevolezza anche nel riuscire a rassicurare<br />

Ruth, il Signore Gesù in questo fu certamente il Maestro per antonomasia. In<br />

diverse occasioni Egli confortò profondamente i Suoi discepoli con frasi potenziate<br />

dalla Sua autorevolezza. "Sono Io, non temete!" (es. Mt. 28:10; Mc. 6:50), "Pace a<br />

voi!" (es. Lc. 24:36; cfr. Gv. 14:27) e "Non temere, piccolo gregge" (Lc. 12:32; cfr. Mt.<br />

10:31) non sono semplici espressioni verbali, ma potenti motti spirituali partiti<br />

dall'autorità dell'Iddio incarnato. E Gesù rivolse tali poderose consolazioni talvolta<br />

anche a uomini che non erano ancora Suoi discepoli, anche se dotati di una vera<br />

fede e di un grande timore di Dio (es. Mc. 5:36).<br />

Boaz mostrò la sua determinazione soprattutto in occasione del<br />

contratto per l'esercizio del diritto di riscatto, dal momento che si era prefissato un<br />

unico e chiaro obiettivo (sposare Ruth) e fece di tutto per realizzarlo. Anche in tale<br />

aspetto, il nostro personaggio è un "tipo" di Cristo, del Quale anticipa timidamente<br />

un'eccezionale aspetto dell'opera: Gesù aveva il preciso obiettivo di morire in<br />

croce per espiare i nostri peccati ed a questo obiettivo sottopose ogni sua attività<br />

terrena. Sta scritto, infatti, che "per la gioia che gli era posta dinanzi Egli sopportò<br />

la croce, disprezzando l'infamia" (Eb. 12:2). Fu in vista del Suo sacrificio espiatorio<br />

che, al massimo della Sua celebrità popolare, Egli cominciò a parlare della Sua<br />

futura morte (es. Lc. 9:44) ed in vista di tale scopo fondamentale del Suo ministero<br />

terreno, subito dopo Gesù "si mise risolutamente in cammino per andare a<br />

Gerusalemme" (v.51). Nessuno costrinse il Signore a morire in croce, ma Egli<br />

sapeva che in questo consisteva la Sua missione su quersta terra e fu<br />

estremamente determinato nel "deporre da solo la Sua vita" (Gv. 10:17-18). Anche<br />

nel giardino di Getsemani l'Iddio incarnato sottopose la sua debolezza umana alla<br />

suprema volontà divina, dimostrando anche in quei momenti terribili un'esemplare<br />

ubbidienza ma anche una grande fermezza e determinazione (es. Mc. 14:32-42).<br />

B. IN RAPPORTO ALLA SUA ATTIVITA'<br />

1. <strong>BOAZ</strong> HA DATO RIPOSO, GIOIA E SICUREZZA<br />

La generosità di Boaz si dimostrò anche, ed almeno in due occasioni<br />

diverse, quando egli consentì a Ruth di riposarsi. In 2:14, innanzitutto, il nostro<br />

personaggio permise alla giovane moabita di interrompere il suo duro lavoro (cfr.<br />

v.7) per mangiare e bere addirittura al tavolo del padrone e dei mietitori, mentre<br />

in 3:13 Boaz non cacciò via Ruth, che si era posta a riposare ai suoi piedi (cfr. v.7)<br />

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