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DECAMERON di Giovanni Boccaccio - Vastacom.org

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<strong>Giovanni</strong> <strong>Boccaccio</strong> – Decameron<br />

perché la vita mi sia perdonata, ma per morire vostra<br />

figliuola e non vostra nimica; - e così piagnendo gli cadde<br />

a' pie<strong>di</strong>. Messer Negro, che antico era oramai e uomo <strong>di</strong><br />

natura benigno e amorevole, queste parole udendo<br />

cominciò a piagnere,e piagnendo levò la figliuola<br />

teneramente in piè, e <strong>di</strong>sse:- Figliuola mia, io avrei avuto<br />

molto caro che tu avessi avuto tal marito quale a te<br />

secondo il parer mio si convenia; e se tu l'avevi tal preso<br />

quale egli ti piacea, questo doveva anche a me piacere;<br />

ma l'averlo occultato della tua poca fidanzami fa dolere, e<br />

più ancora vedendotel prima aver perduto che io l'abbia<br />

saputo. Ma pur, poi che così è, quello che io per<br />

contentarti, vivendo egli, volentieri gli avrei fatto, cioè<br />

onore sì come a mio genero, facciaglisi alla morte; - e<br />

volto a'figliuoli e a' suo'parenti, comandò loro che le<br />

esequie s'apparecchiassero a Gabriotto gran<strong>di</strong> e onorevoli.<br />

Eranvi in questo mezzo concorsi i parenti e le parenti del<br />

giovane, che saputa avevano la novella, e quasi donne e<br />

uomini quanti nella città n'erano. Per che, posto nel<br />

mezzo della corte il corpo sopra il drappo della<br />

Andreuola e con tutte le sue rose, quivi non solamente da<br />

lei e dalle parenti <strong>di</strong> lui fu pianto, ma pubblicamente<br />

quasi da tutte le donne della città e da assai uomini; e non<br />

a guisa <strong>di</strong> plebeio ma <strong>di</strong> signore, tratto della corte<br />

pubblica, sopra gli omeri de' più nobili citta<strong>di</strong>ni con<br />

gran<strong>di</strong>ssimo onore fu portato alla sepoltura. Quin<strong>di</strong> dopo<br />

alquanti dì, seguitando il podestà quello che addomandato<br />

avea, ragionandolo messer Negro alla figliuola,niun cosa<br />

ne volle u<strong>di</strong>re; ma, volendole in ciò compiacere il padre,<br />

in un monistero assai famoso <strong>di</strong> santità essa e la suafante<br />

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<strong>Giovanni</strong> <strong>Boccaccio</strong> – Decameron<br />

monache si renderono e onestamente poi in quello per<br />

molto tempo vissero.<br />

Novella Settima<br />

La Simona ama Pasquino; sono insieme in uno orto;<br />

Pasquino si frega a' denti una foglia <strong>di</strong> salvia e muorsi; è<br />

presa la Simona, la quale, volendo mostrare al giu<strong>di</strong>ce<br />

come morisse Pasquino, fregatasi una <strong>di</strong> quelle foglie a'<br />

denti, similmente si muore. Panfilo era della sua novella<br />

<strong>di</strong>liberato, quando il re, nulla compassion mostrando<br />

all'Andreuola, riguardando Emilia,sembianti le fe' che a<br />

grado li fosse che essa a coloro che detto aveano,<br />

<strong>di</strong>cendo, si continuasse. La quale, senza alcuna <strong>di</strong>mora<br />

fare, incominciò. Care compagne, la novella detta da<br />

Panfilo mi tira a doverne <strong>di</strong>re una in niuna altra cosa alla<br />

sua simile, se non che,come l'Andreuola nel giar<strong>di</strong>no<br />

perdè l'amante, e così colei <strong>di</strong> cui <strong>di</strong>r debbo; e similmente<br />

presa, come l'Andreuola fu,non con forza né con virtù,<br />

ma con morte inoppinata si <strong>di</strong>liberò dalla corte. E come<br />

altra volta tra noi è stato detto,quantunque Amor<br />

volentieri le case de' nobili uomini abiti, esso per ciò non<br />

rifiuta lo 'mperio <strong>di</strong> quelle de' poveri, anzi in quelle sì<br />

alcuna volta le sue forze <strong>di</strong>mostra, che come potentissimo<br />

signore da' più ricchi si fa temere. Il che, ancora che non<br />

in tutto, in gran parte apparirà nella mia novella, con la<br />

qual mi piace nella nostra città rientrare, della quale<br />

questo dì, <strong>di</strong>verse cose <strong>di</strong>versamente parlando, per<br />

<strong>di</strong>verse parti del mondo avvolgendoci, cotanto allontanati<br />

ci siamo. Fu adunque, non è gran tempo, in Firenze una<br />

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