06.06.2013 Views

DECAMERON di Giovanni Boccaccio - Vastacom.org

DECAMERON di Giovanni Boccaccio - Vastacom.org

DECAMERON di Giovanni Boccaccio - Vastacom.org

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

<strong>Giovanni</strong> <strong>Boccaccio</strong> – Decameron<br />

rispose:- Diletto mio grande, sì. Disse la donna:- Io<br />

voglio che noi an<strong>di</strong>amo infin giù all'uscio: tu ti starai<br />

cheto e io gli parlerò, e u<strong>di</strong>rem quello che egli <strong>di</strong>rà; e per<br />

avventura n'avrem non men festa che noi abbiam <strong>di</strong><br />

vederlo. E aperta la camera chetamente, se ne scesero<br />

all'uscio, e quivi, senza aprir punto, la donna con voce<br />

sommessa da un pertugetto che v'era il chiamò. Lo<br />

scolare, udendosi chiamare, lodò Id<strong>di</strong>o, credendosi troppo<br />

bene entrar dentro; e accostatosi all'uscio <strong>di</strong>sse:- Eccomi<br />

qui, madonna: aprite per Dio, ché io muoio <strong>di</strong> freddo. La<br />

donna <strong>di</strong>sse:- O sì che io so che tu se'uno assiderato; e<br />

anche è il freddo molto grande, perché costì sia un poco<br />

<strong>di</strong> neve! Già so io che elle sono molto maggiori a Parigi.<br />

Io non ti posso ancora aprire, per ciò che questo mio<br />

maladetto fratello, che iersera ci venne meco a cenare,<br />

non se ne va ancora; ma egli se n'andrà tosto, e io verrò<br />

incontanente ad aprirti. Io mi son testé con gran fatica<br />

scantonata da lui, per venirti a confortare che l'aspettar<br />

non t'incresca. Disse lo scolare:- Deh! madonna, io vi<br />

priego per Dio che voi m'apriate, acciò che io possa costì<br />

dentro stare al coperto, per ciò che da poco in qua s'è<br />

messa la più folta neve del mondo, e nevica tuttavia; e io<br />

v'attenderò quanto vi sarà a grado. Disse la donna:-<br />

Ohimè, ben mio dolce, che io non posso ché questo uscio<br />

fa sì gran romore quando s'apre, che leggermente sarei<br />

sentita da fratelmo, se io t'aprissi; ma io voglio andare a<br />

<strong>di</strong>rgli che se ne vada, acciò che io possa poi tornare ad<br />

aprirti. Disse lo scolare:- Ora andate tosto; e priegovi che<br />

voi facciate fare un buon fuoco, acciò che, come io<br />

enterrò dentro, io mi possa riscaldare,ché io son tutto<br />

<strong>di</strong>venuto sì freddo che appena sento <strong>di</strong> me. Disse la<br />

678<br />

<strong>Giovanni</strong> <strong>Boccaccio</strong> – Decameron<br />

donna:- Questo non dee potere essere, se quello è vero<br />

che tu m'hai più volte scritto, cioè che tu per l'amor <strong>di</strong> me<br />

ar<strong>di</strong> tutto; ma io son certa che tu mi beffi. Ora io vo:<br />

aspettati, e sia <strong>di</strong> buon cuore. L'amante, che tutto u<strong>di</strong>va e<br />

aveva sommo piacere, con lei nel letto tornatosi, poco<br />

quella notte dormirono, anzi quasi tutta in lor <strong>di</strong>letto e in<br />

farsi beffe dello scolare consumarono. Lo scolare<br />

cattivello (quasi cicogna <strong>di</strong>venuto, sì forte batteva i denti)<br />

acc<strong>org</strong>endosi d'esser beffato, più volte tentò l'uscio se<br />

aprir lo potesse, e riguardò se altronde ne potesse uscire;<br />

né vedendo il come, faccendo le volte del leone,<br />

mala<strong>di</strong>ceva la qualità del tempo, la malvagità della donna<br />

e la lunghezza della notte, insieme con la sua simplicità; e<br />

sdegnato forte verso <strong>di</strong> lei, il lungo e fervente amor<br />

portatole subitamente in crudo e acerbo o<strong>di</strong>o transmutò,<br />

seco gran cose e varie volgendo a trovar modo alla<br />

vendetta, la quale ora molto più <strong>di</strong>siderava, che prima<br />

d'esser con la donna non avea <strong>di</strong>siato. La notte, dopo<br />

molta e lunga <strong>di</strong>moranza, s'avvicinò al dì, e cominciò<br />

l'alba ad apparire. Per la qual cosa la fante della donna<br />

ammaestrata, scesa giù, aperse la corte, e mostrando<br />

d'aver compassion <strong>di</strong> costui, <strong>di</strong>sse:- Mala ventura possa<br />

egli avere che iersera ci venne. Egli n'ha tutta notte tenute<br />

in bistento, e te ha fatto agghiacciare;ma sai che è?<br />

Portatelo in pace, ché quello che stanotte non è potuto<br />

essere sarà un'altra volta; so io bene che cosa non<br />

potrebbe essere avvenuta, che tanto fosse <strong>di</strong>spiaciuta a<br />

madonna. Lo scolare sdegnoso, sì come savio, il quale<br />

sapeva niun'altra cosa le minacce essere che arme del<br />

minacciato, serrò dentro al petto suo ciò che la non<br />

temperata volontà s'ingegnava <strong>di</strong> mandar fuori, e con<br />

679

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!