DECAMERON di Giovanni Boccaccio - Vastacom.org
DECAMERON di Giovanni Boccaccio - Vastacom.org
DECAMERON di Giovanni Boccaccio - Vastacom.org
You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
<strong>Giovanni</strong> <strong>Boccaccio</strong> – Decameron<br />
domandato. Venistivi tu vago della mia vita, per che,<br />
sentendolati domandare,acciò che tu non fossi solo colui<br />
che senza la sua <strong>di</strong>manda <strong>di</strong> qui si partisse, prestamente<br />
<strong>di</strong>liberai <strong>di</strong> donarlati,e acciò che tu l'avessi, quel consiglio<br />
ti <strong>di</strong>e<strong>di</strong> che io credetti che buon ti fosse ad aver la mia e<br />
non perder la tua; e perciò ancora ti <strong>di</strong>co e priego che,<br />
s'ella ti piace, che tu la prenda e te medesimo ne<br />
so<strong>di</strong>sfaccia: io non so come io la mi possa meglio<br />
spendere. Io l'ho adoperata già ottanta anni, e ne'miei<br />
<strong>di</strong>letti e nelle mie consolazioni usata; e so che, seguendo<br />
il corso della natura, come gli altri uomini fanno e<br />
generalmente tutte le cose, ella mi può omai piccol tempo<br />
esser lasciata; per che io giu<strong>di</strong>co molto meglio esser<br />
quella donare, come io ho sempre i miei tesori donati e<br />
spesi, che tanto volerla guardare, che ella mi sia contro a<br />
mia voglia tolta dalla natura. Piccol dono è donare cento<br />
anni; quanto adunque è minor donarne sei o otto che io a<br />
star ci abbia? Pren<strong>di</strong>la adunque, se ella t'aggrada, io te ne<br />
priego; per ciò che, mentre vivuto ci sono, niuno ho ancor<br />
trovato che <strong>di</strong>siderata l'abbia, né so quando trovar me ne<br />
possa veruno, se tu non la pren<strong>di</strong> che la <strong>di</strong>man<strong>di</strong>. E se<br />
pure avvenisse che io ne dovessi alcun trovare,conosco<br />
che, quanto più la guarderò, <strong>di</strong> minor pregio sarà; e però,<br />
anzi che ella <strong>di</strong>venga più vile, pren<strong>di</strong>la, io te ne priego.<br />
Mitridanes, vergognandosi forte, <strong>di</strong>sse:- Tolga Id<strong>di</strong>o che<br />
così cara cosa come la vostra vita è, non che io, da voi<br />
<strong>di</strong>videndola, la prenda, ma pur la <strong>di</strong>sideri, come poco<br />
avanti faceva; alla quale non che io <strong>di</strong>minuissi gli anni<br />
suoi, ma io l'aggiugnerei volentier de' miei, se io potessi.<br />
A cui prestamente Natan <strong>di</strong>sse:- E, se tu puoi, vuo'nele tu<br />
aggiugnere, e farai a me fare verso <strong>di</strong> te quello che mai<br />
818<br />
<strong>Giovanni</strong> <strong>Boccaccio</strong> – Decameron<br />
verso alcuno altro non feci, cioè delle tue cose pigliare,<br />
che mai dell'altrui non pigliai?- Sì, - <strong>di</strong>sse subitamente<br />
Mitridanes.- Adunque, - <strong>di</strong>sse Natan - farai tu come io ti<br />
<strong>di</strong>rò. Tu ti rimarrai, giovane come tu se', qui nella mia<br />
casa, e avrai nome Natan, e io me n'andrò nella tua e<br />
farommi sempre chiamar Mitridanes. Allora Mitridanes<br />
rispose: - Se io sapessi così bene operare come voi sapete<br />
e avete saputo, io prenderei senza troppa <strong>di</strong>liberazione<br />
quello che m'offerete; ma per ciò che egli mi pare esser<br />
molto certo che le mie opere sarebbon <strong>di</strong>minuimento<br />
della fama <strong>di</strong> Natan, e io non intendo <strong>di</strong> guastare in altrui<br />
quello che in me io non acconciare nol prenderò. Questi e<br />
molti altri piacevoli ragionamenti stati tra Natan e<br />
Mitridanes, come a Natan piacque, insieme verso il<br />
palagio se ne tornarono, dove Natan più giorni<br />
sommamente onorò Mitridanes, e lui con ogni ingegno e<br />
saper confortò nel suo alto e grande proponimento. E<br />
volendosi Mitridanes con la sua compagnia ritornare a<br />
casa, avendogli Natan assai benfatto conoscere che mai <strong>di</strong><br />
liberalità nol potrebbe avanzare, il licenziò.<br />
Novella Quarta<br />
Messer Gentil de' Carisen<strong>di</strong>, venuto da Modona, trae<br />
della sepoltura una donna amata da lui, sepellita per<br />
morta, la quale riconfortata partorisce un figliuol<br />
maschio, e Messer Gentile lei e 'l figliuolo restituisce a<br />
Niccoluccio Caccianimico,marito <strong>di</strong> lei. Maravigliosa<br />
cosa parve a tutti che alcuno del propio sangue fosse<br />
liberale; e veramente affermaron Natan aver quella del re<br />
819