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CIBI E SAPORI ANTICHI menù e ricette dal passato - Valle di Susa ...

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Il formaggio, detto bubulus (<strong>di</strong> latte bovino) da Varrone, può essere d’alpeggio (bitto in celtico,<br />

alpinus per gli scrittori romani), mentre il gorgonzola a fermentazione naturale richiama la<br />

tra<strong>di</strong>zione della chéga (<strong>dal</strong> celtico cagio, “stalla, recinto”, nel senso <strong>di</strong> formaggio <strong>di</strong> stalla)<br />

novarese, derivato dai primi formaggi erborinati con la muffa <strong>di</strong> raschiatura della crosta del pane <strong>di</strong><br />

segale, probabilmente da ricollegarsi a quel formaggio gallicus descritto da Plinio il Vecchio che<br />

non era particolarmente gra<strong>di</strong>to ai Romani, avendo “il gusto <strong>di</strong> me<strong>di</strong>cina”. Per quanto concerne il<br />

vino, in cucina era impiegato soprattutto il mosto o vino cotto, ottenuto concentrando il mosto da<br />

2/3 alla metà.<br />

Ricette degli antichi romani<br />

a cura <strong>di</strong> Stefania Ratto<br />

Ingre<strong>di</strong>enti severamente vietati (arrivano <strong>dal</strong>l’America): pomodori, peperoni, patate, mais.<br />

ANTIPASTI<br />

OLIVE NERE IN AGRODOLCE (Columella, R.R., XII. L)<br />

Era un modo per conservare le olive durante la stagione invernale e consumarle gradualmente.<br />

L’ideale per assaporarle meglio è preparare le olive almeno 15 giorni prima <strong>di</strong> consumarle. In<br />

questo caso si mettono delle olive in un vaso capiente. Si prepara una marinata composta da 3 parti<br />

<strong>di</strong> miele ed una <strong>di</strong> aceto, nonché un pizzico <strong>di</strong> semi <strong>di</strong> finocchiella, il tutto sufficiente a coprire<br />

interamente le olive. Nel caso non si avesse tanto tempo e si volesse gustare subito le olive,<br />

utilizzare una pirofila dove versare le olive. Preparare la marinata con 3 parti <strong>di</strong> miele ed una <strong>di</strong><br />

aceto nonché con un po’ <strong>di</strong> semi <strong>di</strong> finocchiella e versarla sulle olive, ma senza coprirle<br />

interamente. In pratica, non dovendo conservare le olive, ma consumandole subito, basta che ci sia<br />

un velo <strong>di</strong> marinata cosparso sulle stesse.<br />

EPITYRUM (Catone CXIX)<br />

Snocciolare e tritare delle olive nere, possibilmente quelle molto gran<strong>di</strong> e seccate (le “passolone”<br />

siciliane, ad esempio, o similari), utilizzando un frullatore. Aggiungere lentamente un po’ <strong>di</strong> olio e<br />

un po’ <strong>di</strong> aceto. Poi aggiungere un pizzico <strong>di</strong> ruta (se <strong>di</strong>sponibile altrimenti si può sostituire con<br />

poco prezzemolo e foglie <strong>di</strong> sedano), <strong>di</strong> semi <strong>di</strong> coriandolo, <strong>di</strong> cumino, <strong>di</strong> finocchiella selvatica, <strong>di</strong><br />

menta. Si formerà in questo modo una sorta <strong>di</strong> paté che può essere conservato anche per più tempo<br />

in un barattolo <strong>di</strong> vetro in frigo.<br />

L’epyterum si può anche utilizzare mescolato con olive intere sempre dello stesso tipo.<br />

OLIVE AL MIRTO<br />

Coor<strong>di</strong>namento segreteria piano <strong>di</strong> valorizzazione<br />

info@vallesusa-tesori.it<br />

0122/622640

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