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CIBI E SAPORI ANTICHI menù e ricette dal passato - Valle di Susa ...

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Era prassi abituale dei Romani utilizzare <strong>di</strong>verse salse per coprire i sapori che talvolta non<br />

dovevano essere dei migliori. Fra le tante la più utilizzata era senz’altro il garum, una salsa ottenuta<br />

con piccoli pesci (il nome deriva <strong>dal</strong> greco garon che era il nome del pesce più utilizzato come<br />

ingre<strong>di</strong>ente principale). Il garum si presentava come un liquido quasi dorato <strong>dal</strong> sapore piuttosto<br />

forte ed acidulo. Veniva utilizzato su quasi tutti i piatti, ma occorreva saperlo dosare. Il garum<br />

veniva persino aggiunto all’acqua per renderla più saporita e <strong>di</strong>ssetante soprattutto d’estate. Anche i<br />

viaggiatori portavano sempre con sé la fiaschetta <strong>di</strong> garum per utilizzarlo a piacimento. Il garum si<br />

otteneva con un proce<strong>di</strong>mento simile a quello o<strong>di</strong>erno per le acciughe sotto sale con la <strong>di</strong>fferenza<br />

che il pesce veniva più volte rimescolato per far sì che venisse macerato. Oltre al sale si aggiungeva<br />

olio, vino, aceto e varie erbe; la mistura si lasciava poi a riposo per una notte in un recipiente <strong>di</strong><br />

terracotta e quin<strong>di</strong> veniva fatta fermentare all’aperto, esposta al sole e rimescolata <strong>di</strong> tanto in tanto,<br />

per due o tre mesi; a questo punto la parte liquida si era ridotta e la si filtrava utilizzando un cestino.<br />

La parte solida non veniva gettata, ma era utilizzata come cibo prendendo il nome <strong>di</strong> allec.<br />

Volendo preparare oggi il garum, si può seguire il seguente proce<strong>di</strong>mento: in un vaso <strong>di</strong> coccio<br />

porre <strong>di</strong>versi strati alternati <strong>di</strong> erbe tritate, piccoli pesci e sale. Al termine coprire. Dopo sette giorni,<br />

rimestare con un cucchiaio <strong>di</strong> legno e ripetere l’operazione una volta al giorno per venti giorni. A<br />

questo punto pigiare con forza e raccogliere il succo che è il garum. La polpa (allec) può essere<br />

consumata a parte.<br />

Non avendo tutto questo tempo a <strong>di</strong>sposizione (e soprattutto la necessaria pazienza) si può provare a<br />

stemperare 3-4 filetti <strong>di</strong> acciughe in olio ben caldo oppure ricorrere ad una salsa indocinese che si<br />

chiama “nuoc-nam”, in ven<strong>di</strong>ta in negozi specializzati in cucina orientale.<br />

SALSA PER UOVA (in ovis hapalis )<br />

Pesa insieme pepe, sedano montano e pinoli messi precedentemente ad ammorbi<strong>di</strong>re. Versaci sopra<br />

miele ed aceto e gustalo con il garum.<br />

DOLCI<br />

"CASSATA" <strong>di</strong> OPLONTIS<br />

In un affresco <strong>di</strong> un triclinio della Villa <strong>di</strong> Oplontis (Torre Annunziata) è raffigurato un dolce <strong>dal</strong>la<br />

incre<strong>di</strong>bile somiglianza con una moderna cassata, il tra<strong>di</strong>zionale dolce siciliano a base <strong>di</strong> ricotta e<br />

zucchero. Ecco una ricetta basata su ingre<strong>di</strong>enti esistenti all'epoca. Tagliare a da<strong>di</strong>ni della frutta<br />

secca composta da albicocche (150 gr), prugne (150 gr), uva sultanina (100 gr), datteri (a piacere) e<br />

mettere da parte alcuni frutti interi per la decorazione. Far cuocere in poco miele 100 gr <strong>di</strong> noci<br />

spellate e dei pinoli fino ad ottenere una miscela caramellata consistente. Lasciar raffreddare e poi<br />

sminuzzare. Passare 1 kg e mezzo <strong>di</strong> ricotta vaccina al setaccio lasciandone 100 gr per la<br />

decorazione superiore. Mescolare il resto aggiungendo gradatamente 500 gr <strong>di</strong> miele fino ad<br />

ottenere una crema <strong>di</strong> dolcezza pari a quella della normale cassata. Continuare a mescolare fin<br />

quando la crema non <strong>di</strong>venta morbida e leggera. Aggiungere la frutta a da<strong>di</strong>ni ed il caramello<br />

sminuzzato. A parte impastare 150 gr <strong>di</strong> farina <strong>di</strong> mandorle con un po’ <strong>di</strong> miele ed un po’ <strong>di</strong> colore<br />

Coor<strong>di</strong>namento segreteria piano <strong>di</strong> valorizzazione<br />

info@vallesusa-tesori.it<br />

0122/622640

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